Nonostante la crisi economica che ormai si protrae da quasi 3 anni e che ha colpito Bergamo al pari di gran parte dell’occidente industrializzato, non cresce la voglia di usato tra i lombardi ed i bergamaschi.
Come si legge da un’analisi della Camera di Commercio di Milano, sono rimasti 39 gli esercizi che commercializzano i beni usati nella provincia orobica: quest’ultima rappresenta la terza realtà in Lombardia dopo Brescia (72 esercizi) e Milano (243 esercizi).
5 Comments
Claudio Rossi
Interessante riflessione anche se ritengo che l'usato, considerate le abitudini e le tradizioni nostrane, non potrà mai rappresentare una scelta primaria tra i modi per risparmiare sia pure dinanzi ad una crisi profonda come l'attuale. Forse è ancora troppo presto?!
lorenzo
La tradizione culturale locale mai ha previlegiato l'usato, concetto simbolico di povertà.Nessuno vuol farsi vedere.Il pensiero provinciale tiene.
Silvana Bonanni
Non tutto l'usato puo' essere scartato a priori: esistono delle cose che ben si addicono anche a chi ritiene che comprare ai mercatini delle pulci sia segno di poverta'!
lorenzo
La Sua considerazione è corretta ma la Tradizione provinciale con quanto contiene, è nel DNA del costume provinciale; ove il trauma di questa nuova fase economica persistesse, e persisterà, si formeranno delle crepe nella tenuta della consuetudine:Quanto detto vale per ogni aspetto del vivere e non solamente a Bergamo.
Michela
Cresce sempre di più la moda dell’usato e gli italiani sembrano prediligere gli oggetti di seconda mano. L’usato, dunque, piace sempre di più, sia per questioni economiche e sia per ragioni di moda, gusto, ma anche per ragioni etiche come critica al consumismo.