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Claudio Rossi

Mediatore Sociale e laureato in Scienze Economiche, collabora con CYFE UniBG. Da oltre trent'anni si occupa di soluzioni relazionali-gestionali per il trinomio impresa, patrimonio ed imprenditore.

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    Aristide

    PER UN’ECONOMIA SENZA MISTICA

    Trovo corretta, razionale e condivisibile l’impostazione data al problema. Siamo sommersi, infatti, da quintali di carta e da gigabyte di informazione elettronica delicati alla mistica dell’Expo 2015. Urgono provvedimenti a tutela del consumatore (brutta parola) e del cittadino (parola meravigliosa).

    Perciò è giusto, equo e salutare domandarsi chi in tutto questo carosello di iniziative per l’Expo 2015 (e similari) sia destinato a guadagnarci e chi invece sia destinato a perderci. Inutile giocare con le parole, è sempre così: anche nell’ipotesi del cosiddetto “ottimo paretiano”, nel caso dei giochi a somma zero, non si può andare contro il primo principio della termodinamica, che non mi risulta sia mai stato smentito. Lo so, esiste anche la teoria della “mano invisibile” di Adam Smith, che sembra quasi contraddire a tale principio. Tale teoria fu aggiornata dal grande Vilfredo Pareto il quale, oltre a essere un ingegnere, un sociologo (serio) e un economista, era anche un matematico. Ma anche tenendo conto della mano invisibile e dell’aggiornamento paretiano, ragionando in termini di sistema, continua a valere il primo principio della termodinamica. A maggior ragione tale principio vale nel sistema Italia, notoriamente caratterizzato dal dominio del salotto cosiddetto buono della finanza oltre che da un diffuso familismo amorale.

    Invece, i signorini del marketing e delle pubbliche relazioni pretendono un giorno sì e l’altro pure di aver trovato il modo di infrangere il nobile primo principio della termodinamica. Ma sono dei burloni, è evidente, come quelli che pretendono di avere inventato l’ultimo modello di macchina funzionante in regime di moto perpetuo (per essere precisi, le macchine a moto perpetuo di prima specie contraddicono al primo principio; quelle di seconda specie, contraddicono al secondo principio della termodinamica, ma osservano il primo).

    Nel rispetto delle leggi fondamentali della fisica, e della nostra intelligenza, vediamo che in questo articolo ci si domanda se, nel caso dell’Expo 2015, il gioco valga la candela. In particolare, ci si pone la seguente domanda: se proprio dobbiamo spendere per le candele, quali giochi val la pena illuminare e quali giochi non ci interessa illuminare o addirittura non è opportuno illuminare? Già, perché ogni gioco ha la sua convenienza, più o meno grande, che per quanto aleatoria non sfugge tuttavia alle leggi del calcolo delle probabilità. Per esempio, giochi come la lotteria o la roulette saranno anche giochi a somma zero in termini di sistema (non si crea né si distrugge ricchezza) tuttavia, com’è noto, sono per definizione, costitutivamente, a svantaggio del giocatore: l’unico a guadagnare è il banco. Non a caso si dice che il Lotto, quando è gestito dallo Stato, è una tassa aggiuntiva sugli stupidi.

    Riassumendo, nel caso particolare dell’Expo 2015, come in tutte le iniziative pompate dalla mistica delle pubbliche relazioni, le domande fondamentali che il cittadino ‘compos sui’ deve porsi sono le seguenti: quali sono le probabilità che il capitale investito comporti un ritorno economico? Ammesso anche che si voglia fare un gioco in perdita sotto il profilo della partita economica (ciò è possibile – perché no? – in vista di un fine meta-economico) quali sono i criteri di selezione dei vincenti e dei perdenti? Ma, soprattutto: siamo sicuri di avere esaminato tutte le possibilità di ritorno del capitale investito, cioè abbiamo veramente fatto una ricognizione della realtà effettuale delle cose? Insomma, in economia, maxime quando si investe la ricchezza dei cittadini, bisognerebbe mettere la mistica da parte. Lasciando la mistica ai mistici veri, che non si occupano di marketing. Così ci piace sperare.

    P.S. – Vilfredo Pareto era un razionalista, perciò era perfettamente consapevole del pericolo rappresentato dagli esoterici di ogni risma. Perciò conservava nella sua biblioteca una copia del “Malleus maleficarum” (“Il martello delle streghe”), un libro scritto dai padri domenicani contro l’eresia e la stregoneria. In Google libri si trova riprodotta in facsimile l’edizione appartenente alla Biblioteca cantonale e universitaria di Losanna: sul frontespizio si legge che il libro è stato donato da Vilfredo Pareto, con tanto di firma del Pareto medesimo. Si veda:
    http://books.google.com/books?id=Fis_AAAAcAAJ&amp

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