I costi delle case di riposo sono sempre più alti e questo è un trend che continua ormai da tempo, anche da prima del Covid e, in particolare, proprio in Bergamasca.
I sindacati però segnalano come da qualche tempo «diverse famiglie lombarde hanno trovato nella propria casella postale una lettera che, parola più, virgola meno, nelle prime righe dice così: “con la presente desideriamo informarvi che la retta di degenza subirà un incremento, reso necessario dopo il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale”».
Questa motivazione però a Spi Cgl Lombardia proprio non va giù. «È inaccettabile che le strutture facciano intendere che l’elevato costo a carico delle famiglie sia dovuto al rinnovo di un contratto nazionale atteso da tempo – commenta Daniele Gazzoli, segretario Generale di Spi Cgil Lombardia – ancora una volta gli interessi di lavoratori e ospiti vengono strumentalizzati e messi in contrapposizione tra loro per giustificare la gestione privatistica di parte del settore».
In questa situazione il sindacato vede una chiara dimostrazione di «debolezza di Regione Lombardia nel governo di questo importante settore dell’assistenza agli anziani», ricordando che la regione ha stanziato risorse importanti per andare incontro al maggiore carico assistenziale di alcune tipologie di ospiti, a copertura di una buona parte del costo dei farmaci, prima totalmente a totale carico delle Rsa, e anche un contributo ai maggiori costi dovuti ai rinnovi di alcuni dei tanti contratti nazionali presenti nelle Rsa».
Sara Carrara