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21 Comments

  1. 1

    Mainardo della Volpe

    Eccellentissimo Monsignore,
    non sono molto pratico di Chiesa, incensi e dintorni. Il mio interesse maggiore risiede nella bellezza, specie quella artistica, quella che sa superare anche le ottusità razionalistiche poste da critici e superbi.
    La raffigurazione del Buon Pastore ha avuto grande ruolo in pittura e scultura, ma anche in musica, architettura e poesia.
    Quale o quali di esse Lei trova più consone al brano evangelico e al Suo comnento?

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    1. 1.1

      Goffri

      Le immagini di Cristo che più mi impressionano e che mi aiutano nella riflessione e nella preghiera personale sono quelle del Cristo in gloria, del Pantocrator, che mi danno l’idea dell’universalità della redenzione e le immagini della passione di Gesù, soprattutto quelle del Cristo deposto dalla croce e pianto dalla madre e dalle pie donne. Il loro patetismo, per un Figlio di Dio che ha sofferto e che è tutto piagato (penso alla rappresentazione di Giotto agli Scrovegni di Padova) mi è di aiuto per commuovermi e meravigliarmi di colui che ha dato tutto per me.

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  2. 2

    Ariberto della Gera d'Adda

    La ringraziamo per la sua paziente chiarezza. È un sollievo leggere le Sue risposte alle pressanti nostre domande, certo nebulose, come nebulosa è la vita al tempo d’oggi.
    Nei secoli non siamo stati educati a leggere e soprattutto capire la Parola, ma ad ascoltare sermoncini moralistici: collegare la Parola alla realtà è esercizio cui nemmeno la scuola ci ha istruito.
    Blog come questo sono fondamentali, anche per l’anonimato che, se richiesto è ferreo: nessuno vuole mostrare l’ignoranza religiosa che si porta dietro, e nello stesso tempo molti vogliono dichiarare i propri dubbi e le proprie idee al riguardo.

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    1. 2.1

      Goffri

      La ringrazio cordialmente. Il tempo odierno ci sollecita a nuove domande e indagini rispetto al passato, a cui la parola di Gesù si mostra sempre sorprendentemente ricca di spunti, se debitamente indagata Spero di riuscire di aiuto a che è seriamente interessato in questa ricerca.

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  3. 3

    Schettine della Biscaglina

    Riprendo un tema già emerso nelle puntate precedenti, e cioè quello del fatto che le pecore riconoscono la voce (la Parola) del loro pastore.
    Nella confusione di oggi come si fa a essere “riconoscenti”, cioè non solo a essere grati per un tangibile beneficio ricevuto ma anche a riconoscerne l’eventuale grandezza di dono? In fondo, si tratta di distinguere il bene dal male, il buon pastore da quello cattivo, e ciò prima di subirne gli effetti. Perché le pecore seguono il pastore, anche se cattivo.

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    1. 3.1

      Ernestina Maria Ghilardi

      Non si tratta soltanto di distinguere fra il pastore buono e quello cattivo. Oggi è necessario anche distinguere fra chi è pastore e chi non lo è ma simula di esserlo, almeno pro parte.
      Pensate a quanti sgomitando si infilano nelle liste elettorali o si propongono per incarichi di interesse pubblico facendo grandi e apparentemente corretti proclami, mentre in realtà mirano solo agli interessi propri e dei loro amici.
      Questo non avviene solo nel largamente corrotto mondo della pubblica rappresentanza e amministrazione: basta pensare ai tanti santoni che occupano i canali televisivi, ma anche agli opinion leaders (giornalisti, manager etc.) che pontificano a loro esclusivo vantaggio, alle compagnie che rompono a ogni ora telefonandoti le loro offerte, a tanti gestori web, a tanti agenti pubblicitari, ai venditori porta a porta che ti suonano il campanello…
      Tutti costoro in qualche modo fingono una loro “pastoralità”, ma in tal senso sono soltanto lupi travestiti.

