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Fabio

Redattore di un manipolo di free press da Bergamo7 a Mantova7, si cimenta con il magazine Città dei Mille. Ha i numeri. Collabora con il Corriere della Sera Bergamo per le pagine di cultura, spettacoli e tempo libero.

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21 Comments

  1. 1

    Bergamo.info

    TRATTO DALLA REPUBBLICA DEL 6 DICEMBRE

    BRESCIA – Franco Nicoli Cristiani non era l’unico politico su cui potevano contare i maneggioni delle strade, dell’amianto e delle scorie (“volevano seppellirle anche sotto la Tav”). In Regione Lombardia, e in almeno tre Province lombarde, oltre al vicepresidente del consiglio (finito in manette per una tangente da 100 mila euro) Locatelli&co avevano altri “santi” che si adoperavano per loro.

    LA RETE DEI POLITICI
    Assessori, dirigenti di prima fascia, funzionari. Quasi tutti disponibili a “spingere” gli affari dell’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, arrestato insieme a altre dieci persone per corruzione e traffico illecito di rifiuti. Sono una decina i nuovi nomi che emergono dagli atti dell’inchiesta della Procura di Brescia. Se tra loro vi siano indagati non è ancora dato sapere.

    Il cartello delle tangenti in Lombardia Il gip: “Nicoli resti in carcere” I 100mila euro solo un acconto Formigoni: “Non mi dimetto” Parla il postino della mazzetta La consegna della tangente I verbali che incastrano Nicoli Quando urlò ai giornalisti: “Adesso vi prendo a sberle” Il ras dall’estrema destra a Formigoni Pirellone, una nuova bufera giudiziaria

    IL NANO GHIACCIATO
    Un politico che ricorre nelle telefonate tra Locatelli e i suoi collaboratori è quello dell’assessore all’Ambiente, Marcello Raimondi, che la “cricca” aveva soprannominato “Nano ghiacciato”. Raimondi, “agganciato” per conto di Locatelli dal consulente aziendale Luigi Brambilla, si attiva, sul modello Nicoli Cristiani, per accelerare l’iter dell’autorizzazione della discarica (amianto) di Cappella Cantone: per Locatelli, l’affare della vita. Lo fa in due modi: intervenendo sui funzionari regionali Territorio e Ambiente, e inviando una lettera al sindaco e al vicesindaco di Cappella Cantone. Una missiva in cui chiede al Comune di dare l’ok alla discarica nonostante il rischio inquinamento delle falde acquifere.

    Gli investigatori annotano che non essendo Raimondi competente in materia “il suo interessamento è strumentale e volto a accorciare i tempi e quindi eludere le verifiche previste per attestare l’idoneità del sito ad accogliere la discarica”. Gli sforzi, però, vanno a vuoto. I funzionari non ci stanno, rimbalzano le pressioni di Raimondi tanto da irritarlo (“è la prima volta in 11 anni che vedo una resistenza di questo tipo”, confessa l’assessore a Brambilla).

    “NON FATE I FURBI”
    Si irrita anche Pierluigi Tadi, sindaco di Cappella: “… fai il furbo e a me i furbi non piacciono…”, dice a un dipendente di Locatelli in riferimento all’operazione-lettera. Dopo il buco nell’acqua di Raimondi, la “cricca” non si perde d’animo: c’è già pronto un altro assessore regionale al quale “ricorrere” (scrivono gli inquirenti). È Gianni Rossoni, con deleghe a Istruzione, formazione e lavoro. Il mediatore è il solito Brambilla. “Io faccio il mio su Rossoni…” annuncia al consulente ambientale Andrea Oldrati, legato a Locatelli. Rossoni, per i signori degli appalti, non è uno sconosciuto. “… nell’operazione che montiamo su Mantova è coinvolto anche lui, eh!”, aggiunge Brambilla. L’interlocutore di Oldrati è invece l’assessore provinciale per l’Ambiente di Cremona, Gianluca Pinotti. “Io ho già appuntamento da lui…, ahah ragazzo!”. “Bene, bene”.

