La CCIAA di Bergamo ha redatto un report completissimo per descrivere la situazione di crisi. Nessuna traccia di una strategia per uscire dalla crisi. Se si prescinde dai finanziamenti a pioggia, che contribuiscono a creare ingiustizie ed a consumare malamente le scarse risorse pubbliche, i vertici camerali sono troppo concentarti a gestire i loro delicati equilibri interni per riuscire a redigere una vera strategia economica per Bergamo.
La nostra proposta: lanciare un bando destinato a giovani laureati per proporre una strategia e delle soluzioni innovative. I 3 – 5 vincitori, selezionati da professionisti indipendenti, potrebbero essere cooptati nel consiglio camerale in sostituzione dei dipendenti delle associazioni di categoria che, piccolo dettaglio, non potrebbero nemmeno occupare quelle poltrone essendo in palese conflitto d’interesse.
Dichiarazioni del Presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Giovanni Paolo Malvestiti. (31 gennaio 2012)
“Nell’ultimo trimestre del 2011 la produzione dell’industria bergamasca è diminuita di poco più di un punto (-1,1%) ed è scesa di 3,4 punti percentuali sullo stesso periodo del 2010. La forte instabilità sui mercati finanziari, la crisi del debito nell’area Euro e le ripetute ancorché necessarie manovre sui conti pubblici hanno avuto un impatto rapido sull’economia reale nella seconda metà del 2011 sotto forma di un inasprimento delle condizioni di accesso al credito e di un peggioramento delle aspettative e del clima di fiducia di imprese e consumatori.
L’intero anno 2011 si chiude per l’industria di Bergamo con un progresso medio del 2,5 per cento sul 2010 ma il recupero dei livelli produttivi maturato tra il 2010 (+10,6% sul 2009) e l’avvio del 2011 si è poi interrotto, con un’inversione di tendenza a partire dall’estate scorsa. Il peggioramento deriva soprattutto dalla dinamica negativa della domanda e del fatturato interno con ripercussioni sulla produzione delle piccole imprese artigiane (-0,9 nel trimestre e -1,2 per cento su base annua) e in genere dei settori rivolti al mercato nazionale o connessi con i mercati dell’immobiliare, dell’edilizia (il cui giro d’affari è ancora in flessione) e dei beni per l’abitazione.
La debolezza dei consumi incide pesantemente sull’intero comparto del commercio: le vendite al dettaglio a Bergamo nel quarto trimestre del 2011 sono risultate inferiori del 6,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fino al -10,6 per cento nei piccoli esercizi alimentari e al -9,8 per cento nel non alimentare. La distribuzione moderna ha contenuto le perdite ma segna anch’essa una flessione dell’1,3 per cento del giro d’affari tendenziale. Anche nei servizi la dinamica su base annua delle vendite (-5,4%) è negativa e in peggioramento. Dal terzo trimestre dell’anno scorso si è interrotta la tendenza ad un relativo recupero del giro d’affari.
Il peggioramento del ciclo della produzione industriale nell’ultimo trimestre dell’anno non giunge inatteso e si manifesta a Bergamo così come in Lombardia e a livello nazionale con un progressivo calo della domanda e degli ordini interni. Resta tuttavia sostenuta la dinamica delle nostre esportazioni: aumenta il fatturato dall’estero e, nonostante un lieve calo nel corso dell’ultimo trimestre, non riscontriamo segni di cedimento degli ordinativi esteri. Le nostre industrie esportatrici stanno mantenendo quote di mercato e competitività dei loro prodotti, come dimostra anche la quota crescente (al 37,7 per cento) di fatturato realizzato sui mercati internazionali.
Il mercato del lavoro resta la prospettiva prioritaria per valutare con attenzione gli effetti della crisi sul territorio. Nell’ultimo trimestre del 2011 osserviamo un calo degli addetti in tutti i settori, probabilmente più intenso per i contratti temporanei. Nell’industria la variazione destagionalizzata è del -0,7 per cento, nell’artigianato manifatturiero del -0,6 per cento. La Cassa integrazione non diminuisce come ha fatto fino alla metà del 2011 e si consolida a fine anno su un livello ancora significativo. Nel commercio c’è un leggero aumento, forse transitorio, degli addetti, nei servizi invece il calo occupazionale è marcato.
Le previsioni per l’immediato futuro non sono rosee. Produzione, domanda interna e occupazione sono previste, sia nell’industria che nell’artigianato, in ulteriore calo anche nel primo trimestre del 2012. Ma per la domanda estera prevalgono ancora le attese positive. E sui mercati internazionali, tanto più se il recente miglioramento della credibilità del nostro paese nel fronteggiare la crisi del debito pubblico finirà per allentare le condizioni di finanziamento delle imprese, dobbiamo puntare per superare il prima possibile una nuova fase di indebolimento del ciclo economico.
