DOMENICA XIV ANNO C
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati, 6, 14-18.
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Dal Vangelo secondo Luca, 10, 1-20.
In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Commento
Secondo la mentalità antica, il numero 72 indicava l’insieme dei popoli della terra; quindi la missione dei 72 discepoli manifesta il carattere universale della missione di Gesù. Questa presenta alcuni caratteri specifici.
– La missione cristiana ha per protagonista solo Gesù; gli inviati non devono annunciare se stessi, nè tanto meno pensare ai loro interessi. Devono essere ad esclusivo servizio del messaggio evangelico e non perdersi in altre preoccupazioni come l’equipaggiamento necessario.
– Questo annuncio è caratterizzato dall’urgenza: non si può perdere tempo in saluti e convenevoli senza fine, come era nelle abitudini degli Orientali; inoltre occorre riunire il più grande numero di operai, perchè sia portato a conoscenza a tutti i popoli, cioè le 72 nazioni della terra.
– L’urgenza è determinata dalla necessità del bene che l’annuncio evangelico porta con sè: la PACE, che equivale alla venuta del Regno di Dio e ne è la sua espressione.
La parola Pace in ebraico indica la pienezza di vita: la Pace non riguarda solo l’assenza di discordie, ma l’assenza di ogni male e la presenza di ogni bene: l’amore, la fratellanza, la gioia di vivere, l’armonia tra i popoli, tra l’uomo ed il creato e tra l’uomo e Dio; quest’ultimo rapporto è il fondamento di tutti gli altri.
– L’annuncio del Regno di Dio non è solo, come molti credono, la proposta di una legge morale nuova, di un comportamento virtuoso, ma la proclamazione di un Evento che contiene le ragioni di fondo, perchè trasforma sostanzialmente la situazione umana e rende possibile una condotta nuova. L’Evento è Gesù, il Figlio Eterno donato dal Padre per amore. Attraverso l’umiliazione della croce, espressione della sua dedizione e del suo perdono totale, Gesù diviene oggetto di ammirazione e di perpetua riconoscenza. Lo stile di Gesù, che si ispira alla bontà del Padre e non vuole essere altro, si pone per noi come insuperabile modello di comportamento verso i fratelli: l’ammirazione e la riconoscenza si traducono nel dovere della imitazione. Questo approccio a Gesù trova nell’apostolo Paolo, una perfetta esemplificazione, quando dichiara che non trova nulla di più grande della croce di Gesù. Egli vuole che ciò di cui si gloria divenga la ragione profonda della sua vita, amare i fratelli come Gesù. Naturalmente l’annuncio del Regno di Dio ad opera dei 72 discepoli non contiene l’annuncio pasquale, perché avviene prima della morte di Gesù; tuttavia, è un’anticipazione della missione universale inaugurata da Cristo dopo la Pasqua.