Autore

Articoli correlati

22 Comments

  1. 1

    Ernestina Maria Ghilardi

    Ci siamo accorti che non funzionava Internet, e la prova l’abbiamo avuta: zero tituli. Adesso vedo che torna a funzionare. I miei due commenti di settimana scorsa che fine hanno fatto?
    Ti vedono ma non ti riconoscono, ovvero, non ti credono. Può essere che Gesù dopo la morte e la risurrezione si aggiri nuovamente per le strade di Giuda e Samaria, perché non è ancora asceso al cielo, e non sia riconoscibile neppure da coloro che più gli sono stati vicini e che forse, al momento, non lo sono più. Può essere.
    Penso che, sulla scorta dei commenti di due settimane or sono, quando la posta elettronica funzionava ancora, sarà argomento intrigante da trattare.
    Io, però, ne scelgo un altro: i discepoli sono ciechi, e riconoscono soltanto “ideologicamente” Gesù, attraverso segni e simboli che loro stessi hanno cristallizzato nella vista e nella testa e introiettato, quasi cartine di tornasole per il riconoscimento.
    Segnali che superano la realtà dei fatti, cioè la concreta visione del Signore. Potenza dell’insegnamento e anche dell’indottrinamento: si sovrappone alla realtà e talvolta la sostituisce. in questo caso svela la realtà, molto spesso no, la copre.
    È l’esperienza che ho tratto in parecchi anni di attività politica spesa in favore dei milanesi: puoi anche dire cose di buon senso e utili per tutti, ma l’ideologia, che non è passione politica, ti fa dire che è rosso quel che è verde, e così via. E non c’è nulla da fare per giovare loro, per correggere quel che tu credi essere un errore ma che errore non è, bensì altro, non so dire nemmeno io cos’altro.
    Gesù è il Buon Maestro, la sua “ideologia” è legata alla verità, e dunque non è ideologia.
    Ma invece quanti si perdono perché i cattivi maestri impediscono loro anche soltanto di ricercare la verità?

    Reply
    1. 1.1

      Schettine della Biscaglina

      In effetti la signora Ernestina ha toccato un punto interessante: come mai Gesù, che è risorto, si aggira per le strade di questo mondo in anima e corpo, e deve aspettare l’Ascensione, pur avendo rimesso il suo spirito nelle mani del Padre al momento della sua morte? Anche per lo spirito dei nostri morti è così?

      Reply
      1. 1.1.1

        Ariberto della Gera d'Adda

        Cosa vogliono significare queste apparizioni di Gesù dopo la morte? Dimostra di essere risorto, certo, ma essendo vero uomo non può fare che quello che ogni uomo può fare.
        Quanto vale tutto questo anche per noi? Di che tipo di insegnamento coi fatti si tratta?

        Reply
        1. 1.1.1.1

          Ildegardo da Aachen

          Perché la morte ha sfigurato definitivamente il Signore a tal punto da non renderlo riconoscibile? Egli è risorto in anima e corpo (ma l’anima come ha fatto a ricongiungersi al corpo tre giorni dopo?), ma non è risorto nella sua fisionomia, persa come carattere distintivo.
          Dopo la nostra morte, non ci riconosceremo più coi nostri cari?

          Reply
          1. 1.1.1.1.1

            Karl Heinz Treetball

            Gli storici e i teologi dicono che quello qui riportato è un episodio avvenuto in vita, descritto nei vangeli sinottici, e traslato dopo la morte, a miracol (risurrezione) mostrare.
            Supponiamo, invece, che sia accaduto due volte: se così fosse, che significato avrebbe?

          2. Ghiza Tombini

            Che il messaggio di Gesù sia potente e sia come una lama di luce nel buio del tempo, ce lo conferma anche la Storia.
            Che si tratti di una luce palpitante e viva, pure. Che sia opera di un Dio vivente e che è vita, è ragionevole crederlo ed è irragionevole negarlo a priori. Ma in tutto questo, qual è il ruolo della provvisoria permanenza sulla terra, dove mangia e beve ma non può essere toccato se non da Tommaso? Cosa essa può significare? Perché non appare più dopo l’Ascensione?

