Autore

Luca Allevi

Dottore commercialista, pubblicista. Partner Leaders e del network Gruppo 24 Ore. Magistrale Economia Bocconi e Master RE NY University. Ha lavorato in Pizzarotti, Essex Capital NY e Avalon RE. Cell. 338-378.57.65 luca.allevi@leaders.it

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27 Comments

  1. 1

    Franco

    Bisogna ridurre le distanze tra i partiti e la gente.

    Soluzioni: preferenze e primarie.

    Facile ma … chiediamo un po' alle oche e ai tacchini la loro opinione sul Natale!

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  2. 2

    Karl Heinz Treetball

    Mi sembra che ormai sia evidente a tutti come il "regime" da satrapi dei nostri politicanti, nessuno escluso, in alto come in basso, debba essere messo in aperta discussione e, quindi, debba profondamente modificarsi il sistema stesso dei partiti, il loro modo di essere, essendo oggi tutti assunti a essere una pessima copia del fortunatamente defunto PSI in salsa siculo-milanese (leggi Craxi, finto milanese, in realtà messinese). Ormai, lo dicono gli studi, si tratta di compagini dal comportamento para-mafioso, sempre meno "para", per di più.

    Questo rivolgimento riguarda necessariamente anche la Lega, movimento che si è dotato di strutture partitiche sempre più incontrollabili dalla base. Dispiace doverlo ammettere, ma anche il nostro movimento nato dal popolo e per il popolo ha perso per strada quasi ogni forma di controllo popolare e di efficace discussione interna (congressi? Una volta si facevano). E se la gente non capisce cosa si deve fare, in che direzione si va, in cosa consiste la pacifica rivoluzione leghista, se non la si rende parte viva delle discussioni, ti volta le spalle e se ne va, oppure si lascia intontire da quel che si dice alla TV. Ma, lo dico con speranza, la Lega, essendo l'unica ad avere alle spalle un movimento di popolo (meraviglioso, l'ho visto a Pontida), è anche l'unico soggetto politico oggi sulla scena in grado di apportare efficaci rimedi. Purché si agisca presto, con logica e determinazione, e secondo canoni etico-morali cristallini, assolutamente cristallini al limite della rigidità, in alto come in basso, lo ripeto. A molti personaggi andrà tolta la sedia…, da loro trasformata in water da latrine di quinta categoria.

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  3. 3

    Aristide

    Faccio seguito alle considerazioni di Karl Heinz Treetball.

    La Lega ha frenato, ma non impedito, il domino assoluto dell'infame blocco sociale al quale abbiamo accennato in altre pagine di questo giornale internettiano. Risultato: abbiamo perso sedici anni preziosissimi. Le generazioni future avranno un motivo di più per detestarci.

    Eppure la speranza era che la Lega trafiggesse, come san Giorgio, il drago, il putido blocco sociale. Questo avveniva quando, con "Mani pulite", il gioco sembrava fatto, a tutto vantaggio del blocco sociale conservatore. Nelle intenzioni di lorsignori l'operazione Mani pulite (negli anni del Terrore, così dice Ferrara) sarebbe servita a spostare l'asse del problema. Perciò si fecero sproloqui sulla cosiddetta società civile, si puntarono i riflettori sulla corruzione dei socialisti e dei democristiani (con l'esclusione della sinistra Dc): i quali erano corrotti, certo, nel senso che prendevano denaro. Ma che dire della corruzione intesa come come "dazione" di servizietti reciproci, continuata e aggravata? Se tanto mi dà tanto, oggi le cose stanno ancora peggio, la seconda Repubblica è più rancida della prima. In particolare, la c.d. società civile è fetida, come e più della classe politica. Altrimenti la c.d. società civile avrebbe reagito, altrimenti Reporter, della Gabanelli, non sarebbe l'unica — o quasi — testata dove si fa giornalismo d'inchiesta, seriamente. Il resto è propaganda, indifferenza, gossip, talk show, gadget, pubbliche relazioni, "il problema è ben altro", lecchinaggio, servizietto-contro-servizietto.

    Cossiga e la Lega nord, ognuno con i propri limiti, ognuno con i propri conti da regolare, versarono sabbia sugli ingranaggi di un meccanismo che era stato ben pensato, non c'è che dire. Il meccanismo da attivare dopo Mani pulite sarebbe stato questo:

    a) la sinistra avrebbe portato i voti delle masse impiegatizie inerti, pronte ad accettare qualsiasi compromesso, purché non si mettano in discussione i posti di lavoro sindacalmente garantiti e, soprattutto, le mansioni, sempre più inutili in un mondo con struttura produttiva a geometria variabile, a maglie, non più tayloristica;

    b) i grands commis di Stato, cioè la alte magistrature (in senso lato, v. il lat. magistratus) avrebbero fornito l'ideologia e si sarebbero presi il gusto di fare i burattinai (pare che sia il gioco più bello del mondo, fra i possibili giochi di potere);

    c) gli usurai (usiamo pure, senza falsi pudori, questa parola cara a Ezra Pound, smettiamola di far differenza tra usuraio e finanziere: sempre in lat. l'uno e l'altro vanno insieme sotto il medesimo nome di fenerator) avrebbero realizzato il loro sogno di sempre, all'insegna dell' 'enrichissez-vous'.