Un ulteriore segnale positivo riguarda gli investimenti dell’industria a Bergamo: nel 2011 gli investimenti, per quasi la metà in macchinari, sono stati pari al 6% del fatturato dell’anno e sono aumentati del 13,4% rispetto all’anno scorso. Affinché questa voce cresca in misura significativa anche nel 2012, rafforzando la competitività e l’occupazione delle nostre imprese è di fondamentale importanza che l’accesso al credito da parte delle nostre imprese, anche delle più piccole, sia libero da ostacoli, restrizioni o costi eccessivi. E in questo senso continuerà ad operare la Camera di Commercio di Bergamo.”
LA CONGIUNTURA ECONOMICA |
Industria, artigianato, commercio e servizi in provincia di Bergamo nel quarto trimestre 2011 |
Servizio Documentazione economica
della CCIAA di Bergamo
31 gennaio 2012
Industria, artigianato, commercio e servizi in provincia di Bergamo nel quarto trimestre 2011
Sintesi dei risultati
Nell’ultimo trimestre del 2011 si conferma a Bergamo, così come in Lombardia e nei dati ancora parziali a livello nazionale, un’inversione di tendenza nel ciclo della produzione industriale.
Il calo a Bergamo è stato del -1,1 per cento nel corso del quarto trimestre 2011, con una variazione del -3,4 per cento nel raffronto con l’ultimo trimestre del 2010. Entrambe le variazioni sono sensibilmente peggiori dei corrispondenti risultati medi regionali.
La destagionalizzazione del più recente dato trimestrale comporta anche una revisione (al -1,3 per cento) della variazione stimata nel terzo trimestre 2011. L’indice della produzione dell’industria bergamasca, dopo aver toccato il minimo a metà del 2009, è risalito fino al termine del 2010, si è sostanzialmente fermato nella prima metà del 2011 ed è scivolato tecnicamente in recessione negli ultimi due trimestri del 2011, come confermato anche dalla parallela contrazione congiunturale del fatturato.
In media d’anno, la produzione industriale dopo il tracollo di 16,7 punti nel 2009, ne ha recuperati oltre 10 nell’intero 2010. L’anno 2011 si è chiuso con un livello medio in crescita sul 2010 del +2,5 per cento, un risultato positivo ma inferiore al risultato regionale (+3,7 per cento).
La flessione dell’indice nell’ultimo trimestre implica un’ “eredità statistica” negativa sull’avvio del 2012. L’ “effetto di trascinamento” del 2011 sul 2012, e quindi l’ handicap che grava sul nuovo anno, sarà di circa il -1,5 per cento, mentre l’anno scorso la variazione acquisita a inizio anno era positiva per 4,5 punti percentuali.
Per sintetizzare il momento che sta attraversando la congiuntura industriale ci si può concentrare su tre altri indicatori rilevanti: gli ordinativi, gli addetti occupati e le previsioni delle imprese.
Gli ordini segnalano una marcata contrazione della domanda interna: le nuove commesse acquisite sul mercato nazionale calano nel quarto trimestre del -3,7% con una tendenza cedente nel corso del 2011. Gli ordini dall’estero sono di poco (-0,5 per cento) al di sotto del risultato del terzo trimestre nel quale si era profilato un peggioramento della tendenza che pare invece attenuarsi nell’ultimo scorcio del 2011. Nella media dell’intero anno 2011 gli ordini interni sono diminuiti del 3,5 per cento mentre gli ordini esteri sono cresciuti dello 0,4 per cento.
Il ruolo fondamentale della domanda internazionale nel sostenere la produzione delle industrie bergamasche, soprattutto nella meccanica, e nel compensare la debolezza dei consumi interni è riconfermato anche dal progressivo incremento (al 37,7 per cento) della quota del fatturato estero sulle vendite complessive, che diminuiscono nella componente del fatturato nazionale (-3,4 per cento) ma aumentano (+1,1 per cento) nel caso delle vendite realizzate fuori dall’Italia.
Per quanto riguarda l’occupazione, la dinamica degli addetti delle imprese industriali intervistate è stata negativa, come tipicamente avviene nell’ultimo trimestre dell’anno, in misura contenuta (-1,4 in termini grezzi, -0,7 se corretta per la stagionalità) ma superiore al corrispondente periodo dell’anno precedente. E l’utilizzo della Cassa integrazione interrompe la tendenza al calo che era stata abbastanza costante nell’ultimo biennio.
Le previsioni delle industrie bergamasche sul primo trimestre del 2012 sono negative e in peggioramento per produzione e domanda interna, ma non per la domanda estera su cui prevalgono, seppur di poco, attese positive.
Le aspettative delle imprese sull’occupazione nel prossimo trimestre sono prevalentemente negative e coerenti, nell’industria, con la previsione del sistema Excelsior sulla domanda di lavoro in provincia di Bergamo relativa alla totalità dei settori economici (-0,7% nel primo trimestre 2012).