  2. 2

    Kamella Scemì

    Lei, Monsignore, fa bene a sottolineare che compito ineludibile di ciascuno di noi è trovare e continuamente rinnovare i motivi che giustificano la fede cristiana, la quale, se non si basa su un’evidenza assoluta e incontrovertibile, tale da costringere all’assenso, ha però le sue ragioni, che ne fanno un atto ragionevole e non un puro e semplice salto nel buio.
    I commenti sopra riportati, come probabilmente altri andati persi per la ormai nota interruzione dei servizi internet che nei giorni scorsi ha colpito alcune aree bergamasche, e come altri ancora apparsi a commento di precedenti articoli, vanno con curiosità problematica e non gratuita a toccare il dopo-morte, ma non mi sembra che centrino il fatto essenziale: la realtà della risurrezione di Nostro Signore, che Lei ha illustrato per la sua ragionevolezza.
    Il presupposto di tutte le osservazioni di cui sopra è proprio tale fatto, e le esperienze personali cui qualcuno ha accennato lo presuppongono.
    Anche noi siamo chiamati e destinati alla gloria del Cielo, attraverso un percorso che ci rimane sconosciuto, ma che, in quanto tale, non è irrazionale bensì va al di là della ragione.
    Rappresentazione concreta della piccolezza dell’uomo e contemporaneamente della sua grandezza. La nostra vita è veramente dono di Dio, prezioso dono in divenire.

    Reply
    1. 2.1

      Goffri

      Ho l’impressione che a molti la fede sembri un salto nel buio, perché non hanno conoscnza e dimestichezza con le Sacra Scritture. Non leggendole e non conoscendole. Ritendono che Gesù sia un personaggio lontano, nebuloso, non reale, un mito. Lo studio e la familiarità con esse ci pongono di fronte ad una storia viva, fondata e sorprendentemente attuale per le domande dell’uomo d’oggi- Questa risposta vale anche per gli amici che hanno espresso considerazioni sulla ragionevolezza della fede.

      Reply
  3. 3

    Stava in Mileto

    Nella Sua colta spiegazione colpisce la tempistica: già pochissimi anni dopo la morte di Gesù si è formato tutto il corpus fondamentale del Nuovo Testamento, e questo non può avvenire senza elementi di profonda e condivisa aderenza alla realtà.
    Se anche soltanto pensiamo che ancora oggi, a quasi quarant’anni di distanza, brancoliamo nel buio per il caso dell’assassinio Moro, ci appare meravigliosa la concordanza dei Vangeli, evidentemente tratti da esperienze dirette e non semplicemente elaborazioni fantasiose di faccende mitiche che, visto il poco tempo trascorso, non hanno neppure avuto il tempo di diventare tali.
    E neppure si giustificherebbe l’immediata adesione di tante persone, per lo più inizialmente legate a una religione rigida e formale come quella ebraica: solo potentissimi e inequivocabili eventi possono aver provocato tale fenomeno. La ringrazio e ringrazio gli amici bergamaschi che mi hanno indicato il sito.

    Reply
  4. 4

    ibn Jubayr da Granada

    Ho letto il libro di Augias su Gesù. Premetto che l’Autore non mi piace e non mi è mai piaciuto. Troppo scivoloso e ideologizzato, oltre che laicista oltre misura.
    Rispetto a quanto da Lei indicato, nel libro appare evidente il tentativo di allontanare di molto nel tempo la redazione delle scritture neotestamentarie, con salti mortali impressionanti circa le lettere di S.Paolo, e attribuendo comunque il tutto all’esaltazione delle protocomunità cristiane.
    Credo che proprio in questo stia una delle chiavi della ragionevolezza di cui il Cristianesimo è portatore, base della contestazione di tutti i laicisti, che altro mezzo non hanno per chiudere l’orizzonte di speranza dell’umanità. Per dominarla?

