Con l’avvento di nuove logiche di valutazione del capitale e a seguito della profonda crisi che ha toccato il sistema finanziario ed industriale, sempre con maggiore frequenza gli investitori sono e saranno chiamati a partecipare ad operazioni di aumento del capitale sociale: operazioni, tra l’altro, già richiamate in altre nostre edizioni quali strumenti per la raccolta di nuovi mezzi, soprattutto oggi, destinati a potenziare la struttura patrimoniale, ampliando la base azionaria.
di Federico Rossi
L’operazione è solitamente riservata a chi è già socio e può essere a “titolo oneroso” qualora la sottoscrizione delle nuove azioni avvenga contro esborso del controvalore stabilito e dove il diritto di partecipazione, proporzionale al numero di azioni possedute, viene definito “di opzione”, ovvero a “titolo gratuito” qualora le nuove azioni vengano assegnate gratuitamente ed, in questo caso, il diritto viene definito appunto di “assegnazione” (questa tipologia non ha influenza sull’ammontare del patrimonio).
Durante e limitatamente alla fase di aumento di capitale, il diritto di opzione può essere monetizzato per il tramite del mercato e ciò perché essendo il diritto stesso rappresentato da una cedola, essa può essere trattata separatamente dal titolo madre.
Il suo valore teorico e, conseguentemente, quello teorico dell’azione successivamente alla chiusura dell’aumento di capitale (definita “azione ex”), può essere determinato a priori, una volta conosciuti i termini dell’operazione di aumento di capitale, con delle particolari e semplici formule che tratteremo in appresso.
L’utilità di determinare questi valori teorici, consiste nel poterli raffrontare con quelli reali che il mercato registrerà nel corso dell’operazione e stabilire conseguentemente la linea di condotta più conveniente nell’esercizio del diritto di opzione. Di norma, infatti, tra i valori teorici e quelli reali, si verificano scostamenti anche consistenti determinati da diversi fattori di valutazione del mercato che rendono convenienti per l’investitore/azionista talune o tal altre strategie.
Determinazione del valore teorico del diritto di opzione e dell’azione ex.
Per trattare questo argomento, sebbene di estremo interesse, non si può non prendere in considerazione il complesso mondo dei numeri e quindi ci dobbiamo confrontare con alcune semplici ma indispensabili formule matematiche. Mi sforzerò, per altro, di essere il piu’ elementare possibile.
Come primo passo dobbiamo calcolare il valore teorico dell’azione optata ovvero il valore che, in funzione della quotazione che ha l’azione prima dell’avvio dell’aumento di capitale e del rapporto di opzione, sarebbe credibile debba registrare sui mercati l’azione ex-aumento di capitale.
Successivamente con un semplice calcolo si determina il valore teorico del diritto di opzione.
Fatto questo, l’investitore, durante la fase di aumento di capitale, avrà gli strumenti adatti per poter decidere se:
- Autofinanziare l’operazione vendendo tanti diritti pari a quanto necessario per sottoscrivere le nuove azioni rivenienti dai diritti di opzione rimasti (è il caso dove solitamente la quotazione effettiva del diritto non discosti sensibilmente da quella teorica)
- Vendere tutte le azioni in possesso acquistando sul mercato tanti diritti necessari per sottoscrivere nuove azioni in quantità pari a quelle vecchie vendute (è il caso dove la quotazione effettiva del diritto sia inferiore a quella teorica)
- Vendere tutti i diritti di opzione acquistando invece sul mercato le azioni (è il caso, invece, dove la quotazione effettiva del diritto sia superiore a quella teorica calcolata come diremo).
Il caso pratico
Allo scopo ci puo’ aiutare a comprendere meglio un esempio numerico, con soggetti comunque di fantasia.
La società Alfa SpA aumenta il capitale sociale secondo il seguente programma: emissione con sovrapprezzo di € 1,089 di 3 nuove azioni, godimento regolare, ogni 20 azioni vecchie in circolazione.
Essendo note anche la quotazione delle azioni di Borsa in € 2,41 ed il valore nominale dell’azione in € 0,50, diventa semplice calcolare due importanti valori, come segue.
Si calcola prima il valore teorico dell’azione optata di € 2,30 sommando il prodotto (€ 2,41×20) al prodotto (€ 1,589×3) e dividendo per il totale del numero nuovo di azioni rivenienti ovvero 23.
Da qui è semplice calcolare il valore teorico del diritto d’opzione di € 0,11 per differenza tra prezzo corrente dell’azione di € 2,41 ed il valore teorico prima calcolato di € 2,30.
2 Comments
caicos
Grazie davvero per questa ottima spiegazione. Spero di poter continuare a leggerti anche se non sno di bergamo 🙂
Claudio
Grazie a te caicos! L'informazione è un bene di tutti bergamaschi e non… La tua approvazione e quella degli altri lettori mi spinge a proseguire. Spero solo di mantenermi sempre all'altezza delle attese. Ciao