di Cesare Zapperi
La “Street Parade” che andrà in scena nelle vie del centro di Bergamo sabato sera ha un obiettivo ambizioso: “illuminare questa città morta”. L’iniziativa nasce su Facebook grazie ad un gruppo che vanta oltre 3700 iscritti e intende ripetere il successo della manifestazione che vide migliaia di giovani sfilare la notte del 23 ottobre 2009. Nulla da dire: tutto ciò che serve a dare un po’ di vivacità non guasta. Anche se, per onor di verità, da allora qualcosa è cambiato. La “movida” del giovedì sera l’estate scorsa ha raccolto grandi consensi. E nei prossimi mesi l’assessore alle Politiche Giovanili e al Tempo Libero Danilo Minuti, tra i pochi che spiccano nella grigia Giunta Tentorio, è intenzionato a riproporla. Un’ottima scelta che dimostra quanto la scossa portata in città dall’adunata degli Alpini del maggio scorso, quando per tre giorni Bergamo ha mostrato una voglia di con-vivere all’aria aperta fino ad allora sconosciuta, abbia lasciato il segno. La “Street Parade”, al di là di alcune inutili sottolineature politiche di segno progressista, va dunque presa come uno stimolo ulteriore a continuare sulla strada tracciata. L’Amministrazione comunale ha come base di partenza l’esperienza di un anno fa. Da lì deve ripartire con uno sforzo mirato ad allargare l’iniziativa e a migliorare gli aspetti logistici che allora hanno lasciato un po’ a desiderare. Da un lato, bisogna insistere sull’estensione della zona pedonale oltre il Sentierone fino ad abbracciare Porta Nuova e un buona metà di viale Papa Giovanni. Con un’area più vasta si può meglio gestire le diverse attrazioni (i concerti delle band giovanili, gli spettacoli, le bancarelle, i punti di ristoro), evitando sovrapposizioni o fastidiose vicinanze. Dall’altro, e questa è stata l’unica vera nota dolente della prima “movida”, occorre facilitare il più possibile l’accesso ai parcheggi e l’utilizzo dei mezzi pubblici. In serate come quelle serve uno sforzo straordinario per consentire alle migliaia di persone che vogliono raggiungere il centro cittadino di poterlo fare senza doversi sorbire gimkane tra una via e l’altra alla disperata ricerca di un posto dove abbandonare l’auto. Bisogna indicare, preventivamente e chiaramente, alcune aree di sosta consigliate e collegare queste ultime con l’area della “movida” con servizi navetta. Non ci sono altre soluzioni. E’ chiaro che una organizzazione di questo genere ha dei costi e comporta qualche fatica, ma la riuscita dell’iniziativa passa anche da questi particolari tutt’altro che insignificanti. Come è importante che il Comune sappia coinvolgere i commercianti e gli esercenti perché sappiano essere a loro volta protagonisti delle serate e non spettatori mugugnanti. E’ una occasione anche per loro se sono capaci di calare sul tavolo proposte ed idee. “Illuminare la città”, si diceva, è l’obiettivo. Bene, allora tutti devono fare la loro parte (compresi quanti oggi si fanno promotori della “Street Parade”). Proprio come avvenne nei tre magici giorni dal 7 al 9 maggio di un anno fa. Ci si ritrovò sorpresi di fronte ad una città animata anche di notte, allegra e capace di godersi qualche ora in compagnia. Qualcosa di stupefacente a queste latitudini. Ma qualcosa che molti vogliono rivivere. Se possibile, con una organizzazione più adeguata per gustarlo ancora meglio.
11 Comments
pepe
Iscriviti ai gruppi di facebook:
BASTA CON QUESTA BERGAMO PER VECCHI!
BERGAMO STREET PARADE
pepe
I bergamaschi invecchiano ma per questo non devono trasformare la città in un ospizio !!!
Rimanesse anche un solo ragazzo, magari boliviano, è per costui che dobbiamo pensare di organizzare la città.
Leva
Bergamo apri gli occhi e vivi per i tuoi giovani!
