INTERVISTA AD ORIANA FALLACI 6/7
La Fallaci contro il regime del Politicamente corretto. L’Europa? “Un fallito Club Finanziario”
SEGUITO ARTICOLO “Francia o Spagna purché se magna” pubblicato il 28.12.2020
Che cos’è, per lei, il Politicamente Corretto?
È il conformismo o meglio la burla che in nome della Fratellanza (sic) predica la Pace e poi esalta le carneficine compiute dai figli d’Allah. Che in Saddam Hussein e in Soleimani ha visto una vittima dell’America e Gheddafi della Francia, in Bin Laden un libertador. Il conformismo o meglio la frode che in nome dell’Umanità (sic) riverisce gli invasori e bastona i difensori, assolve i delinquenti e condanna le vittime, perdona tutto ai palestinesi e niente agli israeliani. Il conformismo o meglio la demagogia che in nome dell’Uguaglianza (sic) nega il merito e il successo, il valore e la competizione. Che negandoli pone sullo stesso piano una sinfonia di Mozart e delle schifezze chiamate “rap” e “trap”, un palazzo rinascimentale e una tenda del deserto. Il conformismo o meglio l’ipocrisia che in nome della Giustizia (sic) abolisce i vocaboli del dizionario e chiama “operatori ecologici” gli spazzini, “collaboratrici famigliari” le domestiche, “non vedenti” i ciechi, “non udenti” i sordi, “non camminanti” gli zoppi. E che gli omossessuali li chiama “gay”. Parola inglese che in inglese significa gaio, brioso, gioioso, allegro, sicché in quel senso non si può usare più, perdio. Il conformismo o meglio la vigliaccheria che in nome della Diversità (sic) chiama “usanza locale” l’infibulazione ossia la bestiale pratica che molti mussulmani impongono alle giovinette per impedir loro d’avere rapporti sessuali e gioirne. Il conformismo o meglio il masochismo che in nome dell’Imparzialità (sic) attribuisce all’Islam il primato della conoscenza cioè le conquiste del sapere, del creare, dell’inventare. Il conformismo, infine, che in nome della Civiltà (sic) consente agli ignoranti in malafede di alterare, falsare, sfruttare a proprio uso e consumo il significato del vocabolo “razzismo”. Non ne conoscono neanche l’etimologia, i cialtroni. Non capiscono neanche che la parola “razzismo” deriva dalla parola “razza”. Non sanno neanche che questa si riferisce a caratteristiche somatiche, ad affinità etniche, non a credi religiosi. Se fosse così, gli atei come me a quale razza appartengono?
È una malattia tutta italiana o coinvolge anche il resto dell’Europa?
In questo senso, noi europei apparteniamo davvero a una grande famiglia… Uguali le colpe, le codardie, le ipocrisie. Uguali la cecità, la meschinità, le miserie. Uguali la malafede, il voltagabbanismo, il terrorismo intellettuale. Uguale la demagogia spacciata per democrazia, la licenza contrabbandata come libertà, la menzogna come verità. Uguale la mancanza d’orgoglio per la propria cultura, quindi l’incapacità o il rifiuto di difenderla. Uguale l’incoscienza con cui le cicale europee favoriscono o addirittura sostengono la Crociata all’Inverso.
Che opinione ha sull’Unione Europea di oggi?