    Reply
    1. 4.1

      Semiquinaria da sud est

      Da giovane, molto giovane, avevo preso una sbandata per il positivismo logico, dopo una ancor più giovanile sbandata per Bertrand Russell. Non capivo tutto quel che leggevo, ma mi sforzavo di farmelo piacere, in particolare le riflessioni di Rudolf Carnap. Poi però mi parve che il loro rigore, per quanto pregevole nello specifico dei loro studi, finisse per amputare molta filosofia (e, con buona pace di Carnap, vera filosofia) e, quel ch’è più grave, molto della vita stessa. Popper afferma che Platone, Marx e Freud sono sono agli antipodi del pensiero razionale e scientifico, essendo le loro affermazioni non falsificabili (ovvero “oracolari”). Vero, verissimo. Verissimo anche quel che dice di Platone, che cioè il suo è un pensiero totalitario. Questo a dir la verità l’avevo capito da principio, quando avevo letto la demistificazione operata da Bertrand Russell a carico del sistema di pensiero di Jean-Jacques Rousseau. Se era totalitario il concetto di “volontà generale” in Rousseau (credo che Stalin vi abbia attinto), a maggior ragione lo è quello di Platone. Eppure, quante cose non ci hanno insegnato Platone, Rousseau, Marx e Freud! Parimenti, grandi sono i meriti del positivismo logico.
      Per farla breve, adesso la mia bibliotechina di Bertrand Russell è in seconda fila; pure in seconda fila è l’Enciclopedia del pensiero filosofico di Ludovico Geymonat, che si diceva allievo della Scuola di Vienna (ma i maligni affermavano che Geymonat era passato a Vienna, ma di qui ad essere un iniziato, ce ne correva). Ma non potrei mai affermarmi un discepolo dei grandi sopra nominati, sia perché non sono degno, sia perché, come scrive di sé Orazio in un’epistola, non mi sento nullius addictus iurare in verba magistri, cioè non mi sento tenuto a giurare nelle parole di nessun maestro. L’insegna della Royal society, la società scientifica improntata al sistema di pensiero del filosofo Francesco Bacone è precisamente “Nullius in verba”, con evidente riferimento a Orazio. Pur non chiamandoli “maestri” ho per i pensatori che ho nominato un gran rispetto: beh, costoro non sono mica Martha Nussbaum, è evidente.
      Amo il metodo, ma non voglio esserne schiavo. Se qualcuno mi fa un ragionamento scombiccherato, credo che sia doveroso demolirlo. Nella vita esiste anche altro, oltre il rigore del ragionamento, e la stessa ricerca scientifica, lo stesso ragionamento hanno bisogno di uno spazio di estrosità, forse anche di follia, dove l’imprevedibile, lungi dall’essere un incidente spiacevole, è invece bene accetto. Oh, felici quei tre principi di Serendip (che poi sarebbe Ceylon, oggi Sri Lanka) che toccavano la verità senza cercarla! (Spero che nessuno pensi che qui voglia fare l’elogio del cazzeggio: no, il cazzeggio è spregevole, perché è la parte emersa della coglioneria, talvolta, o dell’impostura, talatra; o di tutte due le cose insieme).

      Reply
      1. 4.1.1

        Goffri

        Una ricerca che si limiti al livello empirico, pur necessaria, risulta però insufficiente. Anche dopo aver scoperto principi scientifici importanti, ogni spirito umano, che li ha trovati e ne è consapevole, avverte in se stesso la sorpresa di aver trovato, prova meraviglia di ciò che conosce e che gli si manifesta come inaspettato. Si chiede perché questo? Cerca una ragione più profonda che dia senso e significato a ciò che esiste. La ragione ultima delle cose è data semplicemente dal fatto che esistono e che funzionano in una determinata maniera? oppure c’è una ragione più profonda, un mistero da investigare? Le cose che esistono sono la voce, il segno di qualcosa di più grande? Che ha a che fare tutto questo con la ricerca della felicità, legata alla scoperta della Verità e del Bene? Queste sono le questioni che spingono l’uomo a cercare, a investigare per trovare nuovi continenti.

        Reply
    2. 4.2

      Goffri

      La esorto a continuare nella ricerca sulla storia di Gesù compiuta con interesse e metodo, basata su libri seri, che ne illustrino la portata, per capirne le ricchezze per la nostra vita.

      Reply
  5. 5

    Guglielmo da Baskerville

    Dalla lettura del brano evangelico e dal Suo pregiato commento si evince che il Cristianesimo consiste nell’incontro personale di ciascuno di noi col Signore, che ci conduce a un destino di vita col Padre, e non semplicemente in un insegnamento terreno, come avviene per tutte le religioni.
    Ne deduco che il Cristianesimo non è una religione, nell’accezione usuale del termine. Il Cristianesimo è il Cristianesimo. Forse lo si è capito poco e come tale è stato insegnato poco.

    Reply
    1. 5.1

      Goffri

      E’ proprio come lei dice. Gesù ci chiama ad un rapporto di amicizia con Lui. La natura più profonda dell’uomo è quella di essere una relazione con gli altri. Sono queste che lo formano, fin dal momento del concepimento è in relazione con la madre, poi con il padre e via via con gli altri e il mondo. Tuttavia l’uomo sogna una relazione perfetta, non sottoposta alle vicissitudini del tempo e degli avvenimenti. Questo è il segno della sua chiamata a trovare Dio Padre, da cui è amato come Figlio. L’appello a diventare suo figlio avviene seguendo Gesù, diventando amici di Colui che è Figlio di Dio da sempre, ad essere come dice l’apostolo Paolo “figli nel Figlio” e quindi in Lui a sentirci fratelli. Questa è la vocazione dell’uomo e la sua vera dignità.

