Il Pianeta Terra sta diventando sempre più privo di vita. La comunità scientifica ci avverte: i prossimi ad andarsene potremmo essere noi
L’uomo: quella creatura onnipresente che ha trasformato il Pianeta Terra nel suo giocattolo preferito. Quell’animale che, diventato più intelligente degli altri, ha iniziato a prevaricare su tutto riuscendo ad arrivare in cima alla catena alimentare. Quell’animale, insomma, che sta manipolando e caratterizzando un periodo di storia della Terra: l’unico pianeta finora conosciuto che contiene la vita. È così invadente che, da circa tre secoli, si può dire che siamo entrati nella fase storica dell’Antropocene, ovvero “l’era dell’uomo”. Un uomo che agisce prima di pensare e che, senza saperlo, sta scavando la fossa a sé stesso e a molti altri esseri viventi innocenti.
Ed è così che, da diversi decenni, abbiamo dato i natali alla cosiddetta “sesta estinzione di massa”. Ma di che cosa si tratta? Una sorta di meteorite giurassico? A queste domande ci risponde direttamente la comunità scientifica, che ha analizzato una serie di dati non molto incoraggianti. Infatti, recenti studi hanno verificato che entro pochi decenni circa il 75% delle specie viventi scomparirà dalla Terra. Ogni giorno, in giro per il mondo, scompaiono per sempre circa duecento specie viventi tra animali e vegetali, tre ogni ora. Specie che non potremo più vedere, di cui non potremo più goderne la bellezza infinita. Si estingue una specie, si estingue una biodiversità, si estingue un pezzo di noi.
Nel 2017, dei ricercatori tedeschi hanno constatato che il 75/80% degli insetti è già scomparso. E gli insetti, a discapito di quanto pensa la massa, giocano un ruolo fondamentale negli equilibri di ogni ecosistema. Per citare un esempio, la popolazione degli uccelli è crollata e alcune specie sono diminuite del 70% perché non hanno più insetti da mangiare. Per non parlare delle api, che da anni sono le infelici protagoniste di uno dei più grandi stermini provocato dai gas tossici delle nostre città, dalla cementificazione senza ritegno, dai veleni che spargiamo ovunque e dagli effetti dei cambiamenti climatici prodotti dalla nostra frenesia quotidiana. Un mondo senza le loro impollinazioni e il loro felice ronzare, sarebbe un mondo privo di vita.
Ogni essere vivente è importante, perché la natura si basa su dei sottilissimi e quasi impercettibili legami tra i diversi viventi: come una catena, in cui ci sono tanti anelli uniti tra di loro. Una catena è uno strumento forte, coeso, utile per mettere in sicurezza ogni cosa. Ma cosa accadrebbe se uno di questi anelli venisse a mancare? Si romperebbe la catena, che non servirebbe più a nulla. E per questo l’estinzione di massa è un grande problema, non solo per “l’ambiente”, ma soprattutto per noi perché ogni estinzione è indirettamente una dolorosa pugnalata alle nostre spalle inconsapevoli.
Ciò che ci è successo negli ultimi mesi ci dimostra che non siamo immortali, ma che siamo così fragili che basta un piccolo virus invisibile per mandarci al camposanto. Vogliamo essere noi i prossimi ad estinguerci? Se la risposta è sì, allora non c’è nessun problema: basta continuare a sfruttare i combustibili in modo irresponsabile e continuare a non pensare al futuro. E se invece volessimo continuare ad esistere come genere umano? Cosa dovremmo fare? In questo caso, dovremmo fermarci un attimo e pensare, progettare e realizzare il più grande processo evolutivo della storia.
Alessandro Frosio