L’Unione Europea è solo un fallito Club Finanziario. E non si capisce a cosa serve fuorché a legittimare l’antiamericanismo quindi a spaccare in due l’Occidente, a imporci una stupidaggine detta Moneta Unica, a pagare eccessivi ed immeritati stipendi (esenti da tasse) ai membri del suo inetto e inutile Parlamento. Nonché ad irritar la gente con le sue populistiche imbecillità. L’imbecillità d’abolire settanta razze canine, ad esempio! “Tutti i cani sono uguali” ha argutamente commentato l’antropologa Ida Magli. O l’imbecillità di uniformare i sedili degli aerei, per cui “tutti i culi sono uguali” aggiungerei io. Questa Unione Europea che parla sempre inglese e francese, mai che parli italiano o fiammingo o spagnolo o finlandese o svedese o che so io, e dove comanda solo il centenario tiro a due chiamato Francia-Germania così caro a Napoleone. Questa Unione Europea che ospita più di venti milioni di mussulmani quasi sempre ostili, ingrati, arroganti e non inseriti nel nostro sistema di vita. Nonché migliaia dei loro terroristi o candidati terroristi o aspiranti terroristi. Questa Unione Europea che senza pudore fornica con gli Stati Arabi cui il petrolio serve per finanziare Al Qaida e che per intascare i sudici petrodollari gli vende di nascosto le nostre banche, le nostre aziende commerciali, i nostri alberghi, i nostri antichi palazzi, le nostre squadre di calcio. Questa Unione Europea che osa parlare di “Similitudine Culturale tra Occidente e Medio Oriente”. Similitudine-Culturale?!? Dov’è la similitudine culturale, razza di pagliacci, di mentecatti?!?
Quindi lei non crede nel sogno europeo.
Quand’ero molto giovane, diciassett’anni o giù di lì, sognavo tanto l’unità dell’Europa. Venivo da una guerra nella quale gli italiani e i francesi, gli italiani e gli inglesi, gli italiani e i finlandesi, gli italiani e i russi, gli italiani e i greci, gli italiani e i tedeschi, i tedeschi e i francesi e gli inglesi e i polacchi e gli olandesi e i danesi e i russi eccetera s’erano trucidati tra loro: ricordi? La maledetta, la fottuta, Seconda Guerra Mondiale.
Anche suo padre, in principio, ci credeva nell’unità dell’Europa.
Sì. Affogato fino al collo nella nuova lotta mio padre predicava il federalismo europeo, il miraggio di Carlo e di Nello Rosselli, e teneva comizi. Parlava alle folle, tuonava: “Europa! Europa! Bisogna fare l’Europa!”. E pieno d’entusiasmo, di fiducia, io lo seguivo come quando aveva tuonato: “Libertà, libertà!”. Insieme a una pace mai immaginata, mai assaporata, incominciavo a conoscer coloro che erano stati i miei nemici. I tedeschi. E a vederli senza uniforme, senza fucile, senza mitragliatore, senza cannoni, pensavo mioddio: sono uguali a noi. Si vestono come noi, mangiano e bevono e dormono come noi, ridono e piangono come noi, amano la poesia e la musica come noi, pregano o non pregano come noi. Come me. Possibile, dunque, che ci abbiano fatto tanto male?
Ma anche noi italiani, con la Resistenza, li abbiamo ammazzati. Non si è mai chiesta se le sue azioni da giovane partigiana potrebbero aver causato la morte di qualche tedesco?
Certo! Con un brivido d’orrore mi chiedevo se durante la Resistenza io stessa avessi causato la morte di qualche tedesco. Portando le armi ai partigiani, ad esempio. Consegnando ai partigiani qualche messaggio che segnalava il passaggio d’un convoglio da attaccare. Seminando lungo le strade provinciali i chiodi che gli facevano scoppiare le gomme e finire nei burroni… Me lo chiedevo eccome. E rispondendomi forse-sì, sicuramente-sì, provavo una specie di vergogna. Mi sentivo come se avessi combattuto nel Medioevo, quando Firenze e Siena si facevan la guerra e le acque dell’Arno diventavano rosse di sangue. Il sangue dei fiorentini e il sangue dei senesi che appartenevano alla stessa terra. Che in ogni senso parlavano la stessa lingua. Che vivevano gomito a gomito, cioè a settanta chilometri di distanza. Poi con un altro brivido, stavolta un brivido d’incredulità, contestavo il mio orgoglio d’esser stata un soldato per la mia patria e concludevo: “Basta! Il babbo ha ragione, basta! Europa, Europa, bisogna fare l’Europa!”
Ma allora come mai lei è così critica nei confronti dell’Unione Europea? L’Europa, secondo lei, non s’è fatta?
