Si è svolta lo scorso 30 novembre la consueta assemblea per l’approvazione del bilancio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Bergamo, l’ultima dell’attuale consiglio, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Al centro delle riflessioni del Presidente, Alberto Carrara, riconfermato in carica alle recenti elezioni del 15 e 16 novembre scorsi, la grave situazione economica e della finanza pubblica di questo periodo, che si sta facendo sentire anche tra i commercialisti orobici, alle prese con fatturati in calo e con difficoltà connesse all’incasso dei corrispettivi dovuti per le prestazioni effettuate.
Difficoltà di cui l’Ordine di Bergamo è ben consapevole, tanto da decidere per il prossimo anno la riduzione della quota associativa, rimasta invariata dal 2008. Il contributo richiesto passerà dai 400 euro attuali a 370, di cui 150 a favore del Consiglio Nazionale. Confermata anche la scelta di ridurre la quota annuale per i giovani neoiscritti, che verseranno 200 euro per i primi cinque anni d’iscrizione, contro i 220 euro richiesti quest’anno. Riduzioni attivate grazie alla gestione oculata delle risorse dell’Ordine del corrente mandato così come sempre fatto nei precedenti.
Nonostante le difficoltà del periodo, tanti sono stati gli elementi positivi evidenziati nelle riflessioni di Carrara. Prima di tutto il numero degli iscritti, in continua crescita e passati dai 1573 del 2011 ai 1601 di quest’anno, così come il numero dei praticanti, passato in 12 mesi da 184 a 207. Buone notizie anche sul fronte della formazione, ambito nel quale l’Ordine ha organizzato nel corso del 2012 110 eventi per un totale di 485 ore, di cui 200 gratuite.
Un impegno quello sul fronte formativo che continuerà anche il prossimo anno, perché, ha commentato Carrara, “l’obbligo della formazione professionale continua non sostituisce, bensì integra la formazione che ognuno di noi effettua quotidianamente e che è indispensabile per poter competere sul mercato con altri interlocutori che hanno meno vincoli di quelli a noi imposti e per coltivare competenze che possono vederci interlocutori seri e affidabili per imprese e enti pubblici”.
Confermata infine la vocazione dell’Ordine come “casa comune”, in cui usufruire di tanti servizi e dialogare costruttivamente con il Consiglio, nell’interesse di una professione che secondo Carrara “deve evolversi verso un ruolo di garanzia nell’ambito delle dinamiche economiche, a difesa dei tanti attacchi a cui siamo soggetti”.
One Comment
Giuseppe Allevi
Vediamo se l’Ordine riuscirà a bloccare il flusso enorme di denaro che viene sotratto ai commercialisti ed ai loro clienti per finire nelle tasche delle organizzazioni di categoria.
Quest’ultimi effettuano una concorrenza sleale utilizzando la cciaa come schermo.
Sino ad ora i rappresentanti dell’Ordine hanno guardato altrove ma speriamo che in futuro si muovano diversamente.
Nella riunione di giovedì 6 dicembre 2012 la Giunta camerale ha approvato il regolamento per l’organizzazione e il funzionamento della consulta provinciale degli ordini professionali (ai sensi del comma 6 dell’art. 10 della legge 29 dicembre 1993 n. 580).
La Consulta promuove una più stretta connessione tra impresa e mondo dei professionisti (nel campo della comunicazione, del marketing, della formazione, dell’assistenza legale, contabile e fiscale, della consulenza strategica e finanziaria, della ricerca e sviluppo, del design) essenziale nel supportare le aziende nei percorsi di crescita, innovazione e apertura internazionale con riferimento alla mission della Camera di Commercio. Esercita altresì funzioni di tipo consultivo in materia di semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.
Fanno parte della Consulta provinciale i rappresentanti delle associazioni maggiormente rappresentative delle categorie di professioni, a carattere intellettuale, individuate dallo Statuto e, di diritto, i Presidenti degli ordini professionali previsti dalla normativa vigente e operanti nella circoscrizione territoriale della Camera di Commercio. La Consulta dovrà tra l’altro designare il proprio rappresentante all’interno del Consiglio camerale, portando così a 33 il numero complessivo dei componenti l’organismo di vertice dell’ente.