Aristide
SULL’EFFIMERO E SULLA RIPRODUZIONE DIGITALE DELLA CULTURA
Se mi è consentito di esprimere un parere con tono garbato ma fermo, sarei tentato di cominciare con l’affermazione: «Qui l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare! ». Così aveva l’abitudine di dire il buon vecchio Bartali, quello cantato da Paolo Conte («quel naso triste come una salita / quegli occhi allegri da italiano in gita / e i francesi ci rispettano / ché le balle ancor gli girano»).
Prima considerazione: senza entrare nel merito della questione se Bergamo sia una città veramente morta (cosa che peraltro a me non sembra), o meno, la prima osservazione è che illuminando il 26 marzo una città morta non resuscitiamo la città. Se la città è morta, rimane morta, ma illuminata. Non dimentichiamo che esistono anche gli zombi, cioè i morti viventi.
Seconda considerazione: il fatto che l’iniziativa nasca su Facebook non ci commuove. Siamo tartassati dalla neo-retorica da social network, il che c’induce istintivamente a diffidare. Quare id dicam requiris? “Mi domandi perché?”. Presto detto: Queste iniziative da social network significano appecoramento. Non è questione di giovani o di vecchi. Ci fanno orrore, o pena, o tutt’e due, i vecchi deportati sui pullman, con guida turistica compresa nel prezzo della gita (magari la gita è “culturale”: questo è terribile, meglio la violenza commerciale dei pentolai!), ci gettano nella costernazione i giovani “animati” da qualche organizzatore di “eventi”. Chi è vivo non ha bisogno di essere “animato”, conseguentemente non ha bisogno di “animatori”. Insomma, retorica per retorica, preferiamo quella delle osterie e dei locali, purché non “caratteristici”, per carità! Insomma arridatece Guccini. Oppure andiamo a sentire Roberto Vecchioni, che forse ci legge anche Catullo. Però, mi raccomando: Vecchioni sì, ma senza moglie al seguito, senza Daria Colombo, altrimenti lui è costretto a dire banalità.
Terza considerazione: il fatto che – se abbiamo letto bene l’articolo – l’assessore alle Politiche giovanili e al Tempo libero voglia mettere cappello su questa “Street parade” ci allarma vieppiù. Non abbiamo niente contro l’assessore di Bergamo, non sappiamo niente di lui, non è una questione personale. Siamo invece pregiudizialmente contrari all’istituzione. Non dovrebbero esistere assessori alle politiche giovanili, i giovani non sono specie protette. È sufficiente che i giovani siano considerati cittadini di pieno diritto e non carne da macello per lavori interinali. Qui sarei tentato di allargarmi, ma mi contengo, ai fini di una comunicazione efficace. Mi limito a osservare che gli assessori alle politiche giovanili sono una iattura perché spesso e volentieri agitano le acque giovanilistiche a fini di visibilità personale, con danno delle casse del Comune: la tentazione per loro, ovviamente, è fin troppo ghiotta. (Analogo discorso si potrebbe fare per gli assessorati alla cultura – meglio: la cosiddetta “cultura” – quando la “cultura” butta sull’effimero d’infausta memoria niccoliniana.)
Quarta considerazione: l’articolo mette in luce che «un’organizzazione di questo genere ha dei costi e comporta qualche fatica». Mi sembra giusto domandarsi quali, chi paga (vabbè, lo sappiamo) e se ne valga la pena.
Quinta e ultima considerazione: qui si dà per scontato che le autorità cittadine debbano farsi carico della movida. Proviamo a far chiarezza: se uno dice che si deve provvedere con i normali servizi di tutela dell’ordine pubblico, di pulizia delle strade ecc., in misura quanto basta, perfettamente d’accordo. Ma dopo di ciò, niente di più. A ognuno il suo mestiere. Sutor, ne ultra crepidam! (oppure, in milanese, “Offellè fa ’l tò mestè!”). Del resto questo è un discorso generale: chi vuol fare la festa dello gnocco fritto, liberissimo, ma a spese sue, senza chiedere sovvenzioni. Anzi, nel caso, pagando le tasse.