Sono gli italiani delle Italie che non sono la mia Italia che sostengono che l’Europa s’è fatta.
Però è un fatto che da più di settant’anni nel nostro continente non ci sono guerre.
Certo! Se pensi al nostro retaggio di guerre fratricide, di rivalità sanguinose, di egemonie feroci, sei portato anche tu a convincerti che l’Europa s’è fatta. Ma per me l’Europa significa Occidente. Significa la cultura alla quale appartengo, la civiltà di cui vado orgogliosa. E questo cinico Club Finanziario che quella cultura e quella civiltà non la difende anzi la vende per ficcarsi in tasca i lerci petrodollari, questo miserabile cicalaio che cianciando di similitudini-culturali-col-Medioriente lecca i piedi agli invasori, li chiama, questa inetta Unione Europea che coi suoi venti milioni di mussulmani ci sta trasformando in una provincia dell’Islam non è l’Europa. È il suicidio dell’Europa.
Continuazione fra sette giorni (11.01.2021) con: “L’Italia dei miei sogni, l’Europa che vorrei”.
Oriana Fallaci
A cura di Alessandro Frosio
Tratto dal libro La Rabbia e l’Orgoglio di Oriana Fallaci. BUR Rizzoli libri – settembre 2001
ORIANA FALLACI (1929 / 2006) – Fiorentina, è stata definita “uno degli autori più letti ed amati del mondo” dal redattore del Columbia College of Chicago che le ha conferito la laurea ad honorem in letteratura. Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera al tempo degli attentati dell’11 settembre 2001 e attuale redattore de L’Economia del Corriere, ha scritto: “Lei, combattente irriducibile dal suo eremo americano, amava andare controcorrente. Ma da sola”. Ha intervistato i grandi della Terra e come corrispondente di guerra ha seguito i conflitti più importanti del nostro tempo, dal Vietnam al Medio Oriente. I suoi libri, tradotti in tutto il mondo, sono il risultato di una mente geniale che ha fatto la storia del giornalismo internazionale.
One Comment
PAOLO FERRARI
BRAVI E CORAGGIOSI A PUBBLICARE QUESTO TESTO NELLA SPERANZA CHE RISVEGLI IL TORPORE CHE NELLE MENTI DEI POLITICI SI E’ INSEDIATO DA DECENNI.
QUESTI POLITICI – ANCHE TUTTI QUELLI DI ADESSO – SONO ORAMAI ZOMBI AL SERVIZIO
DELLE GRANDI FINANZIARIE.
ANCHE LE BANCHE NON FANNO PIU’ LE BANCHE, SONO SERVE DI GROSSE FINANZIARIE.
GUARDATEVI LA CIRCOLARE INVIATA DALLA BANCA D’ITALIA A TUTTE LE BANCHE ITALIANE
E VE NE FARETE UNA RAGIONE.
LA CLASSE MEDIA NON CI SARA’ PIU’ – QUELLA CHE RESTA ANCORA IN PIEDI E’ DA ASSURGERE AGLI ULTIMI DEI MHOICANI.
POI CI SARANNO SOLO I SERVI DELLA GLEBA CHE TIRERANNO A CAMPARE SE SERVIRANNO ALLE FINANZIARIE.
L’ULTIMA SPERANZA SONO GLI APPELLI DEL PAPA E GLI ARTICOLI COME IL VOSTRO
PERCHE’ LA GRAN PARTE DELLE PERSONE SICURAMENTE CONDIVIDONO QUANTO DA
VOI SCRITTO.
E RICORDIAMOCI CHE LA FALLACI NON ERA COMUNISTA O DI DESTRA ERA SEMPLICEMENTE UNA DONNA DI CULTURA CHE CI HA MESSO
SULL’AVVISO PERCHE’ SIAMO SULL’ORLO DI UN BARATRO CHE RINNEGHERA’
SECOLI DI STORIA ITALIANA ED EUROPEA
Paolo Ferrari