Anche il ciclo nell’artigianato manifatturiero è in fase negativa (-0,9 per cento la variazione della produzione nel trimestre, -1,2 per cento su base annua). In questo caso più che i tenui segnali di inversione di tendenza pesa la lunga durata – un triennio circa – della fase di mancato recupero dei livelli di produzione precedenti il 2009. In media d’anno il 2011 si chiude con un debole progresso della produzione rispetto al 2010 (+0,9 per cento, superiore al dato regionale che si ferma al +0,3).
Restano negativi gli andamenti delle vendite e degli ordini e anche l’occupazione dell’artigianato di produzione diminuisce (-1,1 per cento in termini grezzi, -0,6 per cento destagionalizzato) nell’ultimo trimestre del 2011. In media d’anno l’occupazione si riduce nel 2011 del -1,5 per cento .
Nel commercio le vendite nel quarto trimestre sono in forte calo (-6,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso) con un peggioramento marcato nel non alimentare (-10,6%) e nell’alimentare (-9,8%). Più contenuta la flessione (-1,3%) delle vendite della distribuzione moderna. Il numero degli addetti, probabilmente grazie al picco delle assunzioni stagionali, è in leggero aumento nel trimestre. Le aspettative per l’occupazione, e ancor più per il giro d’affari, del prossimo trimestre restano tuttavia negative.
Anche nei servizi il giro d’affari diminuisce su base annua (-5,4%) con un marcato peggioramento rispetto ai trimestri precedenti. In forte calo anche gli addetti. Prevalentemente negative le attese sul primo trimestre del 2012.
INDUSTRIA E ARTIGIANATO MANIFATTURIERO IN PROVINCIA DI BERGAMO NEL QUARTO TRIMESTRE 2011 (OTTOBRE-DICEMBRE 2011)[1]
LA CONGIUNTURA DELL’INDUSTRIA nel 4° trimestre 2011 e dati medi annuali al 2011
Nella rilevazione sul quarto trimestre 2011 sono state intervistate, nelle prime settimane di gennaio, 1.449 aziende industriali lombarde (con almeno 10 addetti), con una copertura del 96 per cento del campione previsto. In provincia di Bergamo hanno risposto 213 aziende industriali (103 per cento del campione teorico).
Nel corso del quarto trimestre del 2011 l’indice della produzione destagionalizzato segna una flessione del -1,1 per cento (che segue una variazione pressoché nulla nel secondo e di -1,3 nel terzo trimestre dell’anno) e scende a quota 97,3. La variazione su base annua è negativa (-3,4 per cento) per la prima volta dall’inizio del 2010.
In base alla revisione [2] della serie destagionalizzata, il ciclo della produzione industriale risulta essere entrato in stallo nella prima metà del 2011 e tecnicamente in recessione a partire dal terzo trimestre del 2011, così come del resto avvenuto in Italia (almeno fino a Novembre, ultimo dato disponibile) e in Lombardia. Il calo consecutivo degli ultimi due trimestri a Bergamo è più intenso di quanto registrato in Lombardia (-0,3 nel terzo e -0,5 nel quarto trimestre).
In termini di variazioni grezze, le imprese di dimensioni maggiori, oltre i 200 addetti, registrano un calo tendenziale della produzione del -4,7%, le medie imprese (50-199 addetti) del -2,2%, le piccole imprese (10-49 addetti) del -3,9%.
Nell’aggregazione dei comparti per destinazione economica delle produzioni, la variazione tendenziale nei beni finali è del -3,5%, nei beni intermedi del -4,2%, nei beni d’investimento del -0,3%.
Rispetto alle precedenti rilevazione muta anche sensibilmente la posizione nel ciclo, in termini di variazione annua, dei diversi settori: diventano prevalenti i settori in contrazione (9 contro i 6 del terzo trimestre) rispetto a quelli in espansione (4 contro i 7 precedenti).
Tra i settori che oltrepassano una soglia minima di significatività, siderurgia e abbigliamento sono in crescita su base annua, in marcata flessione il tessile, la carta-editoria, i minerali non metalliferi, la chimica e le industrie varie. Più contenuti i cali di meccanica, gomma-plastica e legno mobili.
Il risultato di Bergamo è tra i più negativi in Lombardia, dove la variazione media è del -0,7%. Milano è poco al di sopra dei livelli di un anno prima, Brescia contiene la flessione al mezzo punto percentuale.
La distribuzione di frequenza per classe di variazione della produzione tendenziale conferma il progressivo ridimensionamento della quota di imprese in crescita rispetto a quelle in flessione.
Le aziende che dichiarano una variazione tendenziale molto negativa (oltre il -5%) della produzione aumentano dal 28,5 per cento della volta scorsa al 36,5 per cento attuale, mentre calano dal 38,9 per cento al 26,5 le imprese con incrementi oltre il 5 per cento.
Il saldo complessivo tra segnalazioni di aumento e diminuzione si riduce , per il quarto trimestre consecutivo, ed entra in territorio negativo (-4,6).
