L’airone cenerino (Ardea cinerea) è un uccello della famiglia degli Ardeidi. Originario delle regioni europee e dellAfrica, è la specie di airone che si spinge più a nord, tanto che in estate è facile incontrarlo ben oltre il circolo polare artico. (Allevi)
E’ il più grande tra gli aironi (90-98 cm di lunghezza). Ha una livrea grigio cenere. Le parti superiori sono grigie, il collo e la testa bianchi con una striscia nera sulla nuca. Il lungo e affilato becco è giallastro, le grandi zampe brunastre, ma entrambi diventano di colore rossastro in primavera. Il volo è caratterizzato da lenti e profondi battiti di ala. L’apertura alare, nei maschi adulti, in taluni casi può raggiungere 2 mt.di ampiezza. Frequenta la val seriana e la val brembana. Se ne sta immobile per lungo tempo nell’acqua bassa nell’attesa della preda, di solito costituita da rane, pesci, rettili, che cattura con un fulmineo colpo del lungo becco. Nidifica in colonie con altri aironi (garzaie), predilige costruire il nido su alberi alti, ad almeno 25 mt.di altezza.
5 Comments
Aristide
L’airone prendeva in antico il nome di ‘aghirone’, ed è probabile che questa voce, di origine alto-tedesca, sia approdata al lessico italiano passando per il provenzale ‘aigron’. Dunque la voce alto-tedesca è stata veicolata in Provenza, più o meno direttamente, dai Franchi.
Mi è venuto in mente che tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX i copricapo femminili spesso portavano l’ornamento di un pennacchio che prendeva il nome di ‘aigrette’, italianizzato in egrétta. Questo termine deriva da ‘aigreta’, che è il diminutivo di ‘aigron’, cioè airone. Infatti, il pennacchio era ricavato dal ciuffo sull’occipite dell’airone maschio, particolarmente nel periodo della riproduzione, quand’è più rigoglioso.
Mi domando, se – in altri tempi, s’intende – anche l’airone cenerino fosse soggetto a spennamento a scopo ornamentale dei cappellini per signora. A giudicare dalle foto in questa pagina, direi di no. Infatti, mi sembra di capire che il ciuffo occipitale dell’airone cenerino sia nero, e non bianco, come si vede nelle fotografie di vezzose signore d’antan.
Peppo
Carissimo e mitico Aristide, forse le vezzose signore d’antan hanno strappato il ciuffo di un airone bianco.
Aristide
Ben è ver: da un airone bianco, o da una garzetta. Se vi fosse il modo d'inserire foto nel blog, volentieri accluderei la foto di mia nonna Claudia, per una consulenza sull'egretta che svetta sul suo cappellino. Direi che è piumaggio di garzetta, guardando la foto, perché mi pare che "suoni" bene. Ma direi così, senza fondamento scientifico.
prode anselmo
Essendo io di natura guerriero, vorrei saper, oserei dimandar dove alfine posarono il simbolico ciuffetto d'airone bianco le vezzose signore d'antan: lì, proprio lì? Oh!, bianche meraviglie!
Aristide
Oh prode Anselmo che te n'andasti in Palestina a conquidere l'Avel. Prode, ma anche prudente: «Il Sultano in tal frangente / mandò il palo ad aguzzar / ma l'Anselmo previdente / fin le brache avea d’acciar». Chissà perché, nella mia edizione di questa ballata del marchese Giovanni Visconti Venosta dedicata al prode Anselmo (un'edizione anastatica pubblicata a Città di Castello, dov'è nata Monica Bellucci) questi versi non si trovano. Un'edizione "purgata", come si dice.
Caro Anselmo, tu che sei stato fra le odalische avrai sicuramente una mente aperta, come il Conte di Montecristo, il quale conobbe i costumi orientali, che con convinzione fece propri. Sorridiamo dunque di queste vezzose signore d'antan, pudiche e sensuali insieme. Noi sappiamo che non c'è contraddizione.