A dicembre l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), a Bergamo, risulta in aumento dello 0,6% rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), si attesta a +3,1 %, in aumento rispetto al +3,0 % registrato il mese scorso.
Nel mese, la variazione più significativa si rileva nella divisione di spesa dei “Trasporti” dovuta ad un forte incremento dei trasporti aerei, ferroviari e marittimi, gasolio, benzina e altri carburanti, riparazione veicoli e accessori per mezzi di trasporto privati. Segue “Ricreazione, spettacolo e cultura” nella quale risultano in aumento i supporti di registrazione suoni, immagini e video; autocaravan, caravan e rimorchi; giocattoli; articoli per il giardinaggio; piante; fiori; servizi sportivi; narrativa; riviste e periodici e i pacchetti vacanza; in diminuzione accessori per apparecchi per il trattamento dell’informazione, giochi e hobby e macchine fotografiche e videocamere. In “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” si registra un aumento dei generi alimentari di prima necessità. Nella divisione “Mobili, articoli e servizi per la casa”
aumentano gli arredi, i tessuti per arredamento e tendaggi, apparecchi elettrici per la casa, coltelleria, posateria e argenteria. Lieve incremento per “Bevande alcoliche e tabacchi” dovuto all’ innalzamento dei vini. Medesima variazione per “Abbigliamento e calzature” e “Altri beni e servizi” nella quale vi sono rialzi per gioielleria, articoli da viaggio, servizi assicurativi connessi alla salute e spese bancarie e finanziarie; in calo i trattamenti di bellezza. In diminuzione la spesa delle “Comunicazioni” nella quale si evidenziano cali di apparecchi per la telefonia mobile; mentre sono in rialzo quelli per la telefonia fissa e telefax. Lieve calo per “Servizi sanitari e spese per la salute” con diminuzioni di prodotti farmaceutici e apparecchi terapeutici.
Invariate le divisioni: “Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili”, ”Istruzione” e “Servizi ricettivi e di ristorazione”.
One Comment
fido
Al peggio non c’è fine: su Bergamonews è pubblicato un interessantissimo e tragico articolo che qui riporto, letto per Bergamo.info:
Nuovo anno con la borsa italiana sotto pressione a causa delle banche. L’aumento di capitale di Unicredit mette ancor più in evidenza la situazione di profondo malessere in cui nuota il sistema finanziario italiano.
Non si trova sul mercato chi voglia mettere soldi nelle banche neppure a prezzi di liquidazione.
Comprensibile che di fessi in giro ce ne siano meno di prima; le nostre banche si trascinano situazioni di inefficienza paradossali, hanno costi di gestione stratosferici, non hanno la cultura del profitto e sono da sempre specializzate nel mordi e fuggi.
Sull’ultimo mordi e fuggi, quello dei mutui a tutti con durata centennale, ci hanno lasciato la dentiera e da lì non ne usciranno se non con interventi traumatici.
Per come la si guardi, sia a livello di singolo Istituto che a livello consolidato, ci troviamo nel pieno di una tempesta finanziaria così come tutti i manuali la descrivono.
Stato senza soldi e con credibilità insufficiente per incrementare il proprio debito pubblico e piazzarlo agli investitori.
Banche in ginocchio, con sofferenze che si mangiano tutto il capitale, senza aumento dei depositi e tassi di raccolta marginale alle stelle; aggrava la situazione bancaria l’alta esposizione debitoria verso gli istituti esteri ed un costante deflusso di denaro degli investitori Istituzionali internazionali verso porti più sicuri.
Le Imprese sane, la parte buona del paese arrancano in un mercato interno piegato da vent’anni di miopia economica e delinquenza politica.
Ancora recessione alle porte con la situazione politica internazionale in deterioramento.
Auguriamoci che Monti ed il governo riescano a stabilizzare questa miscela esplosiva perché i segnali che arrivano dalla borsa, in riferimento alle difficoltà bancarie, non preludono a nulla di buono.
Nella nostra provincia molte aziende, peraltro le più sane, in questi ultimi tempi si vedono revocare gli affidamenti senza motivazione alcuna se non quella che talune banche hanno bisogno di soldi e non possono chiederli se non alle imprese che, seppure fra mille difficoltà, possono restituirli.
Sono note terribili, speriamo che abbiano termine al più presto.
Non credo che l’augurio si avveri, perchè gli stessi provvedimenti dell’attuale governo sono a mio avviso sbagliati sotto l’aspetto teorico-strutturale. Staremo a vedere se, come temo, avrò avuto ragione…