    Ma ecco Cossiga che piccona, ecco la Lega che raccoglie l'eredità della classe operaia alla quale Occhetto ha dato un calcio nel sedere, ecco infine Berlusconi che scende in campo. Ecco anche Miglio, che potrebbe essere un ottimo ministro delle riforme. Na gli si preferisce Speroni.

    Miglio fa la fine che sappiamo: troppo intelligente, troppo preparato, troppo onesto, troppo colto. Berlusconi fin da principio fa il piacione, diffida anche lui delle persone intelligenti, e della cultura.

    Ma il vero nocciolo del problema è che sia la Lega nord sia il Pdl, ex Forza Italia, sono due partiti carismatici. Berlusconi ha confidato in questi giorni di avere la sensazione precisa di non essere più benvoluto. Ricorda i repubblichini di Salò, che quando il regime stava per crollare, anche in Alta Italia, intonavano la canzone "Le donne non ci vogliono più bene". Che cosa pensi e dica Bossi in privato non è dato sapere. Il cerchio magico impedisce di fatto la "parresia", cioè la libertà di dir tutto, che ancora Berlusconi si può permettere, tanto più che anche Letta, che lo moderava, pare azzoppato.

    Dicevamo che il nocciolo del problema è che, sia la Lega nord, sia il Pdl sono partiti carismatici. Con l'aggravante che il carisma è venuto meno. Quello di Berlusconi non è suscettibile di trasformazione alchemica. Invece, riguardo a Bossi, è in corso una manovra di trasformazione (il cerchio magico può questo, e altro: perlomeno ci prova), una transustanziazione e forse materializzazione in forma di precipitato solido, da conservare in un'ampolla, o in una teca, come il sangue di san Gennaro. Con possibilità di liquefazione del precipitato una volta l'anno, sul sacro prato di Pontida.

    Ora proviamo a ragionare: un leader carismatico può fare le riforme, molto meglio di un leader che deve dar conto del suo operato a un apparato partitico. Ma bisogna avere il potere per farle, e non solo entro il partito, soprattutto bisogna volerle, queste benedette riforme. Per esempio, Fidel Castro, che era un leader carismatico, operò importanti riforme nel sistema scolastico e nel sistema sanitario. Mi si dice che sono riforme riuscite, ottime riforme.

    Berlusconi e Bossi non hanno fatto le riforme (o non hanno potute farle, perché troppo grande è l'intensità di forza dei poteri forti) quando avevano il carisma. Non possono farle adesso che non hanno più carisma. Non possono i loro partiti, finché sono partiti carismatici con un capo che non ha più carisma.

    La Lega nord e il Pdl possono provare a convocare il Gran consiglio, possono celebrare — ma se la sentono? — un nuovo 25 luglio (1943). Sarà, ma nel loro Gran Consiglio non vedo né Grandi, né Ciano, né Bottai, tanto per fare tre nomi ragguardevoli (Tremonti non entra nel computo: è un caso a parte). Credo che la situazione sia ancora bloccata al punto in cui si trovava cinque mesi fa, quando scrissi “Berlusconeide. Cinque scenari per il dopo bunga bunga”, in http://www.testitrahus.it/Berlusconeide.htm

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  4. 4

    f.alonso

    Ringrazio Aristide per la disamina lucidissima e intellettualmente corretta e assai acuta, che delinea uno scenario certamente plausibile.

    Allevi ha proposto l'esame di un fatto emblematico, che ben può essere lì inquadrato: Bossi, capo carismatico (lo è, anche se il carisma è in calo) e amato dal suo popolo, ha svelato ufficialmente ai leghisti l'esistenza di un insieme di regole interne al partito, da lui volute, che, però, è come se non esistesse, perchè sostanzialmente dipendente dalla mera volontà sua (o del cerchio magico).

    Questo pone ai leghisti, un bel po' perplessi, il problema dei tanti comportamenti simili a quello di Bossi tenuti sul territorio dai vari capi e capetti (vedi quelli segnalati in questo giornale internettiano da Aristide stesso e da Giuli), come se in tal senso il carisma del capo fosse trasmissibile "per carica" ai singoli politicanti territoriali, ai quali il popolo leghista mai si è nemmen sognato di riconoscerlo.

    E' evidente che simili "procedure" portano allo sfaldamento, mediante continue spaccature, del movimento e del partito, e pragmaticamente altro da fare nell'immediato non c'è se non ripristinare il rigoroso rispetto delle regole interne, buone o grame che siano, proprio per rinsaldare la fiducia del popolo leghista, certamente scossa. Perché la situazione prospettata dalla frase di Bossi è molto peggiore rispetto a quella presentatasi nel duello Berlusconi-Fini…

    In ogni caso, Bossi, contrariamente a quanto recita il titolo dell'articolo in commento, non ha tenuto un comportamento in uso presso tutti i partiti: ha tenuto l'atteggiamento del capo di un partito carismatico quando il suo carisma è all'apice, mettendo in luce, coll'appannarsi del carisma stesso, l'approssimarsi di un bivio: o si sceglie la svolta culturale e partecipativa oppure quella partitica secondo il modello attualmente vigente. L'ultima è senza dubbio quella preferita dai politicanti di "professione" (quale e in qual senso?), l'altra quella del perseguimento del bene comune. Questa è la scelta che aspetta il meraviglioso popolo leghista.