    SOLDI E SPINTARELLE
    Mentre il dirigente Arpa Giuseppe Rotondaro (oliato con 10mila euro) e Brambilla muovono le leve della politica (gli “amici della Regione”), Locatelli incontra di persona Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo. Vuole avere accesso a nuove risorse finanziarie. Soldi e spintarelle. “La nuova legge delle cave ce l’ho in mano io”, dice Oldrati a Locatelli. Parlano di Enrico Zucchi, assessore alle politiche del lavoro della Provincia di Bergamo. “Adesso fa da segretario al “Nano” (Raimondi?)…”. Oldrati confida molto su una persona che “si fa dare la roba da Angelo Elefanti e da Franco Picco (due dirigenti del Pirellone, il primo è responsabile della Valutazione di impatto ambientale, l’altro è direttore generale Ambiente Energia), poi me la dà, io gliela commento, gli porta i miei commenti e loro gliele aggiustano”.

    SOTTO LA TAV
    Più difficile, per il clan di Locatelli, era riuscire a centrare un nuovo, spregiudicato business: utilizzare le scorie di acciaio per il fondo della Tav. La tratta in questione è l’alta velocità Brescia-Treviglio. L’imprenditore ne parla con il suo braccio destro Giovanni Pagani. “Ho incontrato Trotta (responsabile per la Pizzarotti spa del cantiere Brebemi di Urago d’Oglio)… non mi sono permesso di dirgli se si possono usare le scorie al momento…”. Pagani: “Eh, una cosa per volta”. “Sì, perché sai che sotto la ferrovia non volevano, perché dicevano che facevano… il discorso del magnetismo”. Ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nella sua relazione sull’inchiesta di Brescia, è passato al contrattacco. “Tentano di delegittimarci, ma la Regione, oltre che essere assolutamente estranea ai fatti, è parte lesa”.

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  2. 2

    Pierino

    Luigi Brambilla è descritto da Repubblica come un “consulente aziendale”.
    In realtà è il responsabile di Custodia Srl, la società di Guglielmo Alessio (leader della Compagnia delle Opere di Bergamo) specializzata in corsi di formazione finanziati dalla Regione Lombardia.
    In altre parole, Luigi Brambilla è un dipendente di Guglielmo Alessio (l’amico per la pelle di Ongis Ettore e Rossano Breno) o, quantomeno, opera da anni quasi esclusivamente per le società facenti capo a quest’ultimo (compreso la Compagnia delle Opere di cui Guglielmo Alessio è il vero ispiratore).
    Anche Marcello Raimondi è profondamente legato a Guglielmo Alessio, a cui deve una parte del suo successo elettorale.
    Ciò non ci impedisce di essere convinti:
    – che non abbia mai preso denaro (l’uomo è onesto ed a noi continua a piacere);
    – che riesca a ragionare con la propria testa in completa indipendenza o, quantomeno, senza eccessivi condizionamenti.
    Certo che, nella sua posizione di Consigliere Regionale, farebbe bene ad allontanarsi da certe amicizie: sarebbe più apprezzato anche come politico e, alla fine, avrebbe anche più voti.
    Raimondi dovrebbe sapere che i tempi sono cambiati: L’Eco non ha più come direttore Ettore Ongis ed è quindi venuto il momento di smarcarsi decisamente dalla stretta della CdO, che potrebbe anche soffocarlo …
    Putroppo si sa come funziona il sistema politico italiano: i voti non arrivano quasi mai per simpatia e/o per capacità ma uno come M. Raimondi piace proprio perchè è un idealista convinto.