Andando fuori tema (ma forse no, a ben guardare c’è un nesso): qualcuno ha mai pensato che organizzando un evento in meno (rinunciando alla kermesse e alla conseguente visibilità) si potrebbero destinare i fondi di quell’evento a qualcosa di meno effimero e più utile (per definizione, senza visibilità)? Per esempio, invece di chiamare Odifreddi a fare una conferenza “scientifica”, non si potrebbe comprare – che so io – una macchina di Wimshurst da assegnare in dotazione a un liceo? E così via, premi Nobel compresi. Se chiami la Levi Montalcini a fare una conferenza sul Nerve Growth Factor e il presupposto di quella presenza è spettacolare (come negarlo?), alla fine avremo soltanto fatto spettacolo: il che non è bello, neanche per lei. Signori, viviamo nell’epoca della riproduzione digitale dell’opera d’arte e della divulgazione scientifica. Inoltre, teoricamente, non ci sono più i soldi.
Giuseppe
La street parade 2011 è stata un successo per i ragazzi che si sono ritrovati a festeggiare in centro in oltre 5 mila mentre è apparsa come una disgrazia per gli anziani che desideravano andare a dormire già dalle 20,30 quando la sfilata è iniziata.
Musica sui sei carri che sono partiti dalla Malpensata per transitare da via Bonomelli, viale Papa Giovanni, viale Paleocopa, via Paglia, Tiraboschi, Porta Nuova, piazza Matteotti e terminare in Vittorio Veneto.
Noi riteniamo che questa città vada RISVEGLIATA non solo 1 giorno all'anno ma SEMPRE e che per farlo sia necessario allargare la ZONA PEDONALE ed incrementare i limiti di rumorosità. Oggi, se cade un bicchiere in un bar a mezzanotte, interviene l'ARPA per la chiusura del locale. Questi limiti sono impossibili da rispettare e costringono i locali alla chiusura con la conseguenza di allontanare i nostri ragazzi costringendoli a rifugiarsi in locali fuori città con trasferte lunghe e pericolose.
Nelle cose si vuole sempre equilibrio e costanza !!!
Mattia
Ravvivare la città di tanto in tanto non guasta, anzi eventi di questo genere dovrebbero esserci più spesso, magari anche a livello regionale se non nazionale, visto che l'Italia sta diventando realmente un paese per vecchi. Gli altri paesi europei propongono molti eventi che attraggono giovani con unico fine quello di divertirsi. Prendiamo esmpio!!!
Giorgio
Cosa scontata da dire -e già detta-:
La città dovrebbe essere viva sempre!
Non ci si dovrebbe limitare all'organizzazione di manifestazioni sporadiche come la Street Parade, ma andare molto oltre!
Federico Giavazzi
Ottimo intervento Alberto condivido e sottolineo che essere civili non è mai fuori moda, ci si può divertire in tanti modi, ma atti vandalici devo essere condannati.
La scusa del "e ma sono ragazzi" conta poco visto che diversi danni sono stati rilevati.
L'età media dei presenti era dai 18 in su e teoricamente dovrebbero essere persone con la testa.
Alberto Trussardi
Io non c’ero, ma mi è sembrato un grande evento ormai passato da più di una settimana.
Ma la cosa più importante che dovrebbe passare come messaggio è che una città viva, è una città SICURA!
Stupri, violenza, bullismo, atti vandalici etc … Accadono con meno frequenza se c’è tanta gente, perché ci sarebbe una sorta di “auto-moderazione sociale” che regolerebbe i comportamenti delle persone, vedi città come Barcellona, Madrid, Londra e molte altre.
Certo forse meno bottiglie per la strada, qualche finestrino rotto in meno e perché no senza graffiate sulle auto sarebbe stato meglio.
Essere civili non è mai FUORI MODA ed è stata secondo me l’unica pecca che ha dato adito alla solita “casta” di lamentarsi … Purtroppo su 10.000 persone i coglionazzi si trovano sempre, ma ci si può fare gran poco.
Speriamo che la ripropongano con una chiave più moderata e non con l'intendo del "andiamo e facciamo bordello" perchè questo non vuol dire essere giovani.