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  5. 5

    Platone, il suo cane

    Una trentina di contusi e due sospette fratture. A Sesto Calende (Varese) altro segno che le cose quando non vanno per il verso giusto, non vanno e basta. Tradizionale festa leghista, tiro alla fune tra la sponda lombarda e quella piemontese del Ticino. Mentre numerosi militanti da ambo le parti la stavano tirando, la corda sul fiume si è spezzata, come peraltro ritenuto probabile dai vigili del fuoco e dai volontari della protezione civile presenti sul posto, viste le modalità con cui veniva intrapresa la gara. Infatti, alla gara partecipava come concorrente anche un trattore: roba da menti sottili. Almeno dieci persone, sulla sponda lombarda, sono cadute a terra, chi battendo violentemente la schiena, chi procurandosi escoriazioni a braccia e gambe. Trenta in tutto i contusi, che si sono fatti medicare subito dai volontari di una ambulanza presente sul posto, mentre due militanti del Carroccio hanno riportato sospette fratture. La manifestazione si è conclusa prima del previsto, ovviamente. Umberto Bossi non ha pronunciato il suo discorso e, dopo essersi informato dello stato di salute dei feriti e dell'entità dei danni subiti nell'incidente, si è seduto in disparte su una seda a bersi una cedrata, senza fermarsi a parlare coi giornalisti.

    Fra i contusi che si sono fatti medicare, il segretario della Lega lombarda Giancarlo Giorgetti e il sindaco di Sesto Calende, Marco Colombo. Se è vera la storia del tentato sgambetto di Rosi Mauro a Giorgetti per la segreteria nazionale lombarda, c'è da dire che le pratiche da malocchio del cerchio magico funzionano veramente bene. A parte detta ultima evenienza, probabile causa della rottura la forte tensione accumulata sulla fune vicino al punto in cui era collegata al trattore, che «partecipava» alla competizione come fosse un concorrente. Roba da persone raffinate, insomma, come detto.

    Sull'episodio Umberto Bossi ha commentato scherzando: «Sì, è un monito a Berlusconi, non bisogna mai tirare troppo la corda». Specialmente se da una parte c'è un trattore…

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  6. 6

    Karl Heinz Treetball

    Nessun rinvio della manovra, questa la linea del presidente del Consiglio, chiara come l'avvertimento lanciato dal leader della Lega Nord, Umberto Bossi: il governo resta a rischio fino a quando non passa il provvedimento. «Siamo riusciti a ottenere la modifica del Patto di stabilità per i Comuni virtuosi». Al termine del vertice, Bossi, poco contento, commenta: «Come è andata?», gli hanno chiesto i giornalisti. Risposta: un eloquente gesto della mano, come a dire «così così».

    Alfano: «Tremonti ha illustrato con dovizia di particolari i contenuti della manovra e si è riaffermato nel convincimento che questa è una maggioranza che sosterrà la manovra». Il segretario politico del Pdl ha assicurato poi che nella manovra non ci saranno misure drastiche. «Si annunciano tagli draconiani e massicci interventi sulle pensioni. Tutte cose che sono infondate e non sono vere». Staremo a vedere.

    Intanto proseguono gli attacchi a Tremonti da parte di politicanti appartenenti al PDL: è l'ultimo assalto alla diligenza per arraffare il bottino prima che tutto salti per aria? Gli Arsenio Lupin della politica sembrano in ansia. Visti i tempi grami, sarebbero da appendere ai lampioni delle strade. metaforicamente parlando.

    Questo perché sulla delicata questione della manovra e della sua messa a punto pesa anche l'allarme banche lanciato dal Financial Times. «Il maggior rischio alla stabilità finanziaria dell'Italia è lo stato precario del suo settore finanziario» si legge su una Lex Column del quotidiano economico, secondo cui, le banche del nostro Paese pagano anche «propri difetti strutturali». Allarme anche dalla Corte dei Conti, che parla di manovra «gravosa» e avverte: la riduzione della spesa è ai limiti della sostenibilità, bisogna contenere la spesa ma non con tagli lineari, servono tagli selettivi. E questi voglion scappare col bottino intanto che c'è ancora…

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  7. 7

    Platone, il suo cane

    Francesco Speroni, ex motorista di bordo sugli aerei di linea dell'Alitalia, ora e da più legislature eurodeputato dagli incerti contributi politici, totalmente sconosciuti (quelli pecuniari che si mette in tasca sono molto pingui), noto invece per le sue improbabili cravatte (del suo pensiero politico nulla è conosciuto, ammesso ne abbia uno), suocero di Reguzzoni, capogruppo leghista alla Camera e cerchiomagicista di stretta osservanza, essendo ospite del programma "Un giorno da Pecora", su Rai Due, si è vantato di aver raggiunto in auto la velocità di 316 km all'ora, suo nuovo record personale. In Germania, però, ha tenuto a precisare l'ex motorista.

