8,8 milioni di morti all’anno: il virus più devastante è il nostro caro ed amato inquinamento atmosferico
Stiamo vivendo un periodo molto tragico della nostra storia: ogni morto annunciato dai giornali è un colpo al cuore per tutti, una ferita indelebile per la nostra società. Fortunatamente, i dati degli ultimi tempi sono molto incoraggianti e la vita del Paese, piano piano, sta riprendendo la sua solita corsa quotidiana. Una corsa ancora lenta, che somiglia più ad una marcia, ma che un giorno non troppo lontano inizierà ad andare sempre più veloce facendoci arrivare per primi al traguardo finale. Basta un piccolo sforzo di tutti, per una grande vittoria dell’umanità.
Nonostante ciò, mi duole sottolineare che questa non è l’unica gara che dobbiamo cercare di vincere: il Coronavirus è una storia molto triste, ma ci sono molte altre malattie che sono delle vere e proprie stragi. La causa di quest’ultime è sempre la stessa: l’inquinamento antropico.
I dati statistici parlano chiaro: i combustibili fossili che ci piacciono tanto, causano 8,8 milioni di morti in più nel mondo ogni anno, 790.000 in Europa, tra cui 659.000 nell’Unione Europea e 90.000 in Italia, che dopo la Germania è il paese con le statistiche più preoccupanti. Per fare un confronto, le vittime annue di incidenti stradali in Italia sono circa 3000 e i decessi totali sono circa 650 mila: il 14% degli italiani muore a causa delle emissioni di CO2.
Come sappiamo, i combustibili fossili creano inquinamento atmosferico, che è composto principalmente da biossido di azoto, ozono e particelle solide e liquide sospese. Ogni medico competente di questo pianeta, può confermare che elevati livelli di inquinamento atmosferico possono influire negativamente sulla funzione polmonare, nell’insorgenza dell’asma e sulle riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva e aumentare il rischio di cancro al polmone. L’inquinamento provocato da petrolio e carbone aumenta anche il rischio di eventi acuti cardiovascolari (esempio l’infarto del miocardio) e lo sviluppo della malattia coronarica. Tutti i cosiddetti inquinamenti atmosferici principali, quindi, provocano iperattività nelle vie aeree.
Bergamo non è una città all’avanguardia: nel 2018 i limiti legali di PM 10 sono stati sforati per 127 giorni, classificandosi nona tra le città più inquinate d’Italia (il limite legale è di 35 giorni). Facendo una semplice proporzione tra gli abitanti della provincia Bergamo (circa 1.113.000) e la popolazione italiana (circa 60.500.000), possiamo affermare che nella nostra provincia muoiono ogni anno quasi 1700 persone (quasi 200 soltanto nel comune di Bergamo)[1] solo a causa del nostro caro inquinamento atmosferico.
Il problema cresce in maniera esponenziale se associato ai bambini. Oltre al problema dello sviluppo polmonare (già sufficientemente spaventoso, considerando che gli effetti per i bambini sono doppi), diverse ricerche associano l’inquinamento atmosferico a problemi nella crescita mentale dei neonati e dei bambini[2] . Infatti, l’esposizione continua ad un’aria poco salubre può causare gravi sviluppi di ritardi mentali[3] e, nelle situazioni più gravi, l’insorgenza di Alzheimer precoce[4].
Facciamo un confronto. Attualmente, i morti certi per Coronavirus sono circa 284.765 in tutto il mondo (aggiornato all’11 maggio): un numero molto elevato se osservato da solo. Ma con un semplice riparto proporzionale (8,8 milioni di morti annui / 12 * 4 mesi), si constata che nel periodo tra fine gennaio e inizio maggio sono morte nel mondo circa 2.933.333 persone solo per l’inquinamento atmosferico: 2.648.568 in più rispetto a quelli del Covid-19 (vedere grafico sotto). Ovviamente bisogna tener conto che sono dati molto approssimativi (i casi accertati di Coronavirus sono solo una parte di quelli totali e le restrizioni di questi mesi hanno ridotto l’inquinamento) ma non sono eccessivamente distanti dalla situazione reale.
Sono dei numeri impressionanti di cui, nonostante la portata, non se ne parla mai. Oggi siamo di fronte ad uno dei più grandi problemi degli ultimi cento anni e dobbiamo unire le nostre forze per sconfiggerlo, dimostrando che siamo più forti di uno stupido virus invisibile. Ma vincere una battaglia non significa vincere una guerra: appena tutto sarà finito dovremo riflettere su quanto le nostre emissioni fanno male alla salute, studiando un futuro sostenibile e responsabile per far si che questi dati spaventosi diventino un brutto ricordo.
È una questione di vita o di morte: vogliamo ancora 8,8 milioni di morti annue? Non ci bastano e ne vogliamo di più? Oppure vogliamo fare di tutto per evitare altri inutili stermini? Possiamo decidere il futuro che vogliamo, ma dobbiamo farlo in fretta.
Fonti della ricerca: OMS, Inquinamento atmosferico e salute dei bambini: prescrizione di aria pulita; UNICEF, In che modo l’inquinamento atmosferico altera lo sviluppo del cervello; Rapporto “Mal’aria” 2018 di Legambiente; ISTAT, studi 2018-2019.
Alessandro Frosio
[1] I calcoli, seppur molto approssimativi, posso considerarsi in buona parte veritieri. Se è corretto infatti affermare che molte persone nella nostra provincia vivono in zone rurali, è altrettanto corretto affermare che chi vive in centri più affollati (Bergamo, Treviglio e l’isola bergamasca) è sottoposto ad un inquinamento molto più alto rispetto alla media Italiana.
[2] OMS, Inquinamento atmosferico e salute dei bambini: prescrizione di aria pulita
[3] UNICEF, In che modo l’inquinamento atmosferico altera lo sviluppo del cervello
[4] I segni distintivi della malattia di Alzheimer si stanno evolvendo incessantemente nei neonati, nei bambini e nei giovani adulti della Città del Messico.