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  3. 3

    Karl Heinz Treetball

    Pare evidente che tutti abbiano le mani nella m….. Santamente, però, visto che pare ci sia di mezzo la Compagnia delle Opere (anche per l’Ospedale di Bergamo è la stessa solfa.
    Ma l’assessore regionale all’urbanistica Belotti, che ha piagnucolato su Bergamonews, peraltro autoaccusandosi, è così incapace da non essersi accorto di nulla?
    E il suo amicone Pedretti, consigliere regionale non proprio immacolato, incaricato di “aiutarlo” negli appalti stradali, anche lui non sa proprio nulla?
    Tutta gente da mandare a casa a pedate.

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    1. 3.1

      Roberto Pedretti

      Quel tale Karl Heinz…ect..qui sopra che scrive…
      a) dovrebbe avere il coraggio di firmarsi con nome e cognome.Gli pseudonimi li usano i vigliacchi…
      b) quando si si scrive qualcosa si dovrebbe avere la decenza di scrivere cose serie e reali, non inventate tanto per sparare m…a caso.
      c) Per la cronaca il sottoscritto non aiuta l’Assessore Belotti negli appalti stradali.Il sottoscritto fa il Consigliere Regionale.
      Troppo facile sparlare a vanvera…
      Roberto Pedretti

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  4. 4

    fabio

    Anche Il FATTOQUOTIDIANO.IT è più informato dei bergamaschi sulle vicende di casa nostra: STRANO !!!!!!

    Politica e tangenti, se la Cdo sostiene Locatelli
    “E’ così. Il vecchio Don Gius aveva ragione”

    Dall’inchiesta di Brescia che ha visto l’arresto del vicepresidente del consiglio lombardo emerge il ruolo di lobbying di persone vicine alla Compagnia delle opere per sostenere gli affari di un imprenditore finito in carcere per traffico di rifiuti

    Franco Nicoli Cristiani
    Sotto gli asfalti dell’autostrada Bre.Be.Mi tonnellate di rifiuti radioattivi. Sui tavoli della politica lombarda mazzette da 100mila euro. Il gioco è sempre lo stesso: l’imprenditore paga, l’assessore o il funzionario autorizza ciò che non andrebbe autorizzato. In mezzo una corte di intermediari: consulenti, uomini di banca, altri imprenditori, sindaci, consiglieri comunali. E tutti con la casacca della Compagnia delle opere (Cdo), l’associazione d’imprese e di imprenditori nata da un’idea di Don Luigi Giussani, già fondatore di Comunione e Liberazione.

    Il particolare emerge dall’inchiesta “Fiori d’acciaio” della procura di Brescia che il 30 novembre scorso ha portato in carcere un bel gruppetto di imprenditori e politici. Su tutti il vicepresidente del consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani con casacca Pdl. Con lui il dirigente dell’Arpa Lombardia Giuseppe Rotondaro e anche Pierluca Locatelli, patron dell’omonima società che per la Bre.Be.Mi lavora con un appalto d’oro per la riconversione di rifiuti pericolosi in materie prime secondarie da stoccare sotto gli asfalti dell’autostrada nel tratto tra Cassano d’Adda e Chieri. Rifiuti che, sostengono i magistrati, non venivano per così dire depurati, ma ai quali veniva apposto comunque un certificato di validità. E così taroccati spediti in cantiere. Il guadagno, enorme, stava semplicemente nel saltare il passaggio nell’impianto di separazione. Materiale malato, dunque. A tal punto che in un caso è risultato addirittura radioattivo.

    Ma questa non è solo la storia di imprenditori spregiudicati che pur di guadagnare mettono a rischio la salute dei cittadini. Questa è anche l’inchiesta che, forse più di altre, conferma il ruolo decisivo della Cdo nel fungere da raccordo tra i vari interessi politici e imprenditoriali. Nulla di penalmente rilevante. In fondo solo un lavoro di lobbying, ma che in alcuni casi rischia di deragliare.