    Ha forse scambiato la strada tedesca per una pista di Formula uno?. Secondo lui, no: l'eurodeputato leghista ha ammesso, con sicumera, di essere andato in auto in terra tedesca a 316 km orari, un nuovo record di velocità per lui, in risposta alla domanda maliziosa di un giornalista («ha dichiarato di correre molto con la sua auto in Germania, dove non ci sono limiti di velocità. Ha raggiunto un nuovo record?»), ma che questo non costituisce nulla di anormale, non essendosi secondo lui violate regole. Insomma, c'è chi partecipa a gare di tiro alla fune col trattore e chi raggiunge velocità da pista F.1 su strade di normale transito, ma quel che nella Lega pare essere importante è dire che di cose normalissime si tratta.

    Ha precisato: «L'ultima volta sono arrivato, di tachimetro, a 316 km orari. Il video lo si può vedere anche su youtube». Debora Serracchiani, ospite nella stessa trasmissione, non ha mandato giù la risposta: «Anche se in Germania non ci sono limiti di velocità, c'è sempre il buon senso a cui fare riferimento». Ribatte lo Speroni: «Non sono uno che viola le regole; il buon senso è un altro discorso, ognuno ha il suo. Vado veloce quando non c'è nessun altro. I rischi ci sono dappertutto». Punto e basta. Tutto a posto così.

    A nostro avviso, simili arroganti atteggiamenti non fanno che confermare la necessità di un radicale cambiamento di rotta nella Lega, eliminando personaggi la cui "rappresentatività" politica è sempre stata un punto di domanda, come nel caso dell'eurodeputato Speroni. Costui, di questi tempi grami, ha reso noto a tutti di possedere almeno un'auto da corsa e di lusso (ma potrebbero essere più d'una), ciò che nessun altro ex-motorista al mondo può permettersi neppur di sognare, che va a quella velocità spesso e volentieri, quando gli pare e piace, perchè l'unico "buon senso" che lui riconosce e conta è il suo, e non quello degli altri. Che si vanta di follie come quelle indicate e, infine, che esse appaiono essere le uniche cose che assorbono tutto il suo impegno, al punto da immetterle nel circuito web, quale vanitoso richiamo alla memoria dei posteri. I suoi discorsi al Parlamento Europeo, evidentemente, secondo il suo stesso parere, non meritano, invece, d'esser ricordati. Vuoto totale. Cosa aspettano i leghisti a prendere a calci nel culo, politicamente parlando, un figuro del genere e quelli a lui simili, in alto o in basso che siano?

    Perchè voler far passare come "normali" e nello stesso tempo significativi dei comportamenti come quello del trattore e questo della velocità in auto pare essere una presa per i fondelli di tutte le persone di effettivo buon senso, numerosissime fra i leghisti (vi ricordate quando la Lega faceva riferimento costante, anzi, nella sua critica al sistema faceva leva sul buon senso?). Inoltre, fa venire il dubbio sulla natura della "normalità" in casa leghista, quindi, su quale "normalità" poggino le leggi proposte o approvate dai leghisti nelle istituzioni. La fiducia è andata sotto le scarpe, e comportamenti del genere la affossano ancor più.

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  8. 8

    Giuli

    Sapete realmente in cosa consiste lo scoramento che attraversa la base leghista? Nel non veder cambiare nulla, nel notare che nonostante ci sia un'avversione fortissima nei confronti della vita privata di Berlusconi ancor prima che delle sue iniziative politiche, vi è da parte dei vertici della Lega la stessa impermeabilità alle sciocchezze personali (di cui una è quella riportata al commento precedente) e politiche dei propri rappresentanti.

    Ci sono costanti denunce pubbliche di soprusi, di mancanza di democrazia, di spregio per il diritto di parola degli associati e le regole che disciplinano la vita associativa; ciò che accade è che Bossi stesso, a fronte di un malcontento della base e di una dimostrazione di stima nei confronti di Maroni, minaccia di espellerlo in due minuti.

    Tale atteggiamento si ripercuote a tutti i livelli in cui si articola il partito, per cui se anche Maroni deve affrettarsi ad allinearsi con Bossi per evitare guai, figuratevi più in basso cosa succede. Parafrasando uno slogan della Lega, si potrebbe dire: "Tass militante lumbard".

    Quanto potrà durare questa assenza di democrazia sostanziale nella Lega, questo assoluto disprezzo per le legittime richieste di coloro che votano questi signori?

    Vi è un'altra riflessione da fare: come possono puntare a ottenere l'autonomia dei nostri popoli questi soggetti che non conoscono il valore della libertà del singolo cittadino?. Difatti, non dimentichiamo che il potere proviene dal singolo, il quale si associa per arrivare a risultati che per lui da solo sarebbero impossibili. Ma il mandato non è senza obbligo di rendiconto, e può essere revocato in qualsiasi momento. Che quel momento sia giunto?

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  9. 9

    Aristide

    Mi trovo ancora una volta, in consonanza con Giuli, pur non coincidendo con Giuli, come pure qualcuno afferma di tanto in tanto. Lo dicono, per giunta, con la pretesa di affermare una 'notitia criminis'. Se la cantano e se la suonano: vorrebbero fare tutto loro, la pubblica accusa, il giudice e il boia. Premesso dunque che non sono Giuli, riprendo in parte il suo ragionamento, con particolare riguardo alla discussione delle cause del male che oggi pervade la Lega nord.

