Forse sarebbe meglio un po’ di sano mercato: vendiamo le tre reti RAI a tre privati diversi, che non possiedano già televisioni in Italia.
Il dibattito sull’opportunità di finanziare con soldi pubblici i giornali con chiara connotazione politica continua a essere centrale nel panorama italiano ed europeo. Molti ritengono che questa pratica sia un retaggio di un sistema ormai superato, che mina la libertà di stampa e distorce il mercato dell’informazione. Ecco perché è importante valutare la necessità di eliminare definitivamente il finanziamento pubblico ai giornali politici.
1. Salvaguardare l’indipendenza dell’informazione
Il finanziamento pubblico diretto ai media con un chiaro orientamento politico crea un conflitto di interessi evidente. Quando un giornale riceve denaro pubblico, rischia di diventare una voce di parte, meno inclinata a esercitare un controllo critico verso chi lo finanzia, ovvero lo Stato o i partiti al potere. Eliminando questo sostegno, si promuove un’informazione più indipendente e imparziale, fondamentale per una democrazia sana.
2. Tutelare la libera concorrenza nel mercato editoriale
Il mercato dell’informazione dovrebbe basarsi sulla qualità, l’affidabilità e la capacità di attrarre lettori, non su sovvenzioni imposte dai fondi pubblici. Il finanziamento ai giornali politici crea una distorsione della concorrenza nei confronti di testate indipendenti e commerciali, che devono invece sostenersi esclusivamente con ricavi pubblicitari e vendite. Rimuovere questi contributi rende il mercato editoriale più competitivo e meritocratico.
3. Evitare lo spreco di risorse pubbliche
Il denaro pubblico destinato ai giornali politici rappresenta spesso uno spreco nelle casse dello Stato, senza un reale ritorno per la collettività. In un contesto di bilanci pubblici sempre più complessi, è necessario destinare le risorse a servizi e settori con un impatto diretto sulla qualità della vita dei cittadini, anziché finanziare organi di stampa di parte che potrebbero esser sostenuti da meccanismi più trasparenti e privati.
4. Promuovere una stampa più plurale e indipendente
Un sistema di finanziamento trasparente e senza interferenze pubbliche favorisce la nascita e lo sviluppo di testate giornalistiche pluraliste, capaci di rappresentare diverse opinioni senza dipendere da legami politici. Questo rafforza il dibattito pubblico, stimola la crescita culturale e realizza un’informazione davvero libera.
Eliminare il finanziamento pubblico ai giornali politici non significa penalizzare la libertà di stampa, ma anzi favorirla. Significa promuovere un giornalismo indipendente, competitivo e responsabile, che possa contribuire davvero alla democrazia e alla trasparenza, senza ricatti o condizionamenti. È un passo necessario per rinnovare il sistema dell’informazione e rafforzare il rapporto di fiducia tra cittadini e media.
5. Costi
Il costo della Rai per il 2025 è di 90 euro annui per il canone televisivo, che viene pagato dai cittadini tramite la bolletta della luce o in un’unica soluzione con il modello F24. Questo importo rappresenta il principale contributo diretto dei cittadini al finanziamento della televisione pubblica italiana.
Per quanto riguarda il finanziamento pubblico ai giornali, nel 2025 sono stati stanziati complessivamente 82 milioni di euro per il settore editoriale, di cui 65 milioni sono destinati alle imprese editrici di quotidiani e periodici in base alle copie vendute nell’anno precedente. Tra i principali beneficiari figurano testate come Famiglia Cristiana (3 milioni di euro), Avvenire (2,78 milioni), Libero Quotidiano (2,7 milioni) e altri giornali, che ricevono anche contributi indiretti come sgravi fiscali o agevolazioni sull’acquisto di carta.