    I fatti stanno tutti nelle informative dei carabinieri di Brescia depositate agli atti dell’inchiesta. Qui ci sono circostanze, incontri, intercettazioni e naturalmente nomi e cognomi. Come quelli di Davide Oldrati titolare della società di consulenze ambientali Terraverde srl. La stessa società alla quale da anni si appoggiava la Locatelli. E non a caso Oldrati finirà indagato. Ma in questa storia in fondo è solo un particolare. Quello che interessa è ciò che scorre ai margini del filone principale, che ha documentato una mazzetta da 100mila euro pagata da Locatelli a Nicoli Cristiani, grazie all’intermediazione di Rotondaro. Tangente ricca per sbloccare il progetto della discarica di Cappella Cantone in provincia di Cremona.

    E se la discarica è lo sfondo, in primo piano ci sono le relazioni. Quella di Oldrati, ad esempio, con Luigi Brambilla che pur non indagato compare in molte annotazioni degli investigatori. Brambilla, anche chiamato “Gigi” dallo stesso Locatelli è procuratore della Custodia srl, società con sede a Bergamo e, scrivono gli investigatori, “nell’orbita della Compagnia delle opere”. Non sembra, dunque, un caso che i due chiacchierando al telefono citino Don Giussani che della Cdo è fondatore. E’ il 25 maggio 2011. “Ti ricordi – dice Brambilla – cosa c’è scritto nel Senso Religioso (Opera del sacerdote teologo, ndr): poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore”. Oldrati: “Esatto”. E l’altro: “Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità. Figa, è cosi! Il caro vecchio Don Gius c’ha ragione”. Eppure i due non stanno chiacchierando del senso della vita visto dal prete fondatore di Comunione e Liberazione. Tutt’altro. Stanno parlando di affari. E in particolare di quelli di Locatelli e della sua necessità di accelerare le pratiche di apertura della discarica di amianto nel comune di Cappella Cantone. L’urgenza è legata alla necessità di ottenere crediti milionari dalle banche per “alimentare, sin da subito, la sua vasta rete imprenditoriale”.

    Il duo Brambilla-Oldrati serve proprio a questo. Spiegano gli investigatori: “Brambilla, in virtù dei suoi buoni uffici presso enti ed influenti esponenti politici, propone di richiedere l’intercessione di Mario Volpi presso le direzioni degli istituti bancari”. Chi è Mario Volpi (non indagato) viene spiegato poche righe sotto: “Oltre a ricoprire l’incarico di vice sindaco del Comune di Calcinate (BG), Volpi è un influente commercialista inserito nei consigli d’amministrazione e nei collegi sindacali di varie ed importanti società, nonché commercialista di riferimento della famiglia Percassi (proprietaria dell’Atalanta Calcio e del polo commerciale Oriocenter)”. Brambilla, dunque, gioca su due piani. Quello bancario interessando Volpi e quello politico spingendo l’assessore regionale all’Ambiente Marcello Raimondi (non indagato) a occuparsi della discarica di Cappella Cantone.

    Anche per questo motivo nel maggio 2011 Brambilla e Oldrati sembrano soddisfatti. “Dovremmo muoiverci all’unisono sempre così”, dice Oldrati che poi squaderna il programma: “Dicevo come metodo. Dovremmo sempre muoverci come fossimo un corpo solo”.

    Il ritornello è sempre lo stesso. E nell’affare di Cappella Cantone la Cdo rientra sempre grazie a Brambilla che promette di procurare a Locatelli un appuntamento con Rossano Breno (“comunque, domani mattina Luca va da Rossano”) a capo della società Mediberg ma soptrattutto presidente della “Compagnia delle Opere” per la provincia di Bergamo. Insomma dalle pieghe dell’inchiesta emerge il ruolo di persone vicine alla Cdo o inserite nei suoi quadri dirigenziali nel sostenere i progetti di Pierluca Locatelli. Un signore che in passato ha avuto incroci pericolosi (ma non penali) con la ‘ndrangheta. Il tutto, naturalmente, dietro al motto di “Più società, meno Stato”.