    Si dice che ogni popolo abbia la classe politica che si merita, anche i giornalisti che si merita. Non sono completamente d'accordo, almeno in questo sono moderatamente ottimista. Ritengo che gl’italiani, non tutti, ma la maggior parte, siano migliori della classe politica, alla luce del fatto che la politica costa, tutto è congegnato perché la politica sia costosa. Dunque gl’italiani non sono in grado di darsi una rappresentanza politica autentica, a meno che non facciano un quarantotto (così diceva mio nonno, in alternativa all’altra sua espressione, “far bordello”). A suo tempo gl’italiani che lavorano votarono perfino per Berlusconi, perché costui promise di liberarci dal pesante tributo che i cittadini onesti sono costretti a versare ai poteri forti, alla burocrazia di Stato, ai “fanigottoni” (come Berlusconi diceva, allora). Come se i cittadini onesti di oggi fossero gli ateniesi antichi, che dovevano ogni anno mandare a Creta sette fanciulli e sette fanciulle, perché fossero divorati dal Minotauro. La Lega nord andò ben oltre le promesse di Berlusconi: prometteva la rivoluzione. Miglio, poi liquidato da Bossi come «una scorreggia nello spazio», a quel tempo faceva veramente paura, ai poteri forti e ai fanigottoni (espressione meneghina, dal lat. ‘facere ne guttam quidem’: non far neanche una goccia). Poi le cose sono andate come sappiamo. Quanto alla stampa, eviterò di girare il coltello nella piaga, me ne sono già occupato altrove, su Bergamo Info. Dirò qui quel che è strettamente pertinente al tema.

    L’attuale classe dirigente della Lega nord, in primis le sue appendici territoriali (più che “dirigente”, direi però classe “obbediente”), è normalmente prima cooptata e soltanto dopo eletta. I criteri di cooptazione non sono politici, ma burocratici (finalizzati allo stretto controllo dell’apparato), di spartizione e moltiplicazione del potere. Il gioco della cooptazione dall’alto con parvenza di elezione dal basso è fin troppo facile, in bacini elettorali tradizionalmente propensi a votare per la Lega, tanto più che gli elettori sono accuratamente tenuti all’oscuro dei metodi con cui certi signori si sono fatti avanti. Tali metodi sono la mordacchia imposta a chi si ostini a ragionare, l’espulsione delle menti pensanti e recalcitranti, sempre più spesso l’espulsione di militanti innocentissimi, ma colpevoli di aver voluto vedere chiaro nei giochi di potere, oltre che l’espulsione millantata (alle volte è sufficiente propalare la voce che tal militante è espulso, per fargli il vuoto intorno: così lui s’intimidisce, si disgusta, si fa da parte, ed è grasso che cola, perché, fra l’altro, si evita di convocare i probiviri del partito e affrontare la questione ‘in utramque partem’, discutendola da una parte e dall’altra).

    Se questi metodi si sono affermati, ciò è potuto avvenire grazie anche al fuoco di copertura – nella migliore delle ipotesi, grazie all’indifferenza – di certi giornalisti non necessariamente leghisti, spesso anzi di area cosiddetta progressista, ma che ritennero opportuno assurgere a ruolo di ‘king makers’ o, più semplicemente, di tessitori di trame, come usa negli ambulacri romani del potere. Sappiamo tutto del bunga bunga di Berlusconi, ma quasi niente, alle volte proprio niente, dei sistemi di cooptazione, epurazione e conservazione del potere in casa leghista.

    In alternativa, alcuni giornalisti provano obiettiva simpatia per taluni leaderini territoriali, li favoriscono, sulla base di un ‘idem sentire’, cioè di una comunità di vedute, di una comune determinazione a farsi avanti nella vita, sulla scia dell’insegnamento impartito da Maria De Filippi. Già, proprio lei, la moglie del marito di Maria De Filippi, colei che invita i giovani ad essere “determinati” a prescindere, costi quel che costi: e non c’è chi non veda come la determinazione sia un eufemismo per dire, anzi per non dire, “rampantismo”. [In un’altra pagina di Bergamo Info, quella dedicata alla donna ignuda assisa su uno sgabello, ho apprezzato la chiusa: «Diamo la linea alla pubblicità, a tra poco (Maria De Filippi)»: un giorno o l’altro i cittadini chiederanno conto ai dirigenti televisivi, spero, del danno inferto da questa donna alla tenuta morale del popolo italiano].

    Tornando alla classe dirigente – anzi, obbediente – della Lega nord, è chiaro che non ha, non ha più, un progetto politico, a meno che non si spacci per politico l’interessamento per la tutela “bio” dei formaggini di Montevecchia (è un caso che mi sono inventato) o il trasferimento di culi ministeriali da Roma in Lombardia, mentre l’abolizione delle province, per esempio, diventa per costoro un argomento politicamente irrilevante. Anzi: anatema su colui che agita il problema!

