Pierluca Locatelli, l’imprenditore di Grumello del Monte, avrebbe dichiarato ai magistrati di Bergamo, nel corso dell’interrogatorio del 7 marzo, di avere pagato una mazzetta da 50 mila euro a Marcello Moro, amministratore bergamasco del Popolo della Libertà fedelissomo della Compagnia delle Opere di Bergamo.
LA VERA NOTIZIA : E’ L’ECO DI BERGAMO A FARE IL NOME DI MARCELLO MORO PER PRIMO CON L’ARTICOLO CHE SEGUE
Il «Marcello» a cui accennava Pierluca Locatelli durante una telefonata intercettata è Marcello Moro, assessore al Personale del Comune di Bergamo, presidente del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca e in passato assessore provinciale all’Edilizia scolastica.
È il suo il nome che Pierluca Locatelli avrebbe fatto mercoledì scorso nell’interrogatorio in Procura a Bergamo, quando i pm gli hanno chiesto conto dei 50 mila euro di cui parlava al telefono. L’imprenditore di Grumello del Monte avrebbe ammesso di aver consegnato il denaro all’esponente del Pdl bergamasco, per ragioni che al momento sono ancora custodite nel segreto dei verbali.
Gli inquirenti sono ora al lavoro per cercare riscontri alle dichiarazioni di Locatelli e per chiarire la natura del presunto passaggio di denaro, ammesso che sia mai avvenuto. L’ipotesi di chi indaga, tuttora a livello di sospetto, è quella che si sia trattato di una tangente: ma solo gli accertamenti potranno definire i contorni della vicenda.
«Rimango basito – è la replica di Marcello Moro –, in nessun ruolo istituzionale da me ricoperto, sia in Provincia che in Comune, sia nel Consorzio di bonifica, ho mai avuto a che fare con Pierluca Locatelli o con ditte a lui afferenti. Nulla che possa legare il suo nome al mio ruolo istituzionale»
PERCHE’ QUESTA E’ LA VERA NOTIZIA ?
Perchè l’effetto della nuova gestione dell’Eco ha consentito al quotidiano cittadino di mettere in prima pagina il centro del potere bergamasco di questi ultimi anni: Moro è uno degli esponenti di spicco della Compagnia delle Opere capitanata da Rossano Breno e da Guglielmo Alessio (il terzo comandante della Compagnia, Ettore Ongis, si dice sia stato “parcheggiato” all’Imiberg) . Interessante notare che, nell’ultimo congresso provinciale celebratosi il mese scorso, l’effetto Locatelli ha rafforzato la corrente legata alla Compagnia capitanata da Marcello Raimondi.
A questo punto c’è da chiedersi:
1 – quale sia il vero rapporto tra Marcello Raimondi e il tandem Breno-Alessio? Raimondi li sopporta o li sostiene?
2 – i tesserati sono attratti da Raimondi o dalla Compagnia delle Opere / CL? Sono attirati dalla politica di Raimondi o dagli interessi della Compagnia?
Interessante l’atteggiamento delle altre testate: c’è chi non menziona la notizia, chi la riferisce (come noi) richiamando la fonte dell’Eco e chi la copia …
6 Comments
claudia
Belle le domande, ma il molti dei tesserati che hanno votato Capelli non sanno nemmeno chi sia Moro ,
Ma Moro si è dimesso da qualcosa o tutto tace?
Federico
Marcello Moro è uomo di Rossano Breno (Compagnia delle Opere) per quanto concerne i business e Marcelo Raimondi (CL) per quanto concerne le politica. Se si dimetterà significa che i suoi referenti lo hanno obbligato in tal senso dimostrando un pò di coerenza. Diversamente potrà accadere che assuma un ruolo di ancor maggior rilievo e questo sinificherebbe … provate voi ad immaginare cosa …
franco
Sembrerebbe essenziale conoscere il punto di vista di Marcello Raimondi sulla questione.
Luca
L’idea che moro non si sia dimesso e’ segno del degrado della politica. Che Locatelli stesse complottando con gli uomini della compagnia delle opere sembra ormai evidente, che moro sia uno di loro e’ altrattanto evidente, che la cdo abbia collegamenti anche in lega e ds lo si sapeva ma che Bruni, capo dell’opposizione, sia anche il difensore di Locatelli e’ veramente il segno che i cittadini sono ormai lasciati soli. Peccato ….