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  5. 5

    fabio

    Ma chi è questo Gigi? Per chi lavora?

    Le cose che dice le pensa veramente?
    Sembra che ci sia una scuola che insegna a ragionare in modo così brillante.

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  6. 6

    casimiro

    Mi scusi, Consigliere Regionale Pedretti, ma Lei risulta far parte sia della Commissione VIII Agricoltura, Parchi e Risorse idriche, sia della Commissione V Territorio: la domanda del Suo sconosciuto interlocutore sembra, dunque, pertinente. Non vi siete mai accorti di nulla?. E’ diritto dei cittadini saperlo, perché siete lautamente pagati per quello. ha fatto forse obiezione di coscienza? Pare ovvio, a tal punto, che anche “qualcun altro” possa porsi domande di questo genere…

    Reply
  7. 7

    casimiro

    Voglio precisare ulteriormente quanto sopra chiesto: è mai possibile che gli arrembanti leghisti, pur occupando posizioni di rilevanza e controllo nella celestiale Giunta Formigoni, non sappiano mai nulla? E adesso che sanno, può dirci il Consigliere Regionale Pedretti se tutto è regolare? Abbiamo diritto di saperlo!

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  8. 8

    casimiro

    Il signor Consigliere Regionale Pedretti, forse occupato nell’organizzazione di feste per il suo partito, non ha ancora trovato il tempo di rispondere alle domande sopra formulate, come è nel mio diritto di cittadino ottenere, visto che sono fra coloro che con i propri soldi mantengono il suo certamente alto tenore di vita. Pessimo segno per il virulento (e volgaruccio) aspirante personaggio politico…

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  9. 9

    casimiro

    Consigliere Regionale Pedretti, sveglia! I festeggiamenti di fine anno non sono ancora cominciati e le bottiglie sono ancora nei frigoriferi. Vedo che interviene su altri blog, occupandosi di giostre nella piazza di Curno. Abbia la compiacenza di rispondere anche alle mie domande, che mi sembrano un po’ più importanti.

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  10. 10

    casimiro

    Resto in paziente attesa delle risposte dovutemi dal poco cortese Consigliere Regionale Pedretti, che pure consulta questo sito.

    Reply
  11. 11

    casimiro

    Pedretti! Sono sempre in attesa! Ancora in vacanza? Beato lei che può permetterselo…

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  12. 12

    giorgio

    Schifani, Casini e Rutelli: vacanze alle Maldive.

    Capodanno esotico al Palm Beach Resort di Lhaviyani, dove le suites costano tra i 2.550 e i 5.700 dollari a notte. C’era anche Totti, ma si è accontentato di una normale camera da 550 euro a notte

    Sarà anche vero che i cinepanettoni Vanzina ormai sono un flop: ma le Vacanze di Natale vere, a quanto pare, tirano sempre. Però se uno dichiara «giusto che i politici facciano i sacrifici che fanno gli altri» e poi finisce nell’isolotto più esclusivo delle Maldive può ritrovarsi con i blog della rete che lo prendono di mira. È il caso del leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, del presidente del Senato, Renato Schifani, ma anche dell’onorevole pdl (ora nel gruppo misto) Stefania Craxi e del leader dell’Api, Francesco Rutelli. «Molte famiglie come la mia – dice una delle turiste normali, appena rientrata dall’identica vacanza – questa volta hanno provato una certa indignazione: come si fa a chiedere ai pensionati di tirare la cinghia e poi farsi vedere alle Maldive, sistemati non nelle camere di noi comuni mortali ma nelle suite più da urlo dell’isola?».

