La presenza di una falda superficiale derivante dallo scolo dei versanti collinari aveva consentì ai nostri avi di coltivare il riso. I geologi, gli ingenieri e i progettisti prenderanno delle parcelle o dovranno pagare dei danni? Chi è il responsabile di questa situazione? Sembra che l’inaugurazione di fine 2011 debba slittare al 2012. Allevi
2 Comments
mario
Credo di intendermene un po' di costruzioni: un impianto industriale (perché sostanzialmente un ospedale è tale) in un luogo del genere non lo si può nemmeno pensare, proprio per il reciproco possibile inquinamento delle acque stagnanti coll'edificio e gli impianti connessi. Al massimo, un impianto industriale va pensato non distante da un fiume, come facevano un tempo nelle nostre valli… e i risultati sono stati vantaggiosi, pur con le conseguenze ambientali derivate. Oggi, con i mezzi e servizi tecnici disponibili, la cosa più logica è costruire un impianto industriale, specie se ospedaliero, in un luogo asciutto, facile da isolare e controllare, come accade in Israele e come hanno fatto anche in Francia, a Villejuif, vicino Parigi, patria dei progettisti del nostro ospedale. Perché là sì e qui no? C'è stato qualche ulteriore "inquinamento", che magari ricorda quelli socialisti del passato?
ana
Osservo che il titolo non è esatto: a Venezia l'ospedale è su un'isola e i fabbricati poggiano su palificazioni. A Bergamo i "santificetur", agendo come fossero a Palermo, hanno immerso l'ospedale nell'acqua paludosa di Loreto, nella melma, cui sono abituati, ….