WNuovoEco
Guardate cosa ho tetto sull’Eco:
L’assessore regionale all’ambiente, Marcello Raimondi, oggi in Commissione ambiente ha risposto all’interrogazione dell’Italia dei Valori, primo firmatario Gabriele Sola, sul coinvolgimento dell’azienda Locatelli negli appalti pubblici in Lombardia.
«Raimondi ha tratteggiato uno scenario che merita di essere approfondito – dichiara Gabriele Sola -. In dieci anni la Locatelli si sarebbe aggiudicata la bellezza di 108 appalti e 86 subappalti, escluse le opere di “interesse nazionale” (Expo, cantieri Anas, Brebemi, Pedemontana…) e senza contare i subappalti di valore inferiore ai 150.000 euro. Cifre eclatanti che, se da un lato non ci autorizzano a trarre conclusioni affrettate, dall’altro ci obbligano a compiere tutti gli opportuni approfondimenti».
«Lungi da noi ogni sospetto morboso sulle scelte della Giunta lombarda – prosegue Sola – ma è quantomeno preoccupante l’intervento così massiccio, nelle opere pubbliche, di un’azienda sulle cui modalità stanno emergendo gravissimi sospetti. Circostanze oscure, sia nelle relazioni con le istituzioni territoriali sia nell’effettiva esecuzione dei lavori. La radiografia dei lavori realizzati dalla Locatelli suggerisce, infine, l’esecuzione di accertamenti mirati che Arpa dovrebbe compiere proprio su quelle opere, a tutela della salute dei lombardi».
Corsera
Tratto dal Corriere della Sera:
Otteneva appalti e subappalti ad un ritmo certamente invidiato dai concorrenti del settore. Prima del terremoto giudiziario provocato dalla procura di Brescia, il gruppo Locatelli di Grumello del Monte si muoveva nel mondo dell’edilizia lombarda come un gigante che non temeva confronti: 108 gare pubbliche vinte dal 2001 al 2011, con l’aggiunta non indifferente di 86 contratti di subappalto.
Lo dicono i numeri dell’Osservatorio regionale sulle opere pubbliche, che offrono un quadro concreto sul giro d’affari di Pierluca Locatelli, ma non ancora completo: sono esclusi, da quei dati, i lavori di «interesse nazionale», ad esempio per la Brebemi.
Per Comuni, Province e società partecipate locali le imprese di Grumello lavoravano ovunque, a Bergamo, Brescia, Cremona, Milano, Sondrio, senza molte distinzioni per colore politico delle pubbliche amministrazioni.
Solo alcuni esempi, tra i più noti, in territorio bergamasco: i cantieri per la tramvia, il nuovo polo scolastico di Treviolo, la variante tanto attesa alla statale 42 a Trescore Balneario, la nuova provinciale attorno a Costa di Mezzate e Chiuduno.
È stato l’assessore Marcello Raimondi, ieri, a leggere in commissione regionale quanto riferito dall’osservatorio, su richiesta del consigliere dell’Idv Gabriele Sola. «Lungi da noi ogni sospetto morboso sulle scelte della Giunta lombarda – ha commentato Sola -, ma è quantomeno preoccupante il massiccio intervento nelle opere pubbliche di un’azienda sulla quale emergono gravi sospetti».
«Sia chiaro – replica Raimondi – che gli appalti e i subappalti ai quali si fa riferimento non sono stati assegnati dalla Regione Lombardia, ma da altri enti locali. Abbiamo voluto fare un quadro sui cantieri delle imprese Locatelli solo per facilitare il lavoro delle minoranze».
Al lavoro, per le strade o per gli scavi, c’erano in particolare tre imprese del gruppo: la capofila «Locatelli Geom. Gabriele», la «Asfalti» e la «Lavori». Quasi 50 milioni di fatturato all’anno. Ma nonostante appalti e incarichi le difficoltà finanziarie sono state sempre più stringenti, almeno dal 2009 in poi. Sempre meno iniziative degli enti locali per nuove opere, sempre più ritardi nei pagamenti, patto di stabilità a strangolare i Comuni e di conseguenza le imprese.
Poi i guai giudiziari. Il primo cantiere sotto sequestro a Orzinuovi, per presunto traffico illecito di rifiuti. Le intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Brescia, la tangente a Franco Nicoli Cristiani per l’autorizzazione sulla discarica di amianto a Cappella Cantone, che serviva anche per ottenere nuova liquidità dalle banche. L’arresto di Pierluca Locatelli il 30 novembre (ora è libero), le sue imprese in liquidazione. Così è crollato il suo regno.
Armando Di Landro
Aggiungiamo noi:
“Quando finirà il regno di chi ha organizzato tutto questo ?”