NATALE 2016
Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Commento
La venuta del Salvatore è segnalata in un modo davvero strano: «troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Ci può essere un modo più strano di presentarsi da parte del Figlio di Dio? Chi può credere che un bambino avvolto in poveri panni e giacente in una stalla sia il Creatore e il Salvatore?
Dio vuole convincere non con un atto di potenza, che è sempre costrittivo, ma vuole conquistare la nostra fiducia. Solo sulla fiducia si costruiscono relazioni stabili di amicizia, fondate sul rispetto e l’aiuto reciproco. Non c’è cosa più bella della fiducia, come non vi è male più grave del tradimento e del sospetto. Ora Dio vuole che il nostro rapporto con Lui non sia fondato sul timore, ma sulla fiducia, perchè solo così noi siamo indotti ad ascoltarlo e a seguirlo.
Ora che cosa ci può essere di meglio per creare questo rapporto che presentarsi nella semplicità, di un bambino, il quale è incapace di qualsiasi minaccia e di qualsiasi inganno?
Un bambino non può essere che accolto; è solo capace di buttarsi nelle braccia della mamma, vive di fiducia, non conosce la diffidenza. Il Figlio di Dio si pone in mezzo a noi come bambino, come esempio di questa confidenza, di questo abbandono. Dio dunque suscita fiducia in noi fino al punto di dare se stesso inerme nelle nostre mani. Dio per guarire il cuore dell’uomo diffidente e pauroso sceglie la via del dialogo di fiducia, che si mostrerà in tutta la sua ampiezza nel corso della sua vita terrena fino ad offrire la sua vita sulla croce.
La fedeltà dell’uomo alla sua Legge dipende dalla fiducia che abbiamo in Lui. Spesso è troppo debole e quindi cadiamo nel male, come hanno fatto i primi uomini che hanno dubitato di Lui. La nostra salvezza inizia da un rinnovato atto di fiducia in Dio.
Ma pure Dio ha fiducia nell’uomo.
Il Figlio di Dio si mette tra le nostre braccia, perchè ha fiducia in noi. Egli non ci disprezza, anzi ci ama, sa che insieme a Lui possiamo fare grandi cose, anche se siamo scettici. Siamo oggetto della sua stima, del suo interessamento del suo amore.
Questo rinnovato rapporto tra Dio e l’uomo è la base di ogni legame religioso.