Il tasso di utilizzo degli impianti ha interrotto da qualche tempo il recupero e non raggiunge il livello del 70% al di sopra del quale si colloca il dato medio regionale, peraltro in flessione da due trimestri consecutivi.
Il fatturato totale a prezzi correnti – al lordo quindi dell’ inflazione – cala su base trimestrale (-1,6%) . La variazione è nulla rispetto a un anno fa, con tendenza al ripiegamento. La dinamica congiunturale è negativa per le vendite sul mercato interno (-3,4%) mentre il fatturato estero, in un trimestre caratterizzato anche da un moderato deprezzamento del cambio dell’euro, è in crescita del +1,1%.
L’andamento del fatturato in termini grezzi registra su base annua risultati positivi per la meccanica: +3,2% le vendite totali, +7% quelle all’estero. Segno invece negativo per il tessile:-11% il fatturato totale, contenuta al 4% la flessione del fatturato estero.
La quota del fatturato estero sul totale si mantiene elevata (37,7%, il valore più alto degli ultimi anni) e in progresso anche rispetto ai livelli pre-crisi.
L’andamento degli ordini totali, espresso in termini di numero di giorni di produzione equivalenti alle nuove commesse acquisite nel corso del trimestre, è in leggero recupero sia a Bergamo che in Lombardia dopo un andamento altalenante.
L’andamento in valore (deflazionato e destagionalizzato) degli ordinativi conferma invece un progressivo indebolimento della domanda interna con un netto peggioramento a fine anno sia su base trimestrale (-2,6%) che in termini tendenziali (-3,7%).
Meno negativa la tendenza degli ordini dai mercati internazionali: la distanza dai livelli dell’anno prima (-3%) si associa ad una flessione tutto sommata modesta nel trimestre (-0,5%) e ad una relativa tenuta del livello dell’indice.
In termini di dati grezzi, la meccanica registra un incremento degli ordini nel trimestre e una crescita significativa degli ordinativi esteri rispetto a un anno fa. Nel tessile si riscontra invece una caduta marcata sia degli ordini internazionali che di quelli interni.
Equilibrio totale nelle valutazioni delle giacenze di prodotti finiti, con solo una lievissima prevalenza di giudizi di scarsità per i magazzini della meccanica. I giudizi sulle scorte rappresentati in termini di saldo sono caratterizzati nelle ultime rilevazioni da notevoli oscillazioni. Per oltre l’80% del campione delle imprese intervistate il livello delle scorte è tuttavia adeguato.
I prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti sono ancora in fase di crescita ma in decelerazione da tre trimestri consecutivi .
La crescita nel trimestre (+1,3% le materie prime, +0,7% i prodotti finiti) è inferiore rispetto ai trimestri precedenti.
Nel confronto su base annua la variazione dei prezzi si mantiene su valori ancora elevati ma accenna un ripiegamento per le materie prime al +13,1% e per i prodotti finiti al +5,6%.
Gli incrementi di prezzo delle materie prime più marcati nel trimestre sono riportati dalle industrie dei minerali non metalliferi e del tessile-abbigliamento.
Il divario tra la dinamica dei prezzi in entrata e in uscita dalla produzione resta significativo e non è quindi privo di effetti sui margini operativi delle aziende.
Gli addetti
Il numero degli addetti delle imprese del campione diminuisce nettamente (-1,35 per cento la variazione grezza nel trimestre) come risultato a saldo di un tasso d’ingresso di 1,14 e di un tasso di uscita di 2,50. Il dato destagionalizzato, che neutralizza gli effetti di calendario, è anch’esso negativo (-0,68%).
Gli addetti della meccanica sono in calo (-2,1 la variazione grezza) nel trimestre (1,22% il tasso d’ingresso e 3,35 il tasso di uscita). Nel tessile ad un tasso di ingresso di 0,41 è corrisposto un tasso di uscita di 0,75 con un saldo negativo del-0,3 per cento nel trimestre. Su 13 settori 7 riportano variazioni negative (oltre a meccanica e tessile perdono addetti minerali non metalliferi, mezzi di trasporto, abbigliamento, carta-editoria e gomma-plastica ). Invariato il legno-mobili, in crescita siderurgia, chimica, alimentari e industrie varie.
I problemi per l’occupazione non derivano tanto dal saldo negativo tra ingressi e uscite, abbastanza tipico a fine anno anche per il venire a scadenza di molti contratti a termine, quanto dalla prospettiva di un indebolimento del ciclo. Il mercato del lavoro manifatturiero, dopo l’occupazione persa nel 2009, e a fatica mantenuta nel biennio successivo, affronta un quadro congiunturale peggiorato e un contesto di attese negative sulla domanda.
L’inversione del ciclo, al momento presente solo nell’indice di produzione, spiega, almeno per la parte industriale, la previsione negativa sui movimenti occupazionali del primo trimestre 2012 contenuta nel recente report di Excelsior (vedi nella macroarea “Informazione economica” del sito www.bg.camcom.gov.it ).