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      1. 3.1.1

        Ghiza Tombini

        La risposta ce l’hai sùbito: quello che è veramente pastore e anche buono dà la sua vita per le pecore, anche se si tratta di pecoroni che hanno paura di dirsi cristiani, cosa che fa storcere i nasini nei salotti radical-chic.
        È il preannuncio del sacrifizio di Gesù, la prova della concretezza del Suo amore per noi. Il Signore più che delle pecore e dei pecoroni parla di sé, di come si pone Dio verso l’uomo.
        Certo che è qualcosa di molto diverso dalle altre religioni, Islam compreso.

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        1. 3.1.1.1

          Goffri

          Non posso che condividere quanto dice. Trova un approfondimento in quanto scrivo nel commento di questa domenica V dopo Pasqua.

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      2. 3.1.2

        Goffri

        Gesù ci offre una prova infallibile per discernere i buoni dai cattivi pastori. Il Buon Pastore dà la vita; vive la generosità e non pensa primariamente ai propri vantaggi, come bene dice l’amica Ghiza Tombini. S. Paolo scriveva nella lettera ai Galati: !Quello che io vivo, lo vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e hadato se stesso per me” (Galati. 2,20)

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    2. 3.2

      Goffri

      L’uomo di oggi riceve una quantità enorme di stimoli, che possono creare disordine e smarrimento. Mi sentirei di suggerire alcune regole, che riguardano una sana sobrietà, con momenti di riposo e di riflessione personale. Occorre poi considerare i momenti essenziali della vita, per cogliere le lezioni di vita buona che essi contengono: i rapporti personali, gli affetti familiari, l’aiuto reciproco, gli atti di generosità, l’onestà. Se ci incamminiamo su questa strada, potremo riconoscere i buoni maestri, soprattutto il Buon Pastore Gesù. Potremmo dargli credito, prima di aver raggiunto una certa consapevolezza. Dalla pratica, possiamo verificare se le sue indicazioni sono buone. C’è una preparazione per riconoscere e fidarsi, ma c’è pure l’esperienza del vissuto che ci conferma.

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  4. 4

    Ildegardo da Aachen

    Il rapporto fra Dio e uomo è paragonabile a quello del pastore con le sue pecore: lo dicono l’Antico come il Nuovo Testamento. Gesù dice che questo rapporto non può cessare, mai.
    E la libertà dell’uomo? Fino a qual punto può spingersi?

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    1. 4.1

      Goffri

      La domanda è molto pertinente e per niente banale. Essa suppone una concezione dell’uomo irreale e solo immaginata. La tentazione dei contemporanei è quella di immaginare l’esistenza dell’individuo che esiste prima e a prescindere dalle relazioni con gli altri, In realtà l’identità personale si costruisce con le relazioni, fin dai primi momenti di vita. Il bambino, si sente qualcuno per la protezione del grembo materno che lo nutre e lo fa crescere. Appena dopo il trauma del parto piange, ma trova due braccia che lo accolgono. L’essere accolti e amati è fondamentale per la propria identità. L’uomo ha la possibilità di molti rapporti, ne cerca uno che in qualche modo costituisca la sua pienezza e sia la spiegazione di tutto. Non possono esserlo i rapporti con i familiari e amici, perché questi possono venir meno. Infatti piangiamo quando è mancata una persona amata L’individuo ha la sicurezza piena quando si sente oggetto di un interesse e di un amore che non verrà mai mano: in termini cristiani quando si sente Figlio di Dio e da Lui amato eternamente

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  5. 5

    Nobile barone (adottivo) di Sebottendorff

    Il Signore appare dopo la morte, dichiara la Sua figliolanza da Dio, è Dio, vive. Effettivamente credere a tutto questo non è facile se non lo si vede e tocca come l’apostolo Tommaso. E nemmeno è credibile che, senza tangibili prove, lo credano degli Ebrei, sconvolgendo la loro ferma e formale credenza nella Legge di Mosè. Tutto questo è ragionevole, anche se la ragionevolezza non significa evidenza. Ma, a tal punto, perché Gesù ha scelto un tale percorso e non uno degli altri facilmente ipotizzabili, meno cruenti e più manifesti ancora, addirittura certi, per significarci tutto questo? In fondo, avrebbe levato ogni dubbio e questione, e l’umanità forse sarebbe un po’ migliore.