    Oddìo, è chiaro che il primo commento sarebbe da che pulpito: nel senso che anche la cameretta più «da comuni mortali», nel resort di cui si parla, è comunque uno scherzetto da 550 dollari americani a notte. A persona. E né la signora appena citata né gli altri turisti «indignati» hanno una gran voglia, con l’aria di accertamenti fiscali che c’è in giro, di esporsi per nome e cognome. Oltretutto, come è ovvio, le vacanze in un bel posto non sono mica un reato.

    L’isolotto in questione, nello specifico, è quello che porta l’impronunciabile nome di Madhiriguraidhoo nell’atollo di Lhaviyani. È lì che si trova il Palm Beach Resort, di proprietà dell’editore del Corriere dello Sport Roberto Amodei. Ed è lì, peraltro, che durante queste stesse vacanze erano a prendere il sole diversi altri personaggi del mondo sportivo e non: come il romanista Francesco Totti con la moglie Ilary e figli, e il suo ex compagno di squadra Christian Panucci, e l’ex giocatore nonché attuale dirigente bianconero Gianluca Pessotto, e il presidente del Napoli nonché produttore del cinema Aurelio De Laurentiis. L’unica differenza, per dire, è che mentre la famiglia Totti – la quale pure potrebbe ben permettersi di non badare a spese – si è accontentata di una delle camerette da 550 dollari, la comitiva politica praticamente al completo si sarebbe sistemata, come si diceva, nell’area delle ville e delle suite migliori: le cui tariffe variano dai 2.550 dollari a notte per la più piccola sino ai 5.700 (sempre a notte), cameriere fisso compreso, per la «Presidenziale».

    Va naturalmente detto – la comprensibile riservatezza dei tour operator non ha consentito di verificarlo – che i politici di cui sopra potrebbero anche essere stati tutti quanti «ospiti» del proprietario del resort. E che neppure questo, se anche fosse, è di per sé un reato. Ma i commenti (impubblicabili) che da due giorni si registrano tra gli altri sul blog «I segreti della casta» qualche inquietudine la destano. Riassumibile forse nella domanda: era il caso?

    Paolo Foschini dal Corriere della Sera.it

    Sì, era il caso. Perchè così sappiamo che il pur lautissimo stipendio sbandierato da questi personaggi impresentabili comunque non basta, perché ai satrapi non basta mai. E poi si chiedono come mai in molti vorrebbero fare con loro la festa…di capodanno.

    Reply
  13. 13

    casimiro

    Può essere che il Consigliere Regionale Pedretti stia bagnando il popò nel mare delle Maldive. Prezzo del resort, please?

    Reply
  14. 14

    casimiro

    Pedretti!, se ci sei batti un colpo! O, almeno, fa’ “del tuo cul trombetta”, per farci capire che non sei morto!

    Reply
  15. 15

    casimiro

    Commissario Pedretti! Come mai non risponde alle domande di uno del popolo? Ne è forse impedito? Le è arrivato forse qualcosa da “qualcuno”?

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  16. 16

    casimiro

    Pedretti! Ancora al telefono? Ma che bollette deve pagare…

    Reply
  17. 17

    casimiro

    Pedretti! A quando le risposte alle domande? Il tempo per andare sul palco a farsi fotografare, però, lo trova… e anche quello per votare a favore della costituzione di un gruppo consiliare individuale a favore dell’onesto Penati, che così si metterà in tasca altri 225.000 € all’anno.

    Reply
  18. 18

    Roberto Pedretti

    Caro tale casimiro, io agli pseudonimi non rispondo. Ci metta la faccia, come ce la metto io. Poi le risponderò, così come rispondo a tutti.
    Le sue illazioni sono del tutto gratuite e stupide.

    Reply
  19. 19

    Katzodus

    Credo che questo deciso e ruspante politicante avrebbe tanto piacere d’incontrarmi…

    Reply
  20. 20

    casimiro

    Signor Consigliere Perdetti, leggo anche su Bergamonews pesanti valutazioni nei suoi emeriti confronti: risposte, però, non ne vedo…. Dove e quando risponde a “tutti”?

    Reply

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