    Poiché non hanno più un progetto politico, leader maximi e leaderini territoriali si sono dati alle pubbliche relazioni: trovate mediatiche, sparate colossali, distribuzione di gadget a man bassa. In area orobica, un maestro di trovate mediatiche è stato Calderoli, oggi più tranquillo, per sua stessa ammissione, ma pur sempre conte zio di più di un don Rodrigo locale. Vi ricordate quando nel 2006 Calderoli, allora Ministro delle Riforme, esibì al TG1 la maglietta con la caricatura di Maometto? Calderoli ebbe la sua visibilità, questo è fuori dubbio, ma mise in seria difficoltà il governo italiano, ci furono manifestazioni qui e là nel mondo, gli esportatori italiani furono pesantemente penalizzati. Il presidente Ciampi affermò una volta tanto una cosa giusta: chi ha responsabilità di governo è tenuto ad atteggiamenti responsabili. Provo a tradurre il pensiero di Ciampi: se uno vuol fare il sodomita, padronissimo di farlo. Ma deve impegnare le sue natiche, non quelle degli altri. Calderoli era un ministro, con quell’esibizione di fatto impegnava le natiche degli italiani e dei produttori di beni destinati all’esportazione in area musulmana. Conclusione: Calderoli fu costretto alle dimissioni (questo dimostra, fra l’altro, che l’unica cosa sacra è – ormai e purtroppo – il dio denaro, che è anche lo sterco del demonio).

    Dal 2006 a oggi le cose sono andate peggiorando, l’esempio di Calderoli è stato ripreso e clonato a misura dei leader territoriali, determinati nella loro cupidigia di dominio (‘dominatus cupiditas’, Cic.) a svolgere ruoli sempre più importanti, in sede nazionale, europea, forse anche mondiale. Se veramente esistesse, più che un unico Universo, una pluralità di Universi possibili, un Multiverso, come sostengono alcuni astrofisici, questi leaderini territoriali pretenderebbero di avere una caratura multiversale. Perciò la politica si è ridotta a essere tutta una smargiassata, una gara a chi la spara o la fa più grossa (vedi, qui sopra, l’impresa della quale Speroni si pavoneggia), la politica è tutto un coniglio mediatico (una forma di pubblicità gratuita, se trovi un giornalista compiacente, e normalmente lo si trova), tutto un gadget. Conclusione, alla maniera di Tina Pica: che schifo!

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  10. 10

    Aristide

    Segnalo dal Sole 24 ore di oggi la seguente notizia: «Oggi alle 11, a Milano vertice Coldiretti-Regione per salvare gli allevamenti di suini in Lombardia. Il comparto, tremila aziende e cinque milioni di capi, vale il 40% del totale italiano e sta vivendo la peggiore crisi da trent’anni».

    È evidente che questo è un problema serio. Occorrerebbe intanto indagare le cause della crisi e considerare tutti gli aspetti influenti sul prosciutto italiano e sugli insaccati suini in genere. Quindi verificare se il quadro legislativo, il sistema di repressione delle frodi ecc. abbiano funzionato e se fossero adeguati. Per esempio: relazione tra costi di allevamento e costo dei cereali, garanzie igienico-sanitarie, protocolli veterinari (importanti ai fini dell’esportazione, oltre che per noi stessi) ecc.

    Qualcuno dirà: ma perché riporti la notizia in questa pagina, dove si parla della crisi di credibilità della Lega nord? C’entra, c’entra, ‘tout se tient’, come dicono i cugini d’oltralpe. Il solito leaderino territoriale a questo punto chiederà esenzioni e sgravi fiscali per questi e barriere doganali per quelli. Un uomo politico serio, che continua a esser serio anche quando si occupa di prosciutti, vorrà invece conoscere le cause della crisi del comparto, si domanderà se e quanto la crisi della filiera dei suini sia attribuibile a un malfunzionamento delle condizioni cosiddette al contorno. E, qualora si trovi che la crisi dipende da malfunzionamento ambientale, chiederà che s’intervenga proprio lì, in alternativa alle esenzioni, agli sgravi fiscali, alle barriere doganali ecc. Così si ragionava nella Lega nord, prima che si meridionalizzasse e chiedesse facilitazioni di pronto ritorno elettorale (aveva ragione Leonardo Sciascia: la linea delle palme risale lo stivale, arriva al nord: altro, se è arrivata!).

    Un modesto suggerimento ai nostri politici territoriali: meno gadget e più ragionamento. Poi, dopo essersi occupati dei prosciutti, come pure è doveroso, si occupino dell’uomo, delle sue istanze di libertà, di onore, di piena realizzazione della parte divina che è racchiusa potenzialmente in ciascuno di noi. Diamo un calcio, finché siamo in tempo, alla bestia che è in noi. In particolare, i politici si liberino delle due scimmie che si portano aggrappate alle loro spalle: la scimmia del potere e la scimmia della visibilità. (Dico la scimmia del potere e della visibilità, per analogia a quella della droga, che si dice sia insediata sulle spalle dei tossicodipendenti.)

    Ma della filiera dei suini potrebbero occuparsi anche i giornalisti economici. Facciano una bella inchiesta, nel senso sopra auspicato, che faciliti il lavoro dei politici territoriali. Un giornalismo economico non appiattito nelle pubbliche relazioni potrebbe essere prezioso per la rinascita economica del paese (secondo Serianni, se “paese” significa l’Italia, si scrive con la “p” minuscola o maiuscola, indifferentemente; secondo l’Adelphi si scrive con la “p” maiuscola, altre case editrici prescrivono il contrario).