Con riferimento ai dati grezzi della congiuntura, anche per l’occupazione, il risultato di Bergamo è più negativo della media regionale e delle flessioni riscontrate a Milano e Brescia.
E’ in leggero aumento su base trimestrale il ricorso alla Cassa integrazione. Si tratta di ore effettivamente utilizzate nel trimestre e non solo richieste, a volte a titolo precauzionale, dalle aziende.
A Bergamo le aziende che hanno fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni negli ultimi tre mesi del 2011 sono il 18,8 % del campione, in crescita rispetto al 16,6% del trimestre precedente. Andamenti diversi nei settori: in lieve peggioramento nella meccanica (18,4% rispetto al 17,1% nella precedente rilevazione) e nell’abbigliamento (38,5% contro il 30,7% precedente); in miglioramento nella chimica (6,3% contro il 12,5% precedente) e in relativo progresso nel tessile (41,7% rispetto al 50% precedente). La quota di aziende che utilizzano la Cassa integrazione si mantiene tuttavia su valori più alti di quelli precedenti la crisi.
In volume orario la Cassa integrazione utilizzata sale al 2,1% del monte ore trimestrale, rispetto al 1,9% del trimestre precedente. In particolare nella meccanica sale al 2,3% (rispetto al 2 % precedente). Cala invece nell’abbigliamento al 3,9% (contro il 7,2 precedente), nella chimica allo 0,7% (contro l’ 8,3% precedente) e nel tessile al 3,9% (5,1% nel terzo trimestre).
L’andamento dell’utilizzo effettivo della Cassa integrazione nel campione delle imprese industriali, espresso in percentuale sul monte-ore totale del trimestre, è coerente con quello delle ore autorizzate all’intero settore manifatturiero in provincia di Bergamo; anche queste ultime registrano, secondo i dati INPS, un incremento nella seconda metà dell’anno.
Le previsioni
Sono prevalentemente negative e in marcato peggioramento le previsioni delle imprese sull’ultimo trimestre dell’anno per quanto riguarda la produzione (saldo percentuale di -13 punti), l’andamento della domanda interna (-26,6) e l’occupazione (-6,7 punti). Pare invece arrestarsi il deterioramento delle aspettative sulla domanda estera che vede prevalere ancora (+3,1 punti) gli ottimisti.
INDUSTRIA BERGAMO. Dati di sintesi
Variazioni congiunturali (dati destagionalizzati) nel trimestre
|
2010 |
2011 |
||||
|
IV trim |
I trim |
II trim |
III trim |
IV trim |
|
Produzione |
5,2 |
-0,6 |
-0,1 |
-1,3 |
-1,1 |
|
Ordini interni (1) |
1,3 |
-2,9 |
-0,3 |
-1,8 |
-3,7 |
|
Ordini esteri (1) |
-0,3 |
0,8 |
-1,3 |
-2,3 |
-0,5 |
|
Fatturato totale |
2,5 |
2,8 |
0,1 |
-0,7 |
-1,6 |
|
Quota fatturato estero (2) |
34,7 |
37,1 |
36,0 |
37,6 |
37,7 |
|
Prezzi materie prime |
2,9 |
5,4 |
3,9 |
2,0 |
1,3 |
|
Prezzi prodotti finiti |
0,9 |
2,1 |
1,6 |
1,1 |
0,7 |
|
Occupazione |
0,2 |
-0,1 |
0,3 |
0,4 |
-0,7 |
|
(1) Ordini: valori a prezzi costanti
(2) Livello in %
Variazioni tendenziali (dati corretti per i giorni lavorativi) su base annua
|
media |
2011 |
media |
||||||
|
anno 2010 |
I trim |
II trim |
III trim |
IV trim |
anno 2011 |
|||
Produzione |
10,6 |
8,8 |
3,2 |
2,2 |
-3,4 |
2,5 |
|||
Ordini interni (1) |
12,2 |
1,4 |
-2,9 |
-3,6 |
-2,6 |
-3,5 |
|||
Ordini Esteri (1) |
12,2 |
6,8 |
1,7 |
-4,0 |
-3,0 |
0,4 |
|||
Fatturato totale |
9,7 |
13,2 |
6,4 |
4,5 |
0,0 |
5,9 |
|||
Prezzi materie prime |
8,6 |
15,6 |
14,9 |
15,0 |
13,1 |
14,6 |
|||
Prezzi prodotti finiti |
0,3 |
5,2 |
5,6 |
5,9 |
5,6 |
5,6 |
|||
Occupazione |
-2,7 |
-0,8 |
-0,1 |
0,7 |
-0,2 |
-0,1 |
|||
(1) Ordini: valori a prezzi costanti
Fonte: Camera di Commercio di Bergamo
GLI INVESTIMENTI NELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA
In occasione della rilevazione sulla congiuntura del quarto trimestre viene svolta anche, sullo stesso campione industriale, l’indagine sugli investimenti realizzati nell’anno e su quelli previsti nell’anno successivo.