Kamella Scemì
Condivido molto i due ultimi commenti, oltre a quello di Aristide. Da un lato si deve evitare la cappa dell'assessore alle politiche giovanilistiche, tipo l'esoterica Melandri, che stravolgerebbe tutto, dall'altro servono rigidi controlli e responsabilità. Mica facile. Pensiamoci insieme. Io sono una teologa ortodossa e di nazionalità turca (vedi il mio contributo al Vangelo settimanale), ma argomenti come questi dimostrano che il pensiero va esteso e si estende anche ben oltre le ristrette cerchie degli studiosi. Invitate me, invitate Aristide, invitate Giuseppe… e ci divertiremo veramente insieme. A partire dalla fase progettuale, apparentemente frutto soltanto di serietà, anzi, seriosità.
Polar Tv
È stata la più grande manifestazione di giovani nata dal basso che Bergamo abbia mai visto, questo è certo. Diecimila ragazzi di ogni età hanno dimostrato che la voglia di vivere la città c'è eccome, attirando giovani anche da altre province della Lombardia: Milano, Lecco, Brescia, Varese.
La Bergamo Street Parade, al di là delle polemiche è stat un successo. Si poteva fare meglio? Certo, la perfezione non è un traguardo, ma un percorso che si deve intraprendere.
Questi i fatti: qualche anno fa un ragazzo crea un gruppo su facebook per esprimere la propria insoddisfazione di come la città sia vissuta pochissimo durante l'orario serale, in breve tempo riceve migliaia di adesioni e simpatizzanti, nasce così la Bergamo Street Parade nella sua prima edizione del 2009 con 7 carri festanti di musica e circa 3000 persone che chiudono il corteo davanti al palazzo del comune. La cosa si ripete anche Sabato 26 Marzo, questa volta gli organizzatori sono di più: il gruppo arriva a contare una cinquantina di ragazzi che collaborano a creare l'evento con risultati sorprendenti anche da parte degli organizzatori.
Dopo la street parade sono arrivate anche le lamentele per quanto riguarda il comportamento dei soliti maleducati che hanno seminato il percorso con bottiglie di vetro, si è segnalato anche qualche atto di vandalismo e non ultimo anche il caso di una ragazzina di 15 anni finita in coma etilico.
Qualche considerazione da fare a riguardo però c'è… prima di tutto la presenza di molti minorenni, anche quindicenni: l'orario della manifestazione è stato imposto dalle 20:30 fino alle 23:30 e così è stato fatto. Se un ragazzino di 15 anni non può andare in discoteca il sabato sera perchè le discoteche aprono almeno a mezzanotte e chiudono alle 5 del mattino, la Street Parade è stata l'occasione per vivere la prima esperienza di un Sabato sera con annessi e connessi, e a quell'età non si ha ancora il senso del limite per cui esagerare è un rischio.
Esagerare e trascendere vale anche per i maggiorenni che si sono trovati a vivere un evento più unico che raro in questa città solitamente spenta.
Ma se la città fosse viva, se davvero Bergamo offrisse delle opportunità per stare in centro a passare la serata con amici, con locali aperti e occasioni di aggregazione, se tutto questo fosse la normalità… non pensate che un ragazzo non sia portato ad esagerare? A sfogare tutto in una serata che sa che potrebbe non ripetersi più per molto tempo?
Un appunto riguarda le forze dell'ordine che ad occhio e croce erano presenti in un paio di decine di unità perchè non potevano di certo prevedere una tale affluenza, ma si sono comportate egregiamente, senza alcun intervento degno di nota e, a parte i sopracitati episodi, anche da parte dei ragazzi c'è stata tutto sommato un'atmosfera di festa e allegria.
Molte persone, giovani e meno giovani, intervistate da PolarTv si sono dette favorevoli a questo tipo di manifestazioni in centro seppur con una certa sacrosanta regolamentazione.
Ma se allora i cittadini sarebbero contenti di una città più viva, la sicurezza ne guadagnerebbe, gli esercenti pure e i politici dicono di essere favorevoli ad una città più viva… dove sta l'intoppo? Chi si oppone?
Una cosa è certa… non si possono ignorare 10000 ragazzi, di interessi ce ne sono molti da parte di tantissime realtà. Staremo a vedere come proseguirà quest'avventura…