    Reply
  11. 11

    shitward

    Asini all'oro strame anteporrebbero.

    Reply
  12. 12

    Aristide

    Ben è vero, Shitward. Così dice l'oscuro, che poi tanto oscuro non è, perlomeno in questo frammento, che mi piace ricordare in originale:

    ὄνους σύρματ' ἂν ἑλέσθαι μᾶλλον ἢ χρυσόν.

    In espressione francese:

    L’âne choisirait la paille plutôt que l’or.

    In espressione inglese:

    Asses would rather have straw than gold.

    Però dobbiamo star bene attenti a non nominare gli asini, i quali sono notoriamente suscettibili. Per fortuna, abbiamo imparato a esprimerci senza che lorsignori, intendo dire gli asini, abbiano niente da denunciare come irriverente verso la loro maestà, notoriamente sacra. Così — e non è un caso — si svilupparono le arti marziali che prevedono l'uso delle sole mani e dei piedi, allorché un tiranno impedì al popolo di portare armi di difesa (potevano portare le armi soltanto gli sgherri del tiranno).

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  13. 13

    Platone, il suo cane

    Via libera dato dal Consiglio dei ministri al decreto sui rifiuti, ma con il voto contrario della Lega. Opposizione forte e decisa quella leghista: peccato fosse preconcordata e non serva assolutamente a nulla. Infatti, il no della Lega era stato preventivamente concordato all'interno del governo. «Un modo per marcare le distanze da un provvedimento che il Carroccio non vede di buon occhio», ha spiegato un ministro, presente alla riunione, che si è nascosto dietro l'anonomato. In sostanza, non inficiando il varo del provvedimento, la Lega ha voluto «mettere a verbale» la sua posizione. Cavolo! Che forza!. Grande opposizione! I rifiuti napoletani ci arriveranno in casa debitamente accompagnati da copia del verbale… Fantastico! Magari con annesso campione di merda per controllarne l'autentica provenienza.

    Umberto Bossi: «Il problema dei rifiuti lo abbiamo già risolto una volta (se si ripropone significa che non è risolto – n.d.r.). Se i rifiuti sono ancora per strada vuol dire che i napoletani non hanno ancora imparato la lezione (la "risoluzione" del problema era una lezione? – n.d.r.). E non penso che le Regioni del Nord accoglieranno i rifiuti della provincia di Napoli (impotenza totale, dunque: urge ricorrere ai poteri occulti delle cerchiomagiciste, magari facendo eruttare il Vesuvio – n.d.r.)». Intanto, il decreto c'è, e Bossi sembra non essersi accorto d'aver partecipato al CdM che l'ha approvato.

    Le regioni, per parte loro, confermando l'attuale crisi di intuizione politica da parte del capo leghista, bocciano il decreto approvato dal Consiglio dei ministri. Vasco Errani: «La conferenza delle regioni, esaminata la bozza proposta dal governo, ritiene che non risolva nella sostanza il problema venutosi a creare ed evidenzia la necessità di procedure certe per l'apertura di nuove discariche nella Regione Campania: a tal fine ritiene necessario dare poteri speciali ai sindaci. (Parole vuote, proposte di soluzione ridicole, come spesso, se non sempre gli capita, e a vanvera: Errani, mettiti un vasco in testa! – n.d.r.)».

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  14. 14

    aristodemo

    A CdM ancora in corso, riguardo alla manovra economica si tratta sui tagli alla politica. Su quelli si tratta, obbligatorio,… mentre è giro di vite già deciso su tutto quel che resta da tassare. I mignottoni, tutti, non si smentiscono mai. Politicanti maf…… e la…… E poi si lamentano se qualcuno parla di forche.

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  15. 15

    vecchiobepo

    Le forche di Largo Vittoria, di Largo Vittoria le forche.

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  16. 16

    shitward

    Franco (commento precedente, il primo): “Facile ma … chiediamo un po’ alle oche e ai tacchini la loro opinione sul Natale!”.

    Postcommento: La Lotteria Nazionale Spagnola è una delle più antiche e più importanti del mondo; l’estrazione di Natale è diventata un evento televisivo. Anni fa i giornalisti intervistarono uno dei vincitori e gli chiesero come avesse fatto. Come aveva potuto scegliere il biglietto vincente? Rispose che aveva cercato un biglietto che terminasse con il numero 48. I giornalisti, incuriositi dalla risposta, chiesero allora «Perché proprio il numero 48?». «Perché per sette notti di seguito ho sognato il numero sette, e visto che sette per sette fa 48…».

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  17. 17

    doctorgandalf

    Quando gli asini che volano nel ciel… (http://www.gandolfipercurno.com/Lettera_III.htm)

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  18. 18

    Platone, il suo cane

    «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi emanato il decreto-legge recante misure urgenti in tema di rifiuti solidi urbani prodotti nella Regione Campania. Nel rilevare i limiti di contenuto del provvedimento, che nel testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo, il capo dello Stato auspica che il governo adotti ogni ulteriore intervento necessario per assicurare l'effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania». Lo si legge in una nota della Presidenza della Repubblica. Che farà adesso la Lega?