Il 61,2% delle industrie di Bergamo (contro un dato medio regionale del 54,4%) ha fatto investimenti nel corso del 2011 e una percentuale minore (46,3%) prevede di effettuarne anche nel 2012 (contro il 43,8% della media lombarda). Nel 2010 la quota delle aziende bergamasche investitrici era stata del 62,3%.
L’ammontare complessivo degli investimenti industriali a Bergamo nel 2011 è stato superiore del 13,4% a quelli dell’anno precedente (+14,4% il dato regionale), una variazione inferiore a quella realizzata nel 2010 sul 2009 (+22,8%). La previsione delle imprese è che nel 2012 l’aumento annuale sarà del +11,7% (+13,9% in Lombardia).
Sull’intero valore del 2011, la quota più significativa è costituita dagli investimenti in macchinari (47,6% a Bergamo contro il 56,5% in Lombardia). Gli investimenti in fabbricati hanno pesato per il 12,3% (13,4% in Lombardia), quelli in ICT per l’8,6% (10,9% in Lombardia) e la voce residua degli “altri investimenti” per il 24,5% (19,1% in regione).
Complessivamente gli investimenti nel 2011 sono stati pari al 6% del fatturato delle industrie bergamasche (contro il 5,4% in regione), solo di poco inferiore all’analoga quota del 2010 (6,4%). In Lombardia gli investimenti del 2010 erano pari al 6,7% del fatturato.
LA CONGIUNTURA DELL’ARTIGIANATO DI PRODUZIONE nel 4° trimestre 2011 e i dati medi annuali del 2011
Nell’artigianato di produzione, l’indagine realizzata nel mese di gennaio 2012 ha raccolto le risposte di 1.171 aziende (con almeno 3 addetti) in Lombardia pari al 106% del campione, di cui 172 in provincia di Bergamo (con una copertura campionaria del 131%).
Nel quarto trimestre l’indice destagionalizzato della produzione artigiana è calato
(-0,9% la variazione congiunturale), portandosi a quota 77,3, con una diminuzione sull’anno precedente pari al -1,2%. Il gap da recuperare per tornare ai livelli pre-crisi dell’inizio 2008 resta ben oltre (a Bergamo come in Lombardia) i 20 punti percentuali.
La distribuzione per classe di frequenza delle risposte (relative alla variazione grezza tendenziale) conferma un indebolimento del ciclo.
Aumenta (dal 37,1% al 42,1%) la quota delle aziende che registrano cali produttivi pesanti (oltre il -5%) e diminuisce anche (dal 28,9 al 6%) l’incidenza di quanti dichiarano incrementi superiori al +5%.
Le risposte negative superano per la seconda volta consecutiva quelle positive e il saldo scende da -3,8 nel terzo a -12,2 nel quarto trimestre.
Su 11 settori rappresentati nel campione ben 8 registrano variazioni tendenziali negative. Tra i settori in progresso spicca il buon risultato della meccanica (+4,2%).
I risultati dell’artigianato manifatturiero di Bergamo, corretti per i giorno lavorativi, sono di poco migliori della media regionale (-2,7%).
L’andamento del fatturato è negativo sia nella dinamica trimestrale (-1,3%) che nel confronto su base annua (-2,3%).
Gli ordinativi, che nell’artigianato riguardano in misura preponderante il mercato nazionale, sono in calo su base annua (-6,8%) ma senza un peggioramento significativo nella dinamica trimestrale.
Gli addetti nel trimestre calano del -1,1% a saldo di un tasso d’ingresso di 1,1% e di un tasso di uscita di 2,3%. La variazione destagionalizzata è anch’essa negativa
(-0,6%).
Anche nell’artigianato di produzione cresce l’utilizzo della Cassa Integrazione[3]. Nel quarto trimestre 2011 il 15,1% delle imprese artigiane manifatturiere (con almeno 3 addetti) ha utilizzato la Cassa Integrazione, ( contro l’ 11,9 nel precedente trimestre). Anche in termini di monte ore utilizzato sale al 2% contro l’ 1,7% del secondo trimestre.
Le aspettative vedono una prevalenza (in termini di saldo percentuale grezzo, non destagionalizzato) di segnalazioni negative per produzione, domanda interna e occupazione. Anche gli artigiani manifatturieri dimostrano invece più ottimismo sull’andamento della domanda estera.
COMMERCIO E SERVIZI IN PROVINCIA DI BERGAMO NEL QUARTO TRIMESTRE (OTTOBRE-DICEMBRE) 2011
Il commercio al dettaglio nel 4° trimestre 2011
L’indagine congiunturale nel commercio al dettaglio ha coinvolto nel mese di gennaio 934 imprese lombarde con un numero di addetti compreso tra 3 e 199 (84% del campione teorico). In provincia di Bergamo hanno risposto 104 imprese con una copertura sul campione teorico pari al 91%[4].
