Autore

Luca Allevi

Dottore commercialista, pubblicista. Partner Leaders e del network Gruppo 24 Ore. Magistrale Economia Bocconi e Master RE NY University. Ha lavorato in Pizzarotti, Essex Capital NY e Avalon RE. Cell. 338-378.57.65 luca.allevi@leaders.it

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5 Comments

  1. 1

    angelo

    Le feste ci sono fin dalla notte dei tempi, ce lo dice la Bibbia dal suo principio. Come si scelgono le feste? Secondo il valore primario di quel che si intende festeggiare. Abbiamo le feste patronali e quelle nazionali: perchè non si può avere quella della storia lombarda, grande Storia che ci è stata conculcata per quindici decenni in favore della farlocca costruzione della inesistente Storia di uno stato centralizzato, che prima di allora storia non poteva averne proprio? Perché la festa lombarda non può, invece, coincidere con la celebrazione dell'unità culturale d'Italia, questa sì preesistente a quella politica e dotata di una propria grandissima Storia?. Per queste considerazioni ritengo improprio mettere a confronto la festa lombarda con il pubblico favore per l'Unità d'Italia, non essendo omogenee le due situazioni. Vogliamo fare la controprova? Proviamo a fare un sondaggio preferenziale fra la festa della Lombardia e quella dello Stato italiano. La sorpresa non sarebbe certamente tale.

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  2. 2

    Bergamo.info

    Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito.

    Ma i lombardi, che non sono sciocchi, speriamo che non si facciano ammagliare dalla Festa della Lombardia, inventata da partiti che ormai sono troppo lontani dai problemi della gente.

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  3. 3

    Aristide

    Chiaro, la festa della Lombardia è una risposta a quella del 17 marzo. Una risposta politica, forse anche – concedo – puerile.

    Però questa nuova retorica unitaria, questo amore di patria prepostero e poco credibile – perlomeno da parte di certi camerieri dei potentati economici – beh, anche questo è una risposta politica. In particolare, una risposta al paventato federalismo. Tuttavia non oso affermare che l'amore per l'Italia sia puerile, non sempre. Ma è innegabile che vi sia da parte di alcuni un uso strumentale del patriottismo, asservito a fini di incasso politico. Cioè, di politichetta. Questo va detto “pro veritate”, come affermò, qualche anno fa, Eugenio Scalfari a colloquio con Roberto Castelli, soggiungendo poi «È latino: significa “a favore della verità”». Il che mandò su tutte le furie Castelli: «Guardi che io ho studiato latino e greco ecc.».

    In alternativa al patriottismo di facciata e con le fanfare, noi preferiamo un altro tipo di patriottismo, in interiore homine, da celebrare con il culto degli uomini che resero illustre l’Italia: Virgilio, Dante, Galilei, Foscolo… Altro che canzonette e bandierine agitate dai bambini comandati alla festa!

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  4. 4

    Antonio il terrone

    Tutto sommato credo che molte feste regionali, distribuite in date diverse, ciascuna delle quali celebri anche l'unità culturale d'Italia, sarebbero molto più efficaci della smorta celebrazione del 2 giugno, che forse qualcuno a fatica ricorda per la banda dei Carabinieri a cavallo che sfila lungo i Fori Imperiali, riempiendoli di escrementi.

    Con piacere saluto il grande Aristide, intellettuale di livello superiore, che tanto ha contribuito, via web, a farmi comprendere, e persino in talune parti condividere, i problemi agitati dalla gente del Nord Italia, obiettivamente diversi (seppur a essi contigui) da quelli della mia gente, cui orgogliosamente appartengo.

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  5. 5

    Nello

    La festa della Lombardia non sarà altro che la festa dei Centri Commerciali, specie quelli in qualche modo collegati a CL. Mi pare evidente!

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