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  19. 19

    doctorgandalf

    Errata.

    Quando gli asini che volano nel ciel… http://www.gandolfipercurno.com/Lettera_III.htm

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  20. 20

    giustodeiconti

    La bella mano.

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  21. 21

    adelantepedroconjuic

    Zefiro tace et Euro par che spiri.

    Zefiro (il vento della primavera).

    Euro (il vento dell'autunno).

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  22. 22

    antonio

    Ah! Benventuo Giusto dei Conti di Valcurna!

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  23. 23

    Aristide

    Euro o euro, inteso come sterco del demonio?

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  24. 24

    Platone, il suo cane

    Cosa sta succedendo nella Lega? Solo pochi giorni fa si era scatenata una bagarre per la nomina del capogruppo alla Camera, e il cerchiomagicista Reguzzoni era stato confermato nel ruolo fino al 31 dicembre. Ieri, a Romano di Lombardia, alla fine del suo intervento, Umberto Bossi dice: «Giacomo… Vieni qui. Giacomo Stucchi sarà il capogruppo alla Camera. Fra un mese». Chi ci capisce più niente?

    «Eh!, Giacomo, non ti invidio, perché è un lavoro duro…». Cosa intendeva dire Umberto Bossi con queste parole?

    E' evidentemente una faccenda complicatissima.

    E i cronisti: «Allora Reguzzoni…». Marco Reguzzoni dovrebbe a questo punto lasciare l'incarico a Montecitorio ed essere "compensato" con un incarico ministeriale? I leghisti presenti sobbalzano sbigottiti.

    E la storia del cerchio magico? e dei cosiddetti colonnelli (oggi Calderoli e Maroni avrebbero provvisoriamente deposto le armi e sarebbero sostanzialmente alleati contro uno dei vertici del triangolo)? Tutto sparito, tutto messo a tacere. Nessuna spiegazione. E' un cedimento del cerchio magico all'attacco subìto, in attesa di recuperare forze e decidere il da farsi? O un tentativo di isolare Maroni, accontentando Calderoli e tatticamente innalzandolo davanti ai riflettori, fingendo di dargli maggior importanza?

    Ricordiamoci che Umberto Bossi, sostenendo la scelta di Reguzzoni e riferendosi a Stucchi aveva detto: «Reguzzoni? Ho scelto – aveva detto Bossi – uno esperto…». Che esperienze ha maturato Stucchi in questi pochi giorni?

    Bossi è anche tornato a parlare di rifiuti: «Devono stare a Napoli, l'abbiamo detto. Ci volevano un po' fregare, ma io e Calderoli li abbiamo fermati, anche se il Presidente della Repubblica, nel firmare, ha detto che quanto fatto non è abbastanza. Ma la sua è concorrenza sleale… Perché lui è napoletano».

    E ha parlato anche di pensioni e tasse: «Le pensioni delle donne non si toccano fin dopo il 2030 (cioè, mai? Ma come sarà possibile? E gli uomini, padri di famiglia magari monoreddito?). Poi, in materia di tasse: «Sí, abbiamo già preparato il passaggio con i limiti entro cui agire». cioè nessun abbassamento della pressione fiscale, divenuta ormai insostenibile.

    Si è poi concentrato sulle missioni estere, quelle che ieri sono costate una nuova vittima fra i militari italiani in Afghanistan: «Abbiamo tanti uomini in giro, costano un sacco di soldi. E non vedo quale principio stiamo difendendo. Abbiamo uomini in Libia, in Afghanistan e ogni tanto ne muore anche qualcuno. Quando Berlusconi ha parlato con l'inviata americana ha detto: li porto a casa gli uomini, anche dall'Afghanistan».

    Una cosa Bossi dice di sapere: che i soldi per le guerre sono finiti, e questo sarebbe emerso in un incontro col premier «perché all'incontro c'era anche mio figlio Renzo». «Io e Calderoli abbiamo fermato anche i soldi per la guerra, li abbiamo bloccati. Abbiamo speso un miliardo di euro per qualche bombardamento stupido: per un miliardo Berlusconi poteva vincere a Milano (le vittorie elettorali sono solo questione di quattrini?) e abbassare le tasse. Basta guerre. Costano troppo. Le guerre finiscono quando finiscono i soldi». Sic dixit. Non è molto, ma neppur poco…

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  25. 25

    vincenzo

    Capisco.

    Indirizzare, manovrare, manipolare.

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  26. 26

    Christoph

    Vista la bozza di manovra finanziaria, dov'è l'impianto federalistico che dovrebbe caratterizzarla? Che fine ha fatto il pur cosiddetto federalismo? Era una presa per i fondelli per restare seduti sui profumatissimi (di denaro) scranni? A proposito, sacrifici agli altri, e a voi satrapi nulla!

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  27. 27

    renato

    Basta ascoltare Radio Padania Libera per avvertire il fortissimo disagio del popolo leghista, al quale bisognerebbe dare qualcosa di più concreto, in senso materiale ma anche degli indirizzi di governo e, soprattutto, di idee invece dei soliti slogan ormai resi sospetti a tutti.

    Reply

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