Il volume d’affari nel quarto trimestre del 2011 è ancora in calo (-6,2% in provincia di Bergamo, -4,8% in Lombardia) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e in peggioramento rispetto ai trimestri precedenti.
La riduzione del giro d’affari su base annua continua ad essere molto marcata e in peggioramento sia nel comparto dei beni alimentari (-9,8% a Bergamo, -5,7% in Lombardia) che nel settore non alimentare (-10,6% a Bergamo, -7,2% in Lombardia) .
Flessioni più contenute nel commercio al dettaglio non specializzato, corrispondente in linea di massima alla grande o media distribuzione: Bergamo segna una variazione del -1,3%, la Lombardia del -2%.
Sia a Bergamo che in Lombardia le vendite vanno peggio nelle imprese di piccola dimensione. In quelle tra i 3 e i 9 addetti il calo è di 8,6 punti percentuali a Bergamo e di oltre 7 in regione; tra i 10 e i 49 addetti le variazioni sono del -7,8 a Bergamo e -3% in Lombardia. Per le imprese maggiori (tra 50 e 200 addetti) risultato stabile a Bergamo (0%) ma in flessione in Lombardia (-2%).
Il saldo percentuale tra variazioni di aumento e diminuzione è negativo e in peggioramento a Bergamo (al -49% dal -35,6% del trimestre scorso), così come in regione (al -39,1% dal precedente -28,1%).
Il 53,9% (rispetto al 50% nello scorso trimestre) del campione provinciale registra un calo su base annua degli ordini ai fornitori e il saldo percentuale complessivo resta negativo: -43,1% (rispetto al -38,5% nello scorso trimestre).
Prezzi segnalati in aumento a Bergamo (+0,6%) e in Lombardia (+0,7%).
L’occupazione è in leggero aumento nel quarto trimestre del 2011 a Bergamo, (+0,2%) come risultato di un tasso d’ingresso del 1,7% e di un tasso di uscita del 1,5%. Anche in Lombardia il commercio recupera addetti:+0,5% a saldo di un tasso d’ingresso del 3,2% e d’uscita del 2,7%. E’ probabile che il recupero dell’ultimo trimestre rifletta, in modo analogo a quanto verificatosi sul finire del 2010, un incremento dell’occupazione stagionale.
Per quanto riguarda le prospettive per il trimestre successivo, il saldo tra segnalazioni di segno opposto (aumento-diminuzione) è pesantemente negativo per le vendite (saldo negativo per -45,1 punti) e, a conferma del carattere probabilmente transitorio dell’incremento nell’ultimo trimestre del 2011, per l’occupazione (-15,5 punti di saldo). Anche nell’insieme della Lombardia previsioni negative per le vendite (-43,3 punti di saldo) e per l’occupazione (-8,7).
I servizi nel 4° trimestre 2011
L’indagine congiunturale nei servizi ha riguardato 1.464 imprese in Lombardia (nei settori: costruzioni-edilizia, commercio all’ingrosso, alberghi e ristoranti, trasporti e attività postali, informatica e telecomunicazioni, servizi avanzati alle imprese, altri servizi alle imprese, servizi alle persone) con 3 addetti e più, pari al 104% del campione previsto, 149 (99% del campione previsto) di queste in provincia di Bergamo[5].
Il volume d’affari nell’insieme dei servizi indagati, è in diminuzione su base annua a Bergamo (-5,4%), in forma meno accentuata in Lombardia (-2,7%) e con tendenza al peggioramento.
Il saldo percentuale tra segnalazioni di aumento e diminuzione è negativo a Bergamo, (-20,8) in forte peggioramento rispetto alla precedente rilevazione (-8,1%). La quota delle aziende commerciali con forti cali del giro d’affari (oltre il -5%) cresce dal 33,8% al 40,3% del totale. Anche in Lombardia il saldo è negativo (-18,6%), in peggioramento rispetto al precedente risultato (-5,4%).
Soprattutto a causa della non sempre completa copertura campionaria a livello provinciale – che rende utile o necessario un sistematico confronto col dato medio regionale – sono molto differenziate le dinamiche del giro d’affari su base annua.
Nelle costruzioni (29 risposte dal campione provinciale) la dinamica tendenziale è in calo a Bergamo (-5,8% rispetto al precedente -0,3% ); in Lombardia si conferma la flessione (-5,4% rispetto al -3,8% dello scorso trimestre).
Nel commercio all’ingrosso (36 risposte), risultato ancora negativo a Bergamo
(-3,8 % come lo scorso trimestre) mentre a livello regionale si registra un calo al
-2,5% rispetto al -0,4% dello scorso trimestre.
Negli alberghi, bar e ristoranti (17 risposte), il volume d’affari è in calo a Bergamo (-5,4% contro il precedente -6,6%); in regione il calo è del -5% contro il -5,3% dello scorso trimestre.
