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3 Comments

  1. 1

    maria

    Ma quanti ci credono veramente? Neanche un commento, un pensiero. Evidentemente quasi tutti non sanno neanche da che parte cominciare per impostare un pensiero cristiano. Perché i preti non ci si buttano? E'il loro mestiere.

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  2. 2

    angelomario

    Il commentino subito dopo la frase del Vangelo è molto stimolante. Forse qualche commento da parte di chi si sente toccato o interessato arriva. Un po' alla volta… I preti sono troppo zitti.

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  3. 3

    gigi

    Quel che sconvolge è che per di più abbiate sentito il bisogno di spiegare il perchè della vostra scelta, come se i cervelli della gente funzionassero ancora. Il Papa, che ora ha fatto la stessa cosa, non ha spiegato nulla: ha agito e basta. Questo vuol dire che il problema e le finalità di un'iniziativa simile, di grande profondità, sono inutili da precisare, perchè tanto non vengono neppure capite, se non da alcuni dei quattro gatti che vi leggono (come quell'Aristide, noto intellettuale e schizzinoso frequentatore del Web): è più utile fare come con i martelli, picchiare la capocchia del chiodo finché non entra nel muro, spaccandolo a forza. Si fa così anche in amore e per amore, no? A dimostrazione, non appena la rubrica del Vangelo settimanale si è perfezionata, con una bella riflessione dello storico, don Zanchi, gli zero comments sono cessati, l'articolo, molto originale, ha attirato l'attenzione di tutti, facilitato dalla ripetizione dell'immagine di accompagnamento e dal fatto che era puntualmente apparso le settimane precedenti, implacabile, generando comunque curiosità. Dàgli e dàgli, ci si arriva… e infatti le domande dei lettori sono ancora lì, a prendere il sole finché non diventeranno meno sapide e ingombranti.

    Un'altra dimostrazione di quel che dico è data dalla decisione di Benedetto XVI di comparire in TV il giorno di Venerdì Santo, durante 'A Sua immagine', su Raiuno, per rispondere in diretta a domande dei fedeli. Che cosa chiederanno i fedeli?, ci si domanda. E nessuno si domanda, invece: perché l'ha fatto, e proprio nel giorno dell’oscurità e del dolore? Tre domande e tre risposte secche. Così è deciso!

    Sarà il fedele, spontaneamente, a chiedere al Papa di cercar di coniugare il suo oscuro fare quotidiano, pressato dall’ansia e dal bisogno, con quel Dio in cui crede e che sembra così lontano da quel correre. Santità, mi spieghi, mi indichi dov’è Cristo, in queste mie giornate affannate e distratte: me lo mostri, perché io non riesco a riconoscerlo. Non c'è nessun perché da distribuire: sarà lui a chiedere, perché ne ha bisogno.

    Come ne ha bisogno il genitore che vorrebbe spiegare ai figli che occorre studiare, e lavorare, e fare fatica, mentre questi invece guardano la tv, sognano, e si incupiscono nel rancore, perché magari son figli di gente aliena dalla corruzione.

    Ne ha bisogno il malato, che non sa in chi, in che cosa sperare. Ma che sia una speranza ragionevole, concreta: vera tanto quanto il desolato bianco reparto di ospedale, dove sta con gli occhi fissi al soffitto. Perché niente di meno basta all'uomo, di una speranza che si possa toccare, che abbia un nome, una faccia, che sia una speranza vera.

    Davanti a questo, ogni perché è inutile.

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