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    1. 5.1

      Goffri

      Se Gesù avesse scelto l’evidenza avrebbe distrutto la storia, cioè il tempo che implica crescita, scelte sofferte, le prove, insomma l’esercizio della libertà, attraverso la quale diventiamo uomini. Quando scegliamo una persona da amare, non siamo del tutto sicuri, perché non ne vediamo l’intimo, che spesso è ignoto anche al diretto interessato. Scegliamo sempre sulla base di segni che rendono la scelta ragionevole; ma non è tutto programmato. Vi sono le sorprese, l’emergere progressivo della personalità nostra e degli altri, le circostanze diverse; tutto questo esige scelte continue.. Esse sono necessarie per costruire un rapporto maturo e profondo. Avviene così con le persone; avviene così anche per Dio: lo dobbiamo conoscere …

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  6. 6

    Karl Heinz Treetball

    Abbiamo già trattato della responsabilità, mi pare. Il Buon Pastore ha la responsabilità di guidare il gregge e di salvare le pecore eventualmente in pericolo. Ognuno di noi è e deve essere buon pastore, che sia credente o no, perché la discriminante è data dal dovere di occuparci dell’altro, cifra base di qualsiasi società. Anche in questo il messaggio cristiano mostra tutta la sua universalità.

    Reply
    1. 6.1

      Goffri

      L’occuparci dell’altro ha bisogno di concretezza. L’universale non è l’stratto e il generico. Gesù lo spiega con la sua vita, per es. lavando i piedi agli apostoli e con le parabole, che contengono una storia concreta: pensiamo alla parabola del buon Samaritano

      Reply
  7. 7

    Ernestina Maria Ghilardi

    Vorrei chiedere a uno storico importante come Lei: se l’esempio per noi tutti è quello del Buon Pastore, in casa, sul lavoro, per strada, nel divertimento e nel dolore, come può esercitarsi il ruolo se le strutture fondamentali per avere anche soltanto un gregge vengono sistematicamente distrutte? Mi riferisco in particolare alle nuove leggi in corso di approvazione e alle sentenze che modificano e svuotano irreversibilmente il concetto stesso di matrimonio e di famiglia quale società naturale.
    Soltanto irresponsabili o anche demonicamente altro?

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    1. 7.1

      Goffri

      Questi temi meritano una trattazione esauriente. Penso che nel prosieguo dei nostri commenti avremo modo di parlarne, anche se sono solo un insegnante di storia e non uno specialista in materia. Uno dei motivi della complessità odierna è proprio la richiesta di specializzazione

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  8. 8

    Romana

    L’oppressione burocratica ha disarticolato la società: c’è ancora un gregge oppure dobbiamo pensare a singoli gruppettini che forse un domani potranno diventare gregge?
    Va cambiata, dunque, tutta la metodica pastorale? Con pochi e vecchi sacerdoti, per giunta. E quelli nuovi sono spesso impreparati …

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  9. 9

    Stava in Mileto

    La presenza sul territorio di comunità religiose diverse e talora incompatibili col Cristianesimo pone problemi “di abbondanza”, per così dire. Non più un solo gregge, ma greggi differenti e distinte: che si fa o si può fare?
    Non mi sembra che molte di quelle pecore ascoltino o anche soltanto siano in grado di capire la voce del pastore.

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    1. 9.1

      Goffri

      La presenza sul mercato di numerose proposte religiose, dovrebbe indurre i cristiani a diventare più coscienti della propria originalità. Non è vero che una religione equivale all’altra. Esse presentano diversità piccole e grandi. Il cristianesimo presenta una struttura di fondo non posseduta da altre religioni, se non dall’ebraismo, ulteriormente sviluppate da Gesù. Rimando al mio commento del vangelo della V domenica dopo Pasqua

      Reply

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