di Cesare Zapperi
Il Comune ha finto stupore, manifestando dispiacere per la scelta. Ma la chiusura del piccolo supermercato di via Quarenghi non ha proprio nulla di sorprendente. E’ la logica conseguenza della grave situazione di degrado dell’antica arteria cittadina a cui non ha saputo mettere mano nemmeno l’attuale Amministrazione comunale. Anzi, il “coprifuoco” applicato a cavallo di fine anno, al di là di aver dato risultati che solo a Palazzo Frizzoni hanno giudicato positivi sulla base esclusiva delle sanzioni irrogate (un parametro, non “il” parametro), ha contribuito ulteriormente a consolidare l’immagine negativa della via. Come se ce ne fosse bisogno…
Le difficoltà per gli operatori commerciali in quella zona sono evidenti e note a tutti. “Militarizzare” la via porta con sé un aumento di paura e diffidenza che certo non spinge i clienti ad avventurarsi nella via. Poteva chiudere prima o resistere ancora qualche mese il supermercato, ma senza una vera svolta, di sostanza e di immagine insieme, difficilmente potranno fiorire attività economiche laddove l’ente pubblico per primo mette all’indice un’area.
La cattiva coscienza dell’Amministrazione Tentorio è mostrata in modo lapalissiano dal comunicato stampa con cui il Comune, chissà perché, ha sentito il bisogno di annunciare la chiusura del punto vendita. Una informativa inusuale, se non fosse che alla notizia è stato associato l’annuncio del varo di “un regolamento, che dovrà essere vagliato dal Consiglio comunale, che prevede fondi in favore delle attività commerciali e artigianali a salvaguardia del mantenimento del commercio di prossimità nei quartieri e nei borghi storici”.
Iniziativa interessante all’apparenza, ma che proprio l’esperienza di via Quarenghi dimostra quanto poco possa essere utile se non accompagnata da altri tipi di interventi. Bastassero i contributi a “rivitalizzare alcune vie e aree depresse”, come recita la nota ufficiale, la soluzione di tutti i problemi sarebbe a portata di mano. Peccato che la “mancia” non tenga lontano il degrado né allontani balordi e pocodibuono. Servono strategie politiche e sociali di maggior respiro, un pochino più impegnative del varare ordinanze estemporanee o dell’elargire qualche quattrino per poter dire di aver dato qualcosa.
Sono passati due anni dall’insediamento della Giunta. Chi ha un minimo di onestà intellettuale non può non vedere che via Quarenghi oggi è conciata male, molto male. Di miglioramenti non se ne sono visti. E la chiusura del supermercato di sicuro non invertirà la tendenza negativa.
6 Comments
Karl Heinz Treetball
Certamente, dopo i troppo numerosi casi di storici leghisti dimessisi o dimissionati dal partito – dell'antico e splendido Movimento è rimasto assai poco – (ma il caso Curno è invece ancora aperto), l'aggiungersi del fallimento politico di via Quarenghi, sfida da vincere a tutti i costi per il dr Cristian Invernizzi, segretario provinciale della Lega nord orobica e assessore alla sicurezza del Comune di Bergamo, rappresenta una bruciante sconfitta per lui, sotto il profilo politico e personale. A propria volta, sue dimissioni in vista dopo le elezioni comunali di metà maggio? Sarebbe ormai auspicabile, magari accompagnate da un deciso rinnovamento anche delle facce leghiste bergamasche. Sarebbe ora.
Giuseppe Allevi
Il "coprifuoco" è stato un'errore ma ben vengano i fondi in favore delle attività commerciali e artigianali.
L'unica soluzione possibile credo sia la creazione di un'ISOLA PEDONALE (proposta inascoltata del Comitato dei negozianti di v. Quarenghi).
Soluzione che allontenerebbe gli spacciatori (che mal sopportano di "lavorare" quando c'è tanta gente), aumenterebbe il numero di passanti sui marciapiedi (attualmente lo smog ed il rumore causato dal traffico nel tratto compreso tra v.Palazzolo e v.Paleocopa è un ulteriore disincentivo) e, conseguentemente, darebbe un nuovo slancio ai negozi.
PS: il supermercato era gestito da un "bianco", questo dovrebbe fare riflettere chi pensava di allontanare gli stranieri dalla via …
Kamella Scemì
La Lega è l'unica forza politica che può pensare di rinnovare i sistemi di partecipazione al proprio interno: lo deve alla sua storia, lo deve ai dati di fatto, perchè tutti coloro che si dimettono dal partito continuano a essere leghisti, profondamente leghisti, e ciò non può non mettere in discussione i quadri dirigenti e le loro incapacità di gestione. Questo anche perché, in ogni caso, in un partito carismatico, per di più nato come Movimento, i dirigenti non hanno e non possono avere l'autorità e la capacità culturale di valutare l'ortodossia delle differenti posizioni, pena rotture e spaccature continue. Soprattutto sono nell'impossibilità, che cade immediatamente nell'arbitrarietà, di giudicare posizioni di contrasto con altre, talora assurde, che facciano capo ad amici – o presunti tali – degli attuali dirigenti. Serve una decisa svolta, oltre a una opportuna purgazione dei quadri dirigenti. Così la vedo io, che non voto, ma so sulla mia pelle cosa significhi aspirare all'autonomia e alla libertà.
DEVILDER
ASSOLUTAMENTE ISOLA PEDONALE ! Gli interessi dei bottegai non sono quelli della collettività. Il sistema di spaccio nordafricano non è altro che una mutazione della nostra mentalità da "pit stop": comprare le sigarette dal tabaccaio piantando la macchina in mezzo e sbattendosene degli altri.
f.alonso
Perché non si cerca di fare sintesi fra i due tipi di ragionamento, entrambi interessanti, l'uno sotto l'aspetto politico e l'altro sotto quello pratico?
Ignorando uno dei due, non si va da nessuna parte.
Kamella Scemì
Ha ragione il pilota qui sopra: Zapperi, giornalista che, a dispetto di tutto e di tutti, secondo me è figura rara nel panorama bergamasco, ci dice che la questione non è solo pratica ma anche politica, e che pure come tale va esaminata. Io l'ho vista nel suo aspetto teorico, ma quello pratico è sicuramente essenziale.