      Reply
  6. 6

    Romana

    Concordo pienamente con l’osservazione circa la debolezza della cosiddetta teoria dell’inganno, quella che prevede la sottrazione da parte dei discepoli del cadavere di Gesù. Però ancora oggi ha presa: i la facc sparì, si sente dire, e il riferimento è a casi criminali al centro della cronaca recente.
    In realtà, tutti tali casi hanno una caratteristica in comune: i potenziali autori dei crimini hanno avuto molto tempo a disposizione per far sparire il corpo della vittima, ciò che non è accaduto per Gesù. Far sparire un corpo, specie in quei tempi di scarsa antropizzazione, era praticamente impossibile. Ci sarebbe voluto un altro miracolo, di segno opposto. E allora…

    Reply
  7. 7

    Lucio Ampelio Manilio

    Gli incontri con Gesù descritti nei vangeli “avvengono nella quotidianità, nell’esercizio del mestiere di pescatori nati, come Pietro e i due figli di Zebedeo, che insieme avevano costituito una piccola società di pesca”. Gesù, Figlio vivente di Dio, può apparire in ogni momento anche oggi, nella nostra quotidianità?

    Reply
    1. 7.1

      Rainaldo di Dassel

      Quando incontri un fratello incontri Gesù. Mi sembra che così stia scritto. Ma lo devi trattare da fratello. E oggi si è quasi perso il significato del termine fratello, anche nelle famiglie, che sono sempre meno tali. Gesù appare ai suoi discepoli che sono una comunità, coi suoi problemi, come tutte le comunità, ma che ha una comunione di credenze e di intenti. Nella mancanza di ciò mi sembra si stia perdendo il senso del Cristianesimo. In questo senso, mi sembra che la seconda venuta del Messia sia profezia già in atto.

      Reply
    2. 7.2

      Goffri

      Il Vangelo, la cui validità trova conferma nella risurrezione di Gesù, consiste nell’aiutare l’uomo a dare il vero significato alla sua esistenza umana, a praticare ciò che è veramente umano, ad essere uomini veri! Non è qualcosa che si aggiunge dall’esterno. Molti, troppi, pensano in questa maniera come a qualsosa di aggiunto di cui posso fare a meno. Per realizzare me stesso ho bisogno del confronto con Gesù, il mio maestro, il mio Buon Pastore!

      Reply
  8. 8

    Ernestina Maria Ghilardi

    Secondo me il fatto che Gesù appaia mentre i suoi discepoli stanno compiendo la loro attività artigianale di pescatori dovrebbe richiamare noi che ci occupiamo di politica a tenere sempre a mente la Sua presenza, specie quando dobbiamo prendere decisioni che coinvolgono i destini delle comunità che in certo qual modo si sono a noi affidate. Facile dirlo, meno facile farlo.

    Reply
    1. 8.1

      Ghiza Tombini

      Qui, cara signora, il problema è l’onestà che porta automaticamente senso di responsabilità. Il Risorto appare a un gruppo di persone che sgobba onestamente, senza voler fregare nessuno, mica a ladri e mafiosi, come quelli che hanno il potere oggi.
      Se lei in politica è onesta, anche se sbagliasse nessuno se la prenderebbe comunque con lei personalmente, e sentirebbe comunque la mano del Signore, specie nelle difficoltà.
      Basta chiederglielo.

      Reply
    2. 8.2

      Goffri

      Rispondendo a lei, intendo anche riferirmi agli altri interlocutori intervenuti sul suo commento. La risurrezione di Gesù è il fondamento su cui impostare la nostra vita. Tutto ciò che è umano è grande, anche le azioni più quotidiane: esse hanno bisogno di essere vissute secondo la prospettiva di Gesù, che va oltre la morte, che è quella delle Beatitudini e del Discorso della Montagna. Gesù risorto ci dice per prima cosa che questa è la prospettiva vera, l’unica che ha un peso eterno: è quella che lui stesso ha praticato nella vita e che lo ha portato alla Pasqua, alla vittoria della vita sulla morte. Inoltre significa che Lui risorto è sempre accanto anoi, ci offre assistenza continua, ci nutre e ci rafforza con il suo cibo: la sua parola vivente e l’eucarestia. Le suggerirei un libretto molto bello del card. Martini su questo episodio e che si trova facilmente nelle librerie cattoliche, non so se in quelle laiche: “E’ il Signore!”, In dialogo, Milano 2008.

      Reply

Lascia un commento a Ernestina Maria Ghilardi Cancella il commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

2014 Powered By Wordpress, Goodnews Theme By Momizat Team

Condividi
Nascondi