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2 Comments

  1. 1

    f.alonso

    Capisco la provocazione di questo giornale, e apprezzo. Bettoni dovrebbe prima di tutto chiarire altre faccende, e poi avere il coraggio di parlare. Ma oggi, evidentemente, i politicanti sono questi.

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  2. 2

    bendotti carlo

    Magistratura, la scuola che non c'è.

    Fabrizio Calvo, giornalista bergamasco, ha pubblicato su Lettera43 un articolo dedicato alla scuola di magistratura inaugurata sabato scorso a Bergamo.

    Uno spreco di denaro pubblico che ammonterà a fine 2011 a oltre 600 mila euro. Tanto costerà la mancata apertura della sede settentrionale della Scuola superiore di magistratura di Bergamo.

    Da ottobre 2008 a settembre 2010, Comune e Provincia di Bergamo hanno infatti pagato all’Opera Sant’Alessandro, che fa capo alla curia bergamasca, oltre 500 mila euro per l'affitto e le spese di gestione di 2 mila metri quadrati, a oggi inutilizzati, di un'ala del collegio Sant’Alessandro, destinato a ospitare la sede provvisoria della Scuola.

    L'INTERVENTO DI ALFANO. Dopo il mancato rinnovo del contratto alla scadenza biennale e poco più di sei mesi di trattative, l’Agenzia per il demanio, per conto del ministero di Giustizia, è subentrata a Comune e Provincia di Bergamo, spuntando un prezzo d’affitto di circa 220 mila euro annui, per sei anni, rinnovabili di ulteriori sei. Segno, forse, che qualcosa si muoverà, come lascia intuire anche il fatto che qualcuno ha già proposto di intitolare la Scuola al giudice Guido Galli, assassinato da un commando di Prima linea nella primavera del 1980.

    In attesa dell'avvio dei corsi di aggiornamento e formazione per magistrati ordinari, oltre che per quelli onorari e per i magistrati stranieri in Italia, sabato 18 giugno ben tre ministri, Angelino Alfano, Umberto Bossi e Roberto Calderoli, hanno presenziato all'inaugurazione della «Scuola che non c'è». Un'inaugurazione virtuale destinata a rimanere tale per altri mesi, soprattutto dopo che anche il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti ha espresso le sue perplessità sull'istituto: «Il progetto è tutto da definire».

    Le responsabilità dei ritardi e degli sprechi della Scuola superiore di magistratura sono plurime. Dopo cinque anni di annunci politici nazionali e dopo i ritardi burocratici, solo nel 2010 il Csm ha finalmente provveduto alla nomina dei membri del Comitato direttivo della Scuola, cui spetta ogni decisione in merito a tempi e modalità di svolgimento dei corsi. Scelte che, al momento, non risultano essere state ancora fatte.

    Istituita con decreto legislativo nel gennaio 2006 per volontà dell'allora ministro della Giustizia Roberto Castelli, l'idea di aprire a Bergamo una delle tre sedi della Scuola per magistrati incontrò il sostegno dell'amministrazione comunale – guidata dal sindaco di centrosinistra Roberto Bruni, centrosinistra – e di quella provinciale – presieduta dall'esponente del centrodestra Valerio Bettoni -, che insieme cercarono la sede più adeguata.

    La scelta ricadde su palazzo Lupi, già sede della Brigata Legnano dell'esercito, sciolta nel 1996.

    LA SCELTA DEL COLLEGIO SANT'ALESSANDRO. L'edificio di proprietà demaniale, però, aveva bisogno di un’ampia ristrutturazione: a settembre 2008 ministero, Comune, Provincia e diocesi firmarono un accordo per l’affitto di una parte del Collegio Sant’Alessandro, al prezzo di 242 mila euro l’anno, per due anni, oltre al pagamento di 50 mila euro per le spese di gestione.

    Dopo 24 mesi di affitto a vuoto, nell'autunno 2010 il nuovo sindaco di Bergamo, Franco Tentorio (Popolo della libertà), decise di non rinnovare il contratto con la diocesi, in attesa che il ministero della Giustizia subentrasse a Comune e Provincia per pagare l'affitto. Come poi è realmente successo.

    Da un punto di vista economico, l'apertura della Scuola di magistratura avrebbe un risvolto potenzialmente interessante per Bergamo: significherebbe contare su 4-5 mila presenze in più, ogni settimana. Tanti, infatti, dovrebbero essere i magistrati in servizio che, con l’istituzione della Scuola, saranno obbligati a partecipare a corsi di aggiornamento e formazione, previsto ogni quattro anni.

    Ma come stanno andando le cose nelle altre due sedi designate? A Scandicci in provincia di Firenze, dove c'è la sezione dell'Italia centrale della Scuola superiore di magistratura, i lavori di ristrutturazione di villa Castelpulci dovrebbero concludersi a fine anno. E in vista di tale scadenza, il presidente della Regione Enrico Rossi, quello della Provincia Andrea Barducci, il vicesindaco di Firenze Dario Nardella e il sindaco di Scandicci Simone Gheri, hanno recentemente sollecitato Alfano a definire e a sottoscrivere un protocollo fra le istituzioni coinvolte «al fine di stabilire gli aspetti logistici e gestionali della sede fiorentina della scuola».

    Un po’ più complessa la situazione relativa alla scelta della sede meridionale della Scuola. In lizza ci sono le città di Catanzaro (designata nel 2006) e Benevento, la cui recente autocandidatura è stata però bollata come «abusiva» dagli amministratori calabresi.

    Fabrizio Calvo

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