Negativa l’attività dei trasporti a Bergamo (-2,8% contro il -6% precedente) (26 risposte) e in Lombardia (-1,2 dopo il +0,2% del trimestre scorso).
Nell’informatica e telecomunicazioni (11 risposte) la variazione tendenziale torna negativa a Bergamo (-3,4% rispetto al +5,3% della precedente rilevazione), così come in Lombardia (-4,6% dopo il+0,1% dello scorso trimestre) .
Nei servizi avanzati alle imprese (ricerca e sviluppo, servizi professionali e imprenditoriali, ecc. con 16 risposte) il volume d’affari a Bergamo è ancora in calo
(-8,4% rispetto al precedente -2,3%) mentre resta positiva a livello regionale (+1% dopo il +4,3% nel trimestre precedente).
Negli altri servizi alle imprese (finanziari, immobiliari, vigilanza, pulizia con sole 5 risposte) è sempre in calo il giro d’affari a Bergamo ( -1% dopo il -1,3% della volta scorsa); negativo anche in Lombardia (-0,6% dopo il precedente -0,9%).
Infine nei servizi alle persone (istruzione e sanità private, attività ricreative, lavanderie, parrucchieri, ecc. con 9 risposte) peggiorano le vendite a Bergamo
(-13,3% contro il -2,2% precedente) così come in Lombardia (-6,2% rispetto al precedente -1,8%).
Si confermano in leggero rialzo nel trimestre i prezzi dei servizi forniti a Bergamo (+0,3%) e in regione (+0,2%).
Si accentua nel trimestre il calo dell’occupazione nel complesso dei servizi a Bergamo (-5,2%) e più lievemente in Lombardia (-0,7%).
Le prospettive per il volume d’affari nel trimestre successivo formulate dalle imprese di servizi di Bergamo vedono prevalere il pessimismo con un saldo percentuale tra segnalazioni di segno opposto pari a -23,3%. Negative (-10,9%) anche le previsioni per l’occupazione.
In Lombardia il saldo delle attese è negativo (-22,7%) per il volume d’affari e per l’occupazione (-10,3%)
Servizio Documentazione economica
della Camera di Commercio I.A.A. di Bergamo
31 gennaio 2012
[1] Dal primo trimestre 2011, l’indagine congiunturale regionale sull’industria e sull’artigianato di produzione ha rinnovato il proprio impianto metodologico per avvicinarsi il più possibile ai criteri adottati in analoghe rilevazioni a livello nazionale (Istat) ed europeo (Eurostat). Le due principali modifiche hanno riguardato l’adozione della nuova classificazione delle attività economiche (ATECO2007) e un nuovo metodo di trattamento dei valori anomali o outliers. Come conseguenza, le nuove serie storiche degli indici, ricostruite a partire dal 2002 e ancora in corso di verifica, non sono confrontabili con quelle pubblicate in precedenza.
[2] Nella procedura di destagionalizzazione (Tramo Seats utilizzata anche da Istat, Eurostat e dai principali istituti di ricerca) ogni nuovo dato trimestrale porta ad una stima migliore del modello di correzione per i giorni lavorativi e quindi alla possibile revisione dei dati della serie stimati in precedenza. Può quindi succedere, come in questo caso, che alla luce del più recente risultato i valori delle variazioni degli ultimi trimestri cambino, anche di segno, rispetto ai precedenti comunicati. Ne deriva una “retrodatazione” dell’inizio della recessione del ciclo industriale in provincia al terzo trimestre 2011: il risultato formalmente negativo del secondo trimestre è compreso nel margine di errore statistico e va quindi più correttamente letto come una fase di stazionarietà del ciclo. Per un riscontro più accurato dell’andamento della serie storica si raccomanda sempre il riferimento al dato medio regionale, statisticamente più robusto del sottoinsieme provinciale.
[3] Dal secondo trimestre 2010 è stata aggiunta anche per l’artigianato una domanda relativa all’ utilizzo della Cassa Integrazione, che nella tipologia in deroga riguarda anche le piccole imprese escluse da CIG ordinaria e straordinaria.
[4] Le imprese di maggiore dimensione risultano sottorappresentate, sia nel campione regionale che in quello provinciale. Considerata la difficoltà di ottenere dalla grande distribuzione dati disaggregati per provincia o per punto di vendita, si ritiene che il dato medio di sintesi rispecchi la percezione del clima congiunturale prevalente nei piccoli negozi e negli esercizi di piccole-medie dimensioni. La serie storica troppo breve (la prima indagine è stata realizzata a metà del 2006) non consente ancora di destagionalizzare i dati forniti trimestralmente dalle imprese. Per questo motivo viene prevalentemente commentato il dato della variazione tendenziale, su base annua.
[5] Anche per l’indagine dei servizi, avviata nel 2006, la brevità della serie storica non consente la destagionalizzazione dei dati. Valgono le avvertenze già riportate per le indagini degli altri settori, con la raccomandazione di valutare il risultato settoriale privilegiando il livello